Il vento che batteva le murate
disegnava peonie bianche in mare.
L’estate si spegneva nei suoi gorghi
come un tizzone ardente e sfrigolante.
Nel cuore avevo un’uguale tempesta
e grandinavi tu, mi lapidavi
avvinghiandoti a lui, facendo scherno
del mio amore più di una carta straccia.
Se penso all’inferno, forse è quel mare,
quel lungo viale di alberi sferzati
dove nel temporale camminavi
straziando un sogno con le bianche mani.
JACK VETTRIANO, “THE SHAPE OF THINGS TO COME”
2005
4 commenti:
Un plauso e un caro saluto. Asia
grazie, Franca... ricambio il saluto
...emozioni ben descritte!!
ciaoo Vania:)
la sofferenza ricordata è ancora sofferenza
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