Cade la pioggia sul canto del cuculo
- la sua voce è invocazione d'amore,
come la mia che ti chiama e ti dice
parole che forse ho solo sognato.
Fiorisce il sabato sera di luci
- dalla finestra guardiamo la strada
di miele, gli avventori del bar persi
nel fradicio viavai degli ombrelli.
Mi abbracci, ti stringi a me - mi abbandono
al tuo corpo - una spoglia di conchiglia
portata a riva dalla mareggiata.
KEI OMOTAKA, “HUG”
2013