La notte senza luna accende i fuochi
ed i lampioni gialli della diga.
Salgono alte le faville brevi
dei caldarrostai ed il cielo è nero.
Il freddo si è portato via la nebbia
che al pomeriggio velava la valle.
Ora, nel buio, splendono rosari
su colline inghiottite dalla sera.
Perdersi con lo sguardo dentro il nulla
è ritrovarsi vivi accanto al fuoco.
Fotografia © Tom Swinnen/Pexels
2005
2 commenti:
Quando ho nostalgia di un testo "magnifico" chiedo aiuto al tuo blog. Non mi delude mai.
La tua poesia Ami, non solo evoca i colori più significativi dell'Autunno, ma anche le deliziose serata vicini al caminetto con gli amici...in compagnia di "amore". Il mio caro saluto Renoir. Magnifico Renoir. Depositario del mio affetto. Franca
Grazie, Franca. Ricambio.
Questa poesia credo meriti una spiegazione, perché può risultare oscura. Il piano descrittivo è duplice: il primo, naturalmente è quello della notte d'autunno - un belvedere sull'Adda, i venditori di caldarroste, non quelli che si vedono per le strade di città, ma quelli alla buona delle associazioni locali con il loro fuoco e l'apparecchio artigianale per cuocerle; il secondo è molto sottinteso, la luna è l'amore, di lì conseguentemente di metafora in metafora si arriva alla stessa conclusione.
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