La città è in equilibrio sulla spiaggia,
ginnasta di palazzi e grattacieli
sul filo cromato del mare - tu
cammini sui riflessi e ti improvvisi
ballerina. Così i gesti di ieri
disegnano il bozzetto stamattina.
Con il favore di giugno, se chiudo
gli occhi, sento frusciare la tua gonna.
2012
Sono ore fuggevoli a circondarci:
quando è il tempo di accendere la luce
scampata alla dolcezza del solstizio
cerchi l'istmo che possa rinnegare
il transito del giorno - non lo trovi
e allora abbandoni le tue poesie
come una fresca muta di serpente
alla chiara bellezza del crepuscolo.
2012
Quando ritorna giugno il vento azzurro
che scuote le bandiere apparecchia
i suoi pizzi all'altare del ricordo,
intarsia le sue ammalianti figure
al legno duro del tempo presente,
adorna di fiori i sogni distrutti
lasciandomi credere che la fiamma
della speranza sia ancora accesa.
E allora non la chiamo nostalgia...
2012
Ti ricordo seduta sopra il dondolo
– io dal balcone guardavo lontano.
Faceva caldo, l’estate ardeva.
Adesso tanto tempo è scivolato,
troppo tempo è passato tra di noi
come un vento a cancellare le impronte
lasciate sulla sabbia del mattino.
Con la matita verde tu riempivi
un cruciverba, ti aiutai a finirlo.
Nella strada passavano i turisti:
non ci rendemmo conto che l’amore
– come il tempo – allo stesso modo scorre.
2005
L'inutile farfalla vola azzurra
tra le graniglie, posa su lavande,
lega in equilibrio pazzo le siepi
di martellina e i pistilli dei gigli.
C'è una parola di questa poesia
che è fuori luogo, che suona sgradita
a chi negli occhi ha i voli dei gabbiani
o la lenta danza nera dell'aquila.
Inutile è la bellezza? Inutile
la fantasia? Inutile sognare?
Correggete il titolo, per favore.
2012
Sono un inseguitore di fantasmi,
un collezionista di mute d'amori,
di gusci di conchiglie abbandonati
dalla risacca continua del tempo.
Sonnambulo del presente, cammino
sul filo che lega il sole e la luna
- acrobata dei giorni, ridipingo
il cielo di oggi con le mie memorie.
2012
“Dein, cum milia fecerimus, conturbabimus illa”.
CATULLO, Carme V
Abbiamo mescolato anche noi
- come Catullo - tutti i nostri baci
per lasciare il mondo intero al di fuori.
Li abbiamo scompigliati, scarruffati,
spettinati, li abbiamo liberati
dai lacci subdoli di maldicenze.
Ma siamo stati troppo bravi:
infine abbiamo imbrogliato anche noi.
2012
