martedì 21 ottobre 2008

L'albero

“Forse quanto è possibile è accaduto
  ma da te si rigenera l‘attesa.”

  MARIO LUZI, Continuità
Conosci la mia stanca solitudine
e l’inferno che chiamo paradiso;
se tu accosti all’orecchio la conchiglia
mi puoi carpire il cuore, amica mia.

I miei ricordi sono neve fredda:
a primavera si sciolgono al sole
e poi ricadono quando l’inverno
torna, mi coprono come un mantello.

Io dico che mi alimentano, tu
tormentando la ciocca biondeggiante
della tua timidezza, che distruggono
i miei giorni con pazienza di tarlo.

Vuoi convincermi a rinascere in te,
mostrandomi la via, la redenzione:
dimenticare, dici, per costruire,
come l’albero quando poti i rami.


David Lorenz Winston, "Solitudine"


2023

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ami, raggiungerti, pressoché impossibile, è come, chiedere “all'Oriente, se per me, avesse un mattino" - Magnifica Renoir, magnifica, davvero. franca

DR ha detto...

Eh, sai: "Sorrido e guardo vivere me stesso"...sono un gozzaniano.