Il grande acero apre il suo ombrello verde
alla canicola del pomeriggio.
Ho gli occhi pieni di poesie perdute,
di giorni ricordati ad inseguire
la tua ombra tra viali di oleandri.
Sulla mia scrivania rimane un ago:
non serve a ricucire il mio passato
ma se provo a pungere un polpastrello
posso sentirmi finalmente vivo.
E se bucassi tutti i miei quaderni, forse
ne sgorgherebbe un rivolo d'inchiostro
amaro come sono amari i sogni
quando ti svegli tra lenzuola madide.
Fotografia © Hiwtc
2006
2 commenti:
....sarebbe facile dire "pungente".
...una stanza/luogo importante.
ciao Vania
pungente nel senso di dolorosa, sì... è una poesia di 5 anni fa, quante cose sono cambiate!
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