I.
  Montevecchia è un ciuffo scuro laggiù    
dove la sera comincia appena     
a scendere - e dove sarai tu?
  Lo chiedo ai peschi oltre la ringhiera    
che colorano di rosa il giardino,     
ai narcisi gialli di primavera.
  Lo chiedo alla collina, al suo profilo    
dipinto dalla bruma ad acquarello,     
al santuario dove un giorno salimmo
  a guardare Milano - «Com'è bello»    
dicesti e il tuo volto si spalancava     
di un sorriso gioioso come il cielo.
     
II.
  La lama del pomeriggio brillava    
sui grattacieli e dentro quel cortile     
il Duomo sembrava un pugno di sabbia,
  Cogliemmo i sambuchi all'aria di aprile    
che tremava verde nella pineta     
o forse era già maggio a rifiorire.
  Ed ora sono qui e non mi disseta    
il ricordo, anzi: più ne bevo più     
sento la gola divenire creta
  arsa di sale. È una schiavitù    
dalla quale non posso liberarmi.     
Sei dentro me: ecco dove sei tu...
   
  
  ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA
   
  2012