Ti presagivo. In qualche modo avevo
coscienza di te, sapevo che un giorno
saresti stata il turbine che avrebbe
sconvolto la mia vita. Ora lo dico,
ora che dai segni di mie remote
poesie divino questa tua presenza
in tempi in cui ancora non eri in me.
Quei versi parlano come le carte
dei tarocchi, il destino era già scritto:
ti aspettavo, io ti ho sempre aspettata,
eri la squaw dei giochi di bambino,
eri la Musa ferma dietro l’angolo.
E ti incontrai in una strada di sole,
come se tutto accadesse per caso.
lunedì 30 giugno 2008
domenica 29 giugno 2008
Desiderio del mare
Una finestra a cui arrivi l’odore
del mare – e vederlo scintillare
laggiù, oltre la balaustra della spiaggia,
calmo, solcato dalle vele bianche.
O sentirlo la notte, mormorante,
infuriato vagare tra gli scogli,
sapere che, alzandomi, ne vedrei
il bianco frangersi dei cavalloni.
Alla sua voce piana addormentarmi...
del mare – e vederlo scintillare
laggiù, oltre la balaustra della spiaggia,
calmo, solcato dalle vele bianche.
O sentirlo la notte, mormorante,
infuriato vagare tra gli scogli,
sapere che, alzandomi, ne vedrei
il bianco frangersi dei cavalloni.
Alla sua voce piana addormentarmi...
Fotografia © Daniele Riva
2007
Argomento:
mare
sabato 28 giugno 2008
Su questo balcone
Il giorno scivola dentro la sera,
cubetto di ghiaccio sul piano obliquo
del tramonto d’arancio e di cobalto.
Tu sei lontana come i miei sguardi
che si spingono miopi verso il mare
e frugano la tua assenza nel vento.
Giunge musica da feste in giardino:
è dischiusa oramai la porta stretta
del ricordo, della malinconia.
Portata da quelle note soffuse,
ora tu sei qui, su questo balcone,
e danzi nel soffio della memoria.
cubetto di ghiaccio sul piano obliquo
del tramonto d’arancio e di cobalto.
Tu sei lontana come i miei sguardi
che si spingono miopi verso il mare
e frugano la tua assenza nel vento.
Giunge musica da feste in giardino:
è dischiusa oramai la porta stretta
del ricordo, della malinconia.
Portata da quelle note soffuse,
ora tu sei qui, su questo balcone,
e danzi nel soffio della memoria.
Immagine © Felicia
2007
venerdì 27 giugno 2008
Mattino d'estate
Le foglie specchi mobili riflettono
il sole alto di giugno, la rugiada
si asciuga lentamente nel mattino
tra i fiocchi di cotone delle nuvole.
Tra l’erba si rincorrono i sussurri
del vento, solo i grilli e le lucertole
riescono a interpretarne le parole.
A me resta il mistero dell’estate:
ne sento il gusto in uno stelo d’erba.
il sole alto di giugno, la rugiada
si asciuga lentamente nel mattino
tra i fiocchi di cotone delle nuvole.
Tra l’erba si rincorrono i sussurri
del vento, solo i grilli e le lucertole
riescono a interpretarne le parole.
A me resta il mistero dell’estate:
ne sento il gusto in uno stelo d’erba.
John Horsewell, "Primavera, Aix-en-Provence"
2008
Argomento:
estate
giovedì 26 giugno 2008
La farfalla
Dove posa la farfalla rossa
anche il sogno si adagia con dolcezza
e il marmo candido diventa carne.
anche il sogno si adagia con dolcezza
e il marmo candido diventa carne.
Fotografia © Wallpapers HD
2008
Argomento:
sogno
mercoledì 25 giugno 2008
Anniversario
Il tempo passa e dice che ti ho persa:
lo ripete ogni giorno come un mantra,
lo grida dalle rose del giardino,
lo urla nell'arancio dei tramonti.
Il tempo passa e dice che ti ho persa:
lo so io ma l'amore non lo sa,
guarda le rose, guarda nei tramonti
e continua a sognarti, disperato.
lo ripete ogni giorno come un mantra,
lo grida dalle rose del giardino,
lo urla nell'arancio dei tramonti.
Il tempo passa e dice che ti ho persa:
lo so io ma l'amore non lo sa,
guarda le rose, guarda nei tramonti
e continua a sognarti, disperato.
Justin Clements, "Le rose del tramonto"
2000
martedì 24 giugno 2008
Era l'età dei fiori nei capelli
Era l'età dei fiori nei capelli
e il sogno si librava nella notte
con le sue ali bianche di falena.
La luna, il mare erano cartoline
sullo sfondo perduto delle sere.
Gli abbracci, le parole non bastavano:
come lievi scintille di falò
svanivano nel cielo tra le stelle.
L'amore fu quasi rivelazione,
fiore sbocciato alla luce dell'alba.
e il sogno si librava nella notte
con le sue ali bianche di falena.
La luna, il mare erano cartoline
sullo sfondo perduto delle sere.
Gli abbracci, le parole non bastavano:
come lievi scintille di falò
svanivano nel cielo tra le stelle.
L'amore fu quasi rivelazione,
fiore sbocciato alla luce dell'alba.
Giuseppe Zollo, "Va' e dagli un fiore dai miei capelli"
2008
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