"Ricordo, amore che non muore mai!”
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
Con due dita sorreggo il filo rosso
del ricordo - percorre strade solite
dove memorie guizzano argentee
come dei pesciolini nella rete.
Alla ringhiera del tempo, affacciato
come ad un belvedere, osservo
quegli improvvisi voli della mente
- così il gabbiano si leva sul mare.
Il vento non cancella quelle tracce
abbandonate sulla sabbia umida
e i riflessi del sole sulle cupole
d’oro di Venezia ancora mi abbacinano.
Risplendi, lucido suo simulacro,
ricordo che dal tempo sorgi e vieni
alla mia mente a fingere un’immagine
fugace più del riverbero in acqua.
Riluci, piccolo specchio perduto,
frantumato in pezzetti che rimandano
dettagli ingigantiti, volti sciolti
dal vortice furioso di una folla.
Donami il conforto della memoria,
affascinante come il mare all’alba.
Ricordare è un viaggio - si va nella notte
lasciandosi guidare da rumori
lontani, dagli improvvisi sussulti
del sangue quando vicina è la meta.
Il tempo stende la coperta logora
e come su un vecchio treno si va
nella notte - di tanto in tanto fuori
una lanterna illumina il paesaggio
e si scorge soltanto per un attimo
l’immagine che portiamo nel cuore.
Solo nell’ieri ho veduto chiaro
come una donna misteriosamente
apparsa sorridente e senza veli,
come la verità nuda e impudica.
Solo il già noto io conosco bene,
quel che è accaduto, quello che ho sbagliato.
E mi schernisce quella donna nuda,
ride di me, mi invita a superare
la barriera sapendo che è impossibile.
Quello che amo più non mi appartiene.
3 commenti:
Bellissima.
Struggente ed assolutamente tangibile - (la si respira, con te), la nostalgia nei tuoi versi sa divenire eterna e universale
Luciana ha detto bene ...è UNIVERSALE questo tuo dire.
Caro Ami, mi sono ritrovata nelle tue parole, poiché, anch'io come te, ho chiesto al Grande Oriente Divino, quel mattino per me... durando nell’attesa.
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