“L‘occhio a forza di spazio e di fulgore deliranti.”
PAUL ÉLUARD
Alle architravi del cielo i pensieri
come giovani tralci si avviticchiano,
là tra il nulla e le montagne rosate,
dove la luce si scioglie nel lago.
Appendo le mie grucce sulle creste
e mi perdono per averti vista
allontanarti con passi perduti
nella memoria azzurra di settembre.
E le cime innevate già precipitano
nel buio, qualche cane abbaia al vento.
Camminerò da solo nella sera
con l’andatura dei pagliacci tristi.
2004
4 commenti:
si percepisce molto dolore in queste parole.... l'anno è il 2004, ma il tutto è ancora molto vivido.... la fotografia ricorda il cielo verso le montagne di ieri sera al tramonto....
sì, è stata una poesia molto dolorosa, ma il tempo poi appiana tutto, è capace di sanare le ferite...
ieri sera al tramonto stavo tornando a casa a piedi dalla stazione e Dio la mandava giù a dirotto, mi sono "masarato", come diciamo noi, e purtroppo non c'era la bella immagine della foto
noi diciamo "masarà" .... tutto il mondo è paese ! ;)
sì, io ho italianizzato... però ho scoperto che in Sicilia dicono "ammasarato"
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