è la sorpresa delle prime sere
con l’ora legale - un divampare
di fiamme a occidente dietro le tende.
E ne riverbera tutta la stanza,
divenuta uno scrigno d’oro e rame
- così fa radiosi gli innamorati
la dolcissima luce dell’amore.
Fuori cantano i merli - si è svegliato
il mattino che chiama primavera
e quell’eco di fonti da lontano
penetra la luce di questa nostra intimità.
Ninfa e fauno, riposiamo nel prato
delle lenzuola, ancora storditi,
inebriati dal canto, dal fiorito
richiamo della stagione più bella.
2017
Mi hai fatto entrare nella più segreta
stanza del tuo cuore, hai spalancato
le finestre dopo tanti anni e il mio
sole ha fatto scintillare di nuovo
le dorature, ha riacceso i cristalli
di riflessi, ha illuminato ogni cosa.
Hai tolto dai vasi i fiori appassiti
e vi hai messo narcisi per me...
2017
Abbiamo un sogno di grattacieli
newyorkesi - i taxi per le strade,
la folla delle avenues e l’oasi
di Central Park. È lì che ci vediamo,
un giorno che non ha nome né tempo
ma resta addormentato dentro noi
simile a una creatura mitologica.
È lì che siamo adesso, ce ne andiamo
tenendoci per mano tra la gente,
storditi dalla luce e dall’amore.
2017
Sussurro il tuo nome alle stelle, un mantra
d’amore in questa notte solitaria.
E ti sento vicina - qui, nel cuore,
tu lo sai che ci sei sempre, seduta
comoda a sorseggiare tè, la stanza
profumata di sapone e lavanda.
Sussurro il tuo nome, come un ragazzo,
e sembra che Sirio brilli di più.
2017
Restare qui sdraiati, abbandonati
alla calma dei respiri uniti
- la tua testa sul cuscino del braccio,
il mio collo offerto alla tua mano...
I nostri desideri sono piccoli
brandelli di tempo immobile, attimi
di una tranquilla felicità strappati
alla vorace fame dell’eterno.
2017
Penso a te mentre siedo qui, di guardia
ai miei sogni - la luna si distilla
nell’alambicco oltremare del cielo,
la notte porta effