I diagrammi del tempo e del ricordo
- il primo passa e il secondo sbiadisce,
lentamente, inesorabilmente -
mi riempiono di acre malinconia.
Forse è soltanto l'autunno che nasce,
il languore che fa gialle le foglie
e sorprende la luna nel tramonto.
Forse è soltanto il tempo che mi duole.
2013
Un anno di più. Eccolo lì, acceso
e vivido sopra una candelina
azzurra. Un anno, dieci anni, vent'anni,
trenta... riavvolgo il nastro e mi sorprendo
dei volti perduti, delle passioni
cadute come foglie sull'asfalto
di un altro autunno.C'è un anno di più:
levo alto il mio calice d'ambrosia
pregando che invece non sia loto.
2013
Il tuo nome trovato come un caso
nella luce azzurrata del mattino,
sospeso ad una trina musicale,
allacciato ad un cielo ricordato...
E mi ha ridato la felicità
antica, quella di quando nell'alba
ti aspettavo ed eri promessa al giorno,
eri la stella del mio universo.
Ho ascoltato la canzone banale
con il tuo ricordo che mi batteva
forte nel petto, all'altezza del cuore.
2013
Lampi lontani, bolle luminose
nel bicchiere cobalto della sera.
Tu mi domandi certezze, quel solido
pragmatismo un poco contadino.
Ma io sono come quelle nuvole
che si accendono di luce e risplendono
eteree mutando forma e colore.
È Il sogno che devi chiedere ai poeti.
2013
Tempo e silenzio qui dentro la stanza
- il ticchettio della pioggia soltanto
evoca questo suo scorrere lento
nel grigio prologo di un altro autunno.
E dove poso lo sguardo fioriscono
ancora verdi le fiamme degli aceri,
il languido declino dell'estate
mi strega come un'amante crudele.
2013
C’è luna piena, luna di passione
- inonda con la sua luce spettrale
i nostri corpi, li avvolge nel sogno:
i tuoi capelli attinie nel fondale
azzurrino del lenzuolo, i miei baci
dei falò sfavillanti nella notte.
E siamo personaggi che si amano
in un dipinto folle di Chagall.
2013
Argento di stelle e nuvole scure
sfrangiate sulle torri illuminate
- altri vedranno sorgere le barche
dei pescatori da un mare di onice,
qui nel buio ciangottano le acque
del fiume strusciandosi contro l'argine.
Passano lente come va la vita
e cerco la tua mano questa sera
per sentirne il calore nella mia.
2013
Quando la notte ti avvicini dolce
e solchi con le dita come onde
il mio corpo - il mio petto un vascello
che respira sotto le unghie laccate,
il mio cuore uno sterpo che fiorisce -
intorno a noi tutto il mondo scompare:
siamo due vele bianche che galleggiano
dentro una pozza d’eternità.
2013
Ripete il disegno del tuo seno
e il gioco fragile del tuo sorriso
lo specchio infranto della memoria:
è una maschera di te, un'illusione
che ti scompone in piccoli pezzetti
- ne risulti lontana e differente
eppure sei intensamente tu
nell'acuto ferire del ricordo.
2013
“L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quella che andò
e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”.
LEONARDO DA VINCI
L’acqua che va sotto i ponti e fu lago
e ruscello e sorgente di montagna
dove il cielo è più azzurro si riflette
nell’invaso bloccato da una diga,
quell’acqua che qui trascorre nel verde
e da quelle piante prende il colore
passa lenta come il tempo e instancabile
va tra le sponde con i cigni bianchi
ed i germani a galla tra le canne
e lascia sugli argini torri e chiese
– sentinelle immobili nel mattino.
2005
Il sole dolce della sera tinge
d'oro la stanza, gioca con le ombre,
disegna griglie tra me e te - rimani
nel territorio del divano persa
nel libro inondato dalla luce,
io nella zona di caccia del tavolo
a scrivere dei versi sulla carta.
Ma non ci deve essere alcuna gabbia
tra noi: con due passi giungo da te
e mi guardi perplessa, come un matto
che insegue il filo dei suoi pensieri.
2013
"Dunque al desiderio e alla ricerca
dell'intero si dà nome amore".
PLATONE, Simposio
“Io sono perché tu sei” mi ripeto
questo verso di Neruda, lo sfioro
con la lingua, lo soffio tra le labbra.
E quel verbo essere lo rivesto
degli abiti consueti e poi lo spoglio,
lo mischio con la mia vita, la tua.
E sono io e sei tu e siamo due
metà che anelano all'unità
- come il mito del Simposio platonico.
Io sono perché sei l'altra metà.
2013
Quando diventi fiume scorri in me,
scivoli lenta sotto le mie arcate
- chissà se l'anima ha pilastri e travi,
la mia di certo è un arco che si tende
tra ieri e domani. Fluisci svelta
come un ruscello di montagna, limpida
e trasparente, e mi disseto calmo
alla tua fonte, con le mani aperte.
