martedì 18 novembre 2008

La luce dell'amore

Così ti ripresenti nella notte
dei pensieri - l'oblio - illuminandoli
di te, piccolo sole del ricordo.

Rivesti i sogni di quella tua forma,
li incarni sconfiggendo tempo e spazio,
debole eco dei giorni perduti.

Spalanchi le cortine alla memoria,
lasci entrare la luce dell'amore.


René Magritte, "La condizione umana"


2008

lunedì 17 novembre 2008

Il foglio di novembre

Seccano i cardi dentro il grande vaso.
L'estate è solo un ricordo sbiadito
come quei loro filamenti viola.

Adesso è il tempo delle foglie d'oro,
dei fiori di cotone per Natale,
degli agrifogli e dei nastrini rossi.

Ed il termosifone lo rammenta
giocando con il foglio di novembre.


Robert Furber, "Novembre"


2007

domenica 16 novembre 2008

Prima nebbia

"Arrivederci fratello mare
 mi porto un po’ della tua ghiaia.”

 NAZIM HIKMET
Il mare mi reclama, vuole i giorni
che gli ho negato, la mia nostalgia
di solitario in borghi di pianura.
Con le sue onde, con i litorali
rapisce i miei sensi, vuole che io creda
che dietro una ringhiera l’infinito
si apra oltre dune sabbiose. Non c’è.
La ragione mi grida che soltanto
la ferrovia c’è e i grandi capannoni,
case in cooperativa e ipermercati.

Adesso sono deserte le spiagge,
lunghe e vuote, levati gli ombrelloni.
L’umidità e il cielo grigio d’autunno
accolgono chi pesca e chi cammina
come una nebbia densa di ricordi.
Come la prima nebbia che è venuta
ad intridere i kiwi nei giardini,
ad accendere il rosso degli stop.

Il mare non mi avrà per altri mesi:
le strade mi porteranno lontano,
a dolci mercatini di Natale,
a luci gialle di fiere in città.
Dietro una curva, dietro una ringhiera
mi tenterà ancora e solo a fatica
la ragione saprà zittire il cuore.


Adolph Gottlieb, "Nebbia"


2003

sabato 15 novembre 2008

Aria

“Batte il mio cuore al ritmo del mio passo.”
  CAMILLO SBARBARO
Ti ho inseguita con caparbia impellenza
con i polmoni che cercavano aria,
la bocca spalancata ad inspirare,
e le mie mani intanto si aggrappavano
per non cadere, non cedere al panico.

Tu da lontano ti mostravi appena:
eri un fantasma perso nella nebbia,
una passante scorta in Galleria,
la viaggiatrice dentro una stazione
che sale sopra un treno arroventato.

Io, senza fiato, senza più ricordi,
oppresso dal mio stesso peso andavo
a fondo nell’asfalto liquefatto
come nel vortice della tempesta
ed annaspavo ancora boccheggiando.

Come un naufrago tendevo le mani,
mi abbarbicavo al più esile relitto
per potere giungere alla salvezza
scansando l’asfissia, l’ipotermia,
e approdare disperso a qualche terra.

Eri tu il fuoco che ardeva nel petto,
il dolore che mi spremeva vivo
e ottenebrava gli sguardi e la mente,
che inaridendomi mi intorpidiva
afflosciandomi come un sacco vuoto.

Adesso cammini per la tua strada
e ti ho voltato le spalle, percorro
i miei parchi di sole e di colore
e ti ho estirpata da me come un’erba
per respirare ancora nuova aria.


Peter Davidson, "Verso le colline"


2003

venerdì 14 novembre 2008

Volo di uccelli nella sera

Il cielo si sviluppa in verticali
raggi, in isole di luce dorata
nel mare vorticoso delle nuvole.

Gli uccelli alle ore di sole si attardano,
planano nelle correnti lassù,
lasciano impresse le mobili ombre
nel tramonto sulla verde vallata.

E il vento che strattona le bandiere
li disperde come uno sparo cupo.



Immagine © Aviva


2004

giovedì 13 novembre 2008

Notizie di cronaca

“Preziosa apparisce la vita di una persona
  prima di tutto per il valore che altri vi pone.”
  ITALO SVEVO

Lungo i vapori gialli della sera
i sicari senza nome deragliano
povere vite felici di un attimo.

Le mani di un neonato, le carezze
di una donna, gli amici all’osteria,
un pic-nic sul prato a Ferragosto…

Le linee del sangue, bianche lenzuola
assassinano padri e mogli e figli,
come se fosse scoppiata una guerra.

“L’anno prossimo, sa, andrò in pensione”
l’oro d’autunno, la neve sui monti,
la pioggia che canta su una tettoia…


Da qualche parte anche per loro esiste
- deve esistere - un caldo paradiso
per festeggiare i Natali perduti.

Ora sono solo i capi spezzati
di una corda che chiamavano vita.


Kurt Schwitters, "Mz 94. Grünfleck"


2004

mercoledì 12 novembre 2008

Sera dei caldarrostai

"La mano che si chiuse sulle viole
  si tinge di castagne.”

  ATTILIO BERTOLUCCI
L‘amore che ritorna questa sera
ha il tuo cappotto e le mie scarpe nuove
e vibra delle notti che ho passato
a immaginarti vivere lontano.

Le foglie gialle chiazzano l’asfalto
e al fuoco dolce dei caldarrostai
non ho bruciato tutte le illusioni
se il tuo sorriso illumina il mio volto.

E sgusci le castagne ed il mio cuore,
sei la ragazza che m’insegnò un giorno
il gioco degli scacchi e della vita,
sei il tempo che ho trascorso a ricordarti.

L’amore ch’è tornato questa sera
mi lascia ebbro a guardare le scintille
che si levano al cielo senza stelle.
Non ho neanche bevuto il vin brûlé...



Fotografia © Flickr


2003