mercoledì 25 febbraio 2009

L'assediante

Più lungo dell’assedio alla città
di Troia l’assedio che io ho portato
a te senza riuscire ad espugnarti
peraltro, senza issare la bandiera
dell’amore sul tuo pennone estremo.
E fu così che abbandonai, ridotto
ormai a brandelli, oramai allo stremo,
ti lasciai libera di andare fare
quel che desideravi tu, l’amore
anche, con chi volessi farlo tu.
Sono rimasto, solitario Omero,
a cantare l’assedio mal riuscito
in cui l’assediante era l’assediato.

1996


Martial de Paris, "L'assedio di Jargeau", 1484

martedì 24 febbraio 2009

Il poeta

I miei occhi raccolgono emozioni
e le trasformano in parole - lascio
che il vento se le porti via
come petali di rossi papaveri.

E le tue labbra fatte per baciare
dicono adesso quelle mie parole
a uno specchio che le racchiuderà
come uno scrigno di gioielli ed ori.

Le poesie sono scritte per volare,
semi che un giorno attecchiranno altrove.


Fotografia: Yarvin

lunedì 23 febbraio 2009

Vento di febbraio

"Febbraio è sbarazzino".
VINCENZO CARDARELLI

Il vento di febbraio porta via
le foglie secche e brulle dell'inverno,
l'ultimo quarto di malinconia
poggiato tra le scapole e lo sterno.

Si infila prepotente nella via
per sollevare un vortice d'inferno,
coriandoli, nastrini ed allegria,
infuria e spazza i monti, padreterno

assiso sul più piccolo dei troni.
Spalanca gli usci, strapazza le piante,
fa risuonare i lacci dei tendoni.

E sbatacchia sui loro perni le ante,
si diverte a fischiare alla ringhiera:
è freddo ma ha già in sé la primavera.


Bartolomeo Pinelli, "Carnevale a Roma", 1816

domenica 22 febbraio 2009

Aironi

Aironi volano sulla laguna,
cuciono la luce tenue dell'alba
con i riflessi dorati dell'acqua.

Dialogano i ricordi nel mattino
ma forse tutto quanto è un'illusione
come il barbaglio chiaro tra le canne.

Ma io lo so che ci trovammo insieme,
sento ancora la sabbia sotto i piedi,
le ruvide Superga tra le mani.

Ricordo la tua pelle delicata,
la tua dolcezza timida e spaurita,
il modo in cui guardavi l'orizzonte.

Se fu un sogno non mi sono svegliato
e vivo ancora in esso da quel giorno
a dispetto della grande clessidra.

Aironi volano sulla laguna,
disegnano passaggi tra le reti
e le barche ormeggiate sulla riva.

Nel momento sospeso tu continui
a raccogliere le bianche conchiglie
con piccoli movimenti aggraziati.

Ed io ti osservo, come per proteggere
quella calma serena dell'istante,
per fare di secondi eternità...


Fotografia da: Lignanospiaggia

sabato 21 febbraio 2009

La bella margherita

Non cogliere la bella margherita:
io lo so che petalo dopo petalo
alla fine ti dirà il mio amore.

Lascia che il suo capino giallo si erga
a ricercare la luce del sole,
a berne i raggi con avidità.

Ogni volta che costeggi quel prato
tu guardala: quello sarà il mio amore.


venerdì 20 febbraio 2009

Autostrada

Le corsie di autostrada su cui viaggio
scintillano nel buio come gli astri
lontani che guardavamo di notte
tra le piante di menta e di lavanda.

E le insegne gialle dei benzinai
non mi dicono più che sei vicina,
ma mi riempiono di buoni-regalo
che non saprò neppure come spendere.

Vedi com’è viaggiare senza scopo,
andare a visitare posti insoliti
dove non te incontrerò ma il romanico
e la voce del mare in una piazza?

Prende la nostalgia per un passato
che si è giurato di dimenticare,
si cade ipnotizzati da se stessi,
circuìti dal richiamo del ricordo.

L’oasi dell’autogrill sembra posticcia,
un luogo senza tempo e senza fine:
vi bevevo il caffè quasi scottandomi
per riprendere la via verso te...

Ora adocchio con sospetto i figuri
che fuori dal bar attendono i clienti:
ho più attenzione per i borsaioli
che per il tuo ricordo addormentato.

È che mi sono stancato di attendere,
non fa per me recitare in Godot:
arriverà la primavera un giorno,
all’improvviso, dietro la finestra.

E potrò correre nei prati, libero
dal tuo fardello colmo di dolore,
potrò inseguire il volo delle rondini
senza curarmi più della tua ombra.

E attraversando i campi di frumento,
beato del sangue rosso dei papaveri,
ascoltando la canzone del fiume
potrò sentirmi finalmente vivo.


Fotografia: Jupiter

giovedì 19 febbraio 2009

Sera di febbraio

Acqua di lago versa nel crepuscolo
e luci accese di malinconia,
così incerte, così gelatinose
dove il cielo scolora nei riflessi.

I monti scivolano verso il grigio,
consumano l'oblio nella sera
che nasce, spianano le loro nevi
in un'oscurità che non ha tempo.

E non è il nulla che sorge dal buio
ma una carta di stelle che si srotola
sull'orizzonte freddo di febbraio.