2013
Se nudi della nostra nudità
varchiamo il confine della notte
e sfidiamo il mondo contingente,
l'intollerabile fugacità,
abbracciandoci, avvinghiandoci al sogno,
allacciando i nostri corpi così
che si confondano e diventino uno,
amore mio, avviciniamo Dio,
sfioriamo un petalo d'eternità.
2013
Ogni amore lascia il suo segno - può
essere un graffio scavato nell'anima
o una dolcezza che riemerge quando
la sera incendia le colline azzurre,
può essere un cuore tatuato sul braccio
o un marchio a fuoco impresso nella carne.
Ogni amore. Il tuo è un volo di farfalle
che mi solleva a toccare la luna.
2013
Torni stasera, fiore scintillante.
Torni e sfavilli come una cometa
con la leggerezza della tua figura
- ma forse è la memoria che mi inganna,
forse confondo, era di un'altra notte
questo tuo batticuore e ora mi aspetti
all'angolo di una strada che sbuffa
nella luce azzurrina di un lampione.
Torni stasera, fiore del ricordo.
Torni e mi inviti come una promessa
nell'opaca incertezza della notte.
2013
Ci sono nuvole di raso e tulle
stasera, infiocchettano il panorama
consueto in carta regalo per me
con il foglio dorato del tramonto.
Sanno che tu non ci sei, che lontana
trascini i tuoi passi e le ore in città
- così mi incantano con lo splendore
per far sì che riesca a dimenticarti.
E invece riescono solo ad accrescere
il mio desiderio di te, amore...
2013
Chiedi allo specchio un vano simulacro -
il suo ricordo è sabbia nella mente,
blocca gli ingranaggi, li arrugginisce,
come alghe impiglia brani di memoria.
E tu ricostruisci, soffi via
la polvere, ripristini le maglie
dei meccanismi, rinfranchi i legami,
li accordi come fosse un pianoforte.
Ma è melodia di un vecchio carillon
dal pettine consunto e suona rauco
- il tempo è abilissimo giocatore
di scacchi, vince sulle tue memorie.
2013
Settembre dolce è tornato a cantare
con la voce delle gazze - ora ridono
come rane sguaiate tra i filari,
lasciano che le cornacchie distendano
i loro voli sulle noci nuove.
Settembre malinconico è tornato
le sere più fresche a rabbrividire,
a intessere l'anello della luna
con i tralci del clinton - e ti rimane
nel bacio il sapore della fragola.
2013
I nostri giorni si avvolgono in grossi
gomitoli - azzurro il mio, sai che amo
questo colore e che lo indosso spesso,
e d'un tenue rosa il tuo, dolcemente
femminile, vezzosamente antico.
E noi come due Sisifi moderni
li rotoliamo avanti e indietro
per il mondo sperando di intrecciarli
un giorno in un tessuto mélange.
2013
C'è un giovane gheppio da qualche parte
- forse su un pino, o su un cornicione -
e sento il suo richiamo lacerare
l'aria limpida dopo il temporale.
Grande corteggiatore il gheppio: come
un ballerino volteggia leggero
attorno alla femmina senza toccarla
e poi si eleva in volo alto e elegante.
Ti amerò come il gheppio, questa notte...
2013
Ti sei librata nel sogno - falena
con il corpo di donna e ali dorate.
Mi invitavi con l'indice arcuato
a seguirti al limite della notte.
Poi mi sono svegliato nel mio letto.
La luna era un bottone malcucito
e illuminava le solite piante.
Tu dormivi al mio fianco, dolcemente.
2013
Qualche volta è successo: dal mio sogno
sei piombata nelle luci dell'alba.
Piombata? Che brutta parola, sa
di pesantezza, di grigio ferroso.
Ti sei librata come foglia secca
planando sul bianco delle lenzuola.
Già meglio, ma - tu sai - la foglia secca
è morta e io invece sono viva.
Sei giunta come una lama di luce
a ridestarmi in un nuovo mattino...
...e ho soffiato in te la vita, ho riempito
il tuo cuore con tutta la poesia.
2013
È bastato un vecchio film a portarti
nelle plaghe inaridite del cuore
- la visione di un golfino azzurro,
le parole taciute, le risate
forzate da giocatore di poker.
La felicità non è del ricordo,
è di questo presente che ricorda
e aggiusta la rotta dopo ogni miglio
- e tu bellissima sorridi al vento,
sei la polena di questa mia vita.
2013
Si ritorna, si torna per dorare
vecchi ricordi consunti, per dare
una mano di nuovo alle memorie,
per togliere la polvere del tempo.
