mercoledì 14 ottobre 2009

Avvilimento

L'avvilimento è questo amaro in bocca,
questo stare posato sulla sedia
come uno straccio a inseguire pensieri
- così distrattamente si rigira
il cucchiaino nella tazza vuota.

Bruciano agli angoli degli occhi
lacrime che non scenderanno mai,
un pianto fossile che fa più male,
che si incrosta in un vuoto senza sfogo.

Lo so che ci saranno altri giorni,
che altre speranze si illumineranno
dipingendo di rosa l'avvenire.
Ma nulla ora riesce a cancellare
la grigia sensazione che io provo.

Sai che non mi vedrai cedere mai
al melodramma - non è nel mio stile.
Se ho fatto il pazzo fu una volta sola,
ero giovane e travolto d'amore.

Così impacchetta queste mie emozioni
e porta via con te il mio malumore.
Ci penserà il vento a spazzare il cielo
dalle nuvole che girano intorno.


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2009

martedì 13 ottobre 2009

Cala la nebbia

“La sensazione di passato
  e presente fusi in uno”.
  JOHANN WOLFGANG GOETHE

Come acqua dalle polle, le parole
vengono da sé e talora comportano
un auto da fé, talaltra si lasciano
portare dal vento e scoppiano come
bolle di sapone oppure galleggiano
poetiche come delle foglie gialle
nel mare chiaro dell’aria e finiscono
a colorare il fondale del bosco.
Cala la nebbia bianca sulla sera
ed i miei pensieri con la magia
del crepuscolo si fondono, solo
un attimo in cui comprendo e assaporo
la bellezza e lo stupore ma poi
le connessioni tra nervi e memoria
portano tutto alla realtà e ritorno
alle parole: soppeso e divido,
catalogo ed incenso e poi mi struggo
nell’impossibilità di descrivere
l’attimo colmo di meraviglia.

 

© Jamie Cook

 

1992

lunedì 12 ottobre 2009

Musica d’oltremare

Dove? Forse lontano, d’oltremare,
su onde radio nel vento le parole
galleggiano portandosi l’infinito.
La musica, la voce mi raccontano
quelle anime assetate della vita
in cerca di qualcosa di indistinto
che la ragione fatica a trovare.

Qui nel silenzio mi godo la pace
e la notte di luna e questa musica
con la facilità del cammelliere
che rimira le stelle nel rifugio
sicuro e comodo della sua oasi
e mi ritrovo abitante del mondo.


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© Jukon


1998

domenica 11 ottobre 2009

Stato di abbandono

Quella che un giorno fu casa tua… Sono
capitato per caso in quella piazza:
c’era il mercato. Tra le bancarelle
mille colori e sapori e il ricordo
che strusciava lento sulle persiane
scrostate, sui balconi senza fiori.
E l’abbandono di quella tua casa,
di quell’amore mi faceva male.
Passava un tram oltre il mercato: sono
salito in fretta e sono fuggito.

 

© Easy Art

 

1998

sabato 10 ottobre 2009

Silenzio autunnale

In questa solitaria sera ascolto
il silenzio portato dall'autunno,
posato come un velo sulle cose.

È il cielo vuoto sopra le colline,
il nido abbandonato dalle rondini,
la strada illuminata dalla luna.

E tu torni, segreta e trasparente,
nelle profondità della mia anima.

.

John Atkinson Grimshaw, “Near Bolton Abbey”, 1876

 

2009

venerdì 9 ottobre 2009

Attesa

Guardavo il tempo che fuggiva via:
era il sole che si alzava nel cielo,
l'onda che si frangeva sugli scogli,
il passante svanito all'orizzonte.

Tu non arrivavi, non saresti arrivata
che nel gioco del sogno a spalancare
cortine, nel sollievo del ricordo
a replicare gesti di passione.

Quando mi alzai scuotendo via
la sabbia dai miei pantaloni azzurri
mi parve di spazzare via il tuo amore.


Albert Marquet, “spiaggia di Fecamp”

2009

giovedì 8 ottobre 2009

Una rosa

La luce incerta del giorno mi turba,
bagna il velo delle preoccupazioni
come una rugiada radioattiva.

Dal cielo grigio scende a rivestire
le cose di un colore innaturale,
a disegnare forme con le ombre,
a ritagliarle, a staccarle dal fondo.

Ma basta a conciliarmi con il reale
il modo in cui dipinge nel giardino
il candido gioiello di una rosa.

 

 

 

2009

Fotografia di Ahmed Sirry