Delle tre grazie apparse nel mattino
quale sarai tu e come riconoscerti?
Dal segno del bikini, dall'impronta
sul cuscino, dall'ultimo barbaglio
di sincerità, dall'acconciatura?
Riconoscerti sapendo il tuo seno
l'osso puntuto del gomito, l'orma
sull'impiantito, cicatrici d'ali,
oltre le maschere di te che mentono
come i bugiardi di quella tribù
in un famoso gioco matematico.
Che sbadato: dai lacci delle scarpe
soltanto ti si riconosce. Le altre
sono ombre nude che orbitano attorno,
con la tua stessa faccia stropicciata.
Marsha Hammel, “The Three Graces”
2003
4 commenti:
mi sento confusa... un componimento così, letto da una persona poco fisionomista come me..... lo dice anche lo Psichiatra Raffaele Morelli : ci modifichiamo in ogni piccolo istante, siamo diversi da com'eravamo 5 minuti fa.... quindi io potrei essere chiunque delle tre....
molto ben costruita. riconosci Lei nel suo essere reale e presente
E' talmente bella così com'è che ogni voler individuare la sciupa. Ciao Renoir. Grande!
È volutamente oscura questa poesia, ispirata da una fotografia di Francesca Woodman: fondere le vite degli altri con la propria non è mai facile, integrarsi con un'altra persona, accettarne la presenza... Dice bene Buba: ci modifichiamo ogni piccolo istante.
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