E poi si nota che qua e là qualcosa
è cambiato, che, tolta via la patina,
escono i tarli lasciati dagli anni.
La nostalgia è una donna bellissima,
rivederla, incontrarla di nuovo,
ti fa scoprire le sue smagliature.
2013
La luce che confonde le maree
disegna illusioni nei ricordi,
lagune in cui il tempo si impantanò,
mari seccati nel suo divenire.
E silenziosi Lestrigoni hanno
divorato già flotte di memorie,
la maga Circe altri ha trasformato
in sogni e nostalgie, in vani rimpianti.
Il navigante guarda dalla poppa
e scorge nella nebbia degli anni
solamente un raro baluginare.
2013
La tua forma è un collo di bottiglia:
ci verso lacrime e ne traggo sogni
- le stelle brillano nel firmamento,
i desideri volano nell'aria,
schioccano come dei baci nel buio.
La tua forma è una spiaggia, è paradiso
dove l'onda si infrange alle scogliere
- il mare luccica sotto la luna,
la bellezza è una poesia nella notte
sussurrata all'orecchio di una dea.
2013
Le colline si distendono, pronte
a giacere nell'ombra della notte.
Nel buio diventeranno balene
o amanti o perdute divinità.
È in quest'ora, le braci del crepuscolo,
che la parola discende, si forma
in sogno e pensiero, in viva emozione.
È in quest'ora che diviene poesia.
2013
Perdersi dove l'azzurro del lago
diventa irreale specchio di cielo
- le nuvole come cigni galleggiano,
si impigliano tra le canne palustri -
oppure ritrovarsi in armonia,
rinascere nel tempo senza tempo?
Ci guardiamo l'un l'altra nella luce
vivida di agosto e siamo soltanto
anima in quell'istante senza fine.
2013
L'onda e la spiaggia, forse la risacca:
la somma dei nostri corpi un oceano.
Il sole e la luna, la notte e il giorno
e un lampo affilato come un coltello.
Le mani intrecciate come se mai
noi volessimo che si disciogliessero.
E il cuore dentro il cuore, perché battano
entrambi finalmente all'unisono.
2013
Una parola bruciata nel buio
ha incendiato le navi di Omero
e le mie lacrime di nostalgia
versate sul sedile del tramonto.
Consolami, fammi dimenticare, amore:
stringimi più forte a te ed accarezzami
con la dolcezza del sogno - sei il giglio
fiorito ancora sulle mie macerie.
2013
Ritorna la febbre d'amore - passi
con piede leggero sull'impiantito,
scali cieli raggianti, gelsomini
e corde sotto la luna d'estate.
Divampi come un tramonto, ti libri
nello sfogliarsi rosso della sera,
ti screzi come viola del pensiero
e lasci dietro te l'ombra di un dio.
2013
Le parole nervature di foglie
segnano la pagina bianca come
un percorso - dal cuore alla mente,
dalla mente al cuore va l'emozione.
I nomi cadono come ricordi,
si ammucchiano rossi ai piedi dell'albero
- chi sono stato, chi sono la stessa
persona eppure un uomo diverso.
2013
La luna è l'invadente testimone
che in queste notti di afa alle finestre
si apposta - voyeur del nostro amore.
Si affaccia con i suoi occhi di cenere
e insinua le sue dita di stagnola
fin sopra il davanzale, nella stanza.
Se ne va invidiosa quando l'alba
ci trova addormentati - ma l'ho vista
spiarci ancora nel cielo del mattino.
2013
Mi crogiolo in questo mio sentimento,
lascio che l’oro fuso del tramonto
colato sulle montagne di bronzo
mi riscaldi con vividi colori,
che trabocchi come inebriante filtro
un elisir d’amore distillato
tra i carpini e l’estate per donarmi
un’illusione di felicità.
2013
Aperto o chiuso, il testo esige l’abolizione del poeta che lo scrive e la nascita del poeta che lo legge.
OCTAVIO PAZ
È la poesia che dice me, che esce
come un paio di antennine di chiocciola
e osserva il mondo e parla con il mondo.
E tu che chiedi, sai che le parole
sono le stesse che bruciano dentro,
le hai riconosciute leggendo come
un volto già noto in mezzo alla folla.
La poesia dice di me... e di te.
2013
E così, in questa sera sottile
e grigia, i nostri futuri cullati
tra le braccia come bambini, come
neonati, ora fioriscono di sogni:
sono dei bulbi messi a dimora
alla fine dell'estate perché
incendino l'aria di primavera.
Dove trasale un guizzo nel tramonto
forse si è appena incarnato l'amore.
2013
Ferragosto ha una voce di cicala
- canta metallica da qualche filo
d'erba e se ne infischia
del silenzio dell'inverno, eleva
il suo inno a questo sole che cuoce
le argille e cretta il passo tra le zolle.
