Irrompendo dalle sue sette porte
il mattino riprende la città
e le ridona vita all’improvviso
come se ridestasse un mostro antico.
il mattino riprende la città
e le ridona vita all’improvviso
come se ridestasse un mostro antico.
Nella stazione della linea verde
distrattamente lei sfoglia un giornale;
il suo cappotto è una coperta logora
abbandonata sulla sua stanchezza.
distrattamente lei sfoglia un giornale;
il suo cappotto è una coperta logora
abbandonata sulla sua stanchezza.
Oltre l’arco del tunnel si spalanca
l’oscuro vortice pieno di freddo
che assorbe umidità e pensieri tristi,
finché non sbucano gli occhi giallastri
del vagone di testa del metrò.
l’oscuro vortice pieno di freddo
che assorbe umidità e pensieri tristi,
finché non sbucano gli occhi giallastri
del vagone di testa del metrò.
E si incolonnano come robot
i passeggeri, rientrano nell’alvo
del treno, luminoso e riscaldato,
spariscono di nuovo dentro il nulla.
i passeggeri, rientrano nell’alvo
del treno, luminoso e riscaldato,
spariscono di nuovo dentro il nulla.
Lei conta monetine nel piattino
e non si sa decidere a raggiungere
la macchinetta che versa cattivo
caffè in tremuli bicchieri di carta.
e non si sa decidere a raggiungere
la macchinetta che versa cattivo
caffè in tremuli bicchieri di carta.
Fotografia © Daniele Riva
2001