Siamo due anime che fanno l’amore
- si cercano tra le stelle e il basilico,
tra i gerani e i lampioni della strada.
Il nostro nido è un cuscino di sogni,
un paio di lenzuola stropicciate
dove rimane l’impronta dei cuori.
Anche quando siamo lontani nulla
si frappone tra di noi - non lo spazio,
non il tempo - e tremiamo come stelle.
2015
Sfioriscono già le grandi magnolie
- le intravedo alla sinistra del parco.
Dietro, l’azzurro del cielo si fa
viola di smog dove Milano muove
i suoi taxi in un domino di strade.
Qui la luna dona al mattino un quarto
sottile come ghiaccio e si alza il vento
del lago, dolce promessa di agosto.
2015
Il sogno mi conduce ancora là,
oltre i messaggi in bottiglia da naufrago
e i silenzi che suonano ora vuoti
di te - rivedo la spiaggia a settembre,
il mare impreciso tra azzurro e ardesia
lambire l’arenile illanguidito
dalla fine di un’altra stagione.
Eppure vorrei essere là, correre
a cercare il tuo fantasma sul molo
mentre fanfare dorate riempiono
l’aria salina di musiche antiche.
2015
Stinge il cielo in un volo di colombi,
gli aerei mosche bianche lassù in alto
tra Orio al Serio e chissà dove al mondo.
Il riposo d’estate ha questi tempi
rallentati, l’anguria, le risate,
le vecchie sedie di resina bianca.
Agosto apre al balcone un orizzonte
di prati riarsi e di montagne viola
inghiottite da un pomeriggio d’afa.
2015
Ora tace la cicala - ha cantato
nei lunghi pomeriggi del Leone
fino allo sfinimento. La stagione
si attesta su un tramonto di zaffiro,
ridispone le pedine sul tavolo
e affida al vento del nord lo xilofono.
Le formiche continuano il lavoro,
contadine alacri - neppure guardano
le nuvole incoronare il cielo.
2015
La nostra scommessa è il fischio di un treno
- non lo senti talvolta nelle brume
dell’alba lacerare il dormiveglia?
È un intervento del reale nel sogno
o viceversa una intromissione
che ci fa illudere nel lesto scorrere
dei giorni? Tendi l’orecchio: magari
puoi sentirlo nell’aria della sera
quel treno che mi porterà da te.
2015