Siamo così anche noi oggi, seduti
al grande tavolo bianco da giardino
in questo pomeriggio che ha il sapore
dell'estate - poeti senza nome
abbandonati al rosso dell'anguria.
2013
Se la poesia fosse un albero allora
le sue radici sarebbero in cielo
- dice con voce da profeta e intanto
sbuccia una mela Golden con la cura
di un orafo. "E tu, tu cosa ne pensi?"
Io - cosa ne penso io? Gualcisco
i miei fogli, li lego con lo spago,
troppo in alto. Sembrano una quercia,
rovesciata, adesso che li ripongo.
E bevono quel rossore di nuvole...
2013
Tu che passi davanti alla luna
tu che passi davanti e la streghi
in questa notte di grilli e misteri
in questa notte di sogni e pensieri.
Tu che passi davanti alla finestra
tu che passi davanti e mi streghi
con il tuo corpo nudo e rosato
con il tuo corpo di donna e di dea.
Tu che passi e mi inviti all'amore...
2013
C'è una stella lassù, tra le Perseidi
che attraversano il cielo di agosto
veloci come lepri. C'è una stella,
una piccola stella che cadrà.
Non andrò a cercarla nel prato - vivo
e palpitante cuore luminoso -
come facevo quando ero bambino.
Accenderò nel cuore un desiderio.
E quel desiderio avrà il tuo nome.
2013
La poesia questa notte è della luna:
dipinge il tuo corpo, vi versa latte
e argento inebriandomi di luce.
E bevo i tuoi sospiri come in sogno
mi sono dissetato dei papaveri,
mi sono abbeverato dalle nuvole.
Ogni tuo respiro diventa un fiore
e lo colgo, nell'ora dell'amore.
2013
Arde il tramonto in fiamme sulle rose:
in quelle braci violette risplende
la bellezza della sera, l'essenza
del morire dolcissimo del giorno.
Tu dici che così mi abbandono
tra le braccia della malinconia,
che mi porto via solo la tristezza.
Non lo capisci: colgo la poesia...
2013
Adesso fanno musica i tuoi tacchi,
cammini come balli nella notte
e un vento di flamenco nella strada
soffia le sue nacchere sul tuo vestito
a fiori - il tuo passo è un'onda che viene
e che va nel magnifico oceano
del tuo corpo di dea, io l'ammaliato
Odisseo in balia del tuo potere.
2013
Eccomi lì che come Ghiannis Ritsos
guardo la sfumatura di una nuvola,
da solo anche stasera se tu insegui
la tua vita nel cuore di quel borgo
che sa di periferia e di zanzare.
L'orlo di quella nube ha il tuo colore
di donna, un piccolo rosato sogno
oltre lo specchio, oltre questa veranda
planata su un anfiteatro di colli:
la tua carne segreta è nel mio sguardo.
2013
Questo raggio di sole, questa lama
che taglia in due la stanza e ci confina
nelle nostre solitudini - re
e regina nei propri appartamenti,
asserragliati in tane di pensieri,
rinserrati nei covi dei ricordi.
Ma basta che allunghiamo le mani,
che ci cerchiamo nel letto disfatto
e la luce si imbroglia nell'abbraccio.
2013
"Il Funambolo / splendeva tutto camminando
sulla sua fune, sotto la luna".
GHIANNIS RITSOS
La ragnatela tra il faggio e la luna
forse mi condurrà fino da te
con i miei piedi bianchi di funambolo.
Più facile un cammello nella cruna.
costruire piramidi di se
o disegnare un futuro sognandolo.
L'amore, si sa, ignora la ragione
e mi offre già per bilanciere Orione.
2013
“Tutto il tuo silenzio l’ha detto la poesia”.
GHIANNIS RITSOS
Le parole che non ho pronunciato,
i gesti che io non ho mai compiuto
- le carezze rimaste nelle mani,
i baci disseccati sulle labbra -
si sono trasformati per un magico
tocco in lunghe collane di poesie.
E le rose che non ti ho mai donato
ardono vive ogni nuovo crepuscolo.
2013
Sfiori la notte all'orlo del cuscino
e io sono lì, sono lì con te
- la mano che disseta la tua febbre,
il bacio che indirizza i tuoi sogni.
Lambisci l'onda chiara del lenzuolo
e io sono lì, sono lì per te
- la carezza che acquieta la tua ansia,
lo sguardo che veglia la tua presenza.
2013
Nel ricordo ci sono i grandi pini
marittimi e il lentissimo frusciare
del tempo - l'acquedotto dominava
il caldo appiccicoso dell'estate
che avvolgeva in un sacco la città.
La sera declinava sugli oleandri
e sulla nostra gioventù lasciata
a macerare a un lato della via.
Siamo rimasti là, come due statue,
avvinti all'illusione di un amore.
2013
