Essere parte – ritorna il concetto –
camminare nel mezzo di una folla,
gente sui marciapiedi di New York,
clienti di un supermarket affollato.
Essere parte di una comunità,
puntino al seguito di una via crucis,
voce che si aggiunge al coro pregando,
il granello di sabbia che precipita
con gli altri nel cono della clessidra.
Essere parte o rimanere isola?
lunedì 17 marzo 2008
domenica 16 marzo 2008
Ricordo al mattino
Con le tue dita di fuoco e di neve
- come la pioggia cade con il sole -
spalanchi le tenui cortine rosa
del giorno a brividi di meraviglia.
Così il ricordo che ritorna in gola
è un grido che risveglia ormai sopiti
gusti, che accende suoni negli orecchi
- il mare in lontananza sciabordava,
la resina colava lungo i pini…
- come la pioggia cade con il sole -
spalanchi le tenui cortine rosa
del giorno a brividi di meraviglia.
Così il ricordo che ritorna in gola
è un grido che risveglia ormai sopiti
gusti, che accende suoni negli orecchi
- il mare in lontananza sciabordava,
la resina colava lungo i pini…
Il mattino è questa finestra aperta
dove invece di tigli vedo le onde.
dove invece di tigli vedo le onde.
2007
sabato 15 marzo 2008
La luce del tramonto
La luce del tramonto in questi giorni
di primavera con l’ora legale
non ancora scattata ha colore
di pesca, toni d’ambra. Come sospesa,
si diffonde intorno, luminoso
pulviscolo copre tutte le cose
come una pioggia dorata. È Zeus
che arde d’amore e la terra è Danae.
di primavera con l’ora legale
non ancora scattata ha colore
di pesca, toni d’ambra. Come sospesa,
si diffonde intorno, luminoso
pulviscolo copre tutte le cose
come una pioggia dorata. È Zeus
che arde d’amore e la terra è Danae.
Fotografia © Daniele Riva
2000
Argomento:
Tramonto
venerdì 14 marzo 2008
Sono il cormorano
Contro ogni ostacolo mi vorrei ergere
come macigno, e alle ondate resistere
come lo scoglio; come torre in pietra
sfidare il vento e il rombo di bufera.
Ma sono il cormorano che nel grasso
petrolio si impaluda, la bottiglia
che il vortice dei flutti fa girare,
sono il giunco che piega alla tempesta.
come macigno, e alle ondate resistere
come lo scoglio; come torre in pietra
sfidare il vento e il rombo di bufera.
Ma sono il cormorano che nel grasso
petrolio si impaluda, la bottiglia
che il vortice dei flutti fa girare,
sono il giunco che piega alla tempesta.
Argomento:
vita
giovedì 13 marzo 2008
Effluvio di magnolie
La primavera è questo effluvio dolce
di magnolie al calare della sera
quando il buio deposita i colori
ed alla luce della luna splendono
a centinaia quelle stelle bianche.
È un profumo che inebria, che stordisce
attira come un miele alla sua fonte,
nel prato dove si sono richiuse
già le corolle delle margherite.
Di giorno, con il sole, non colpisce
è di notte, nel fresco, che divampa
come un incendio dentro le narici.
di magnolie al calare della sera
quando il buio deposita i colori
ed alla luce della luna splendono
a centinaia quelle stelle bianche.
È un profumo che inebria, che stordisce
attira come un miele alla sua fonte,
nel prato dove si sono richiuse
già le corolle delle margherite.
Di giorno, con il sole, non colpisce
è di notte, nel fresco, che divampa
come un incendio dentro le narici.
Fotografia © Daniele Riva
2002
Argomento:
primavera
mercoledì 12 marzo 2008
Il mare è un barbaro furioso
Il mare è un barbaro furioso e irrompe,
violenta le scogliere, ruba metri
alla spiaggia mescolandosi al cielo.
violenta le scogliere, ruba metri
alla spiaggia mescolandosi al cielo.
Sospinge un vento odoroso di salso,
gonfio di goccioline come nebbia
oltre la balaustra di pietra lavica.
Proprio questa forza è la sua bellezza,
come la pioggia purificatrice
o il maestrale che spezza i rami secchi.
E lo sento fratello nella notte
in questa piazza dalle palme antiche:
la sua rabbia mi dà serenità,
mi calma come una tisana calda.
Fotografia © Daniele Riva
2006
Argomento:
mare
martedì 11 marzo 2008
Un'altra mattina
"Non ti pare, dormendo, di non esser mai solo?”
CESARE PAVESE, Dialoghi con Leucò
Un’altra mattina, e il tempo che scorre
è un pugno di sabbia che va nel vento
portandosi via stanche congetture.
Dove sarai chiedo alle nubi bianche
che sorvolano cime di granito.
Ma hanno secoli le mie domande
e non so in che direzione guardare.
Se ancora mi parli di te nei sogni
lo fai con vaghezza e lasci sospese
parole vane, piene di incertezza.
Ti dilegui nell’aria del mattino,
quando irrompe la luce e mi travolge
la dolcezza fiacca del dormiveglia.
Fotografia © Daniele Riva
2006
Argomento:
mattino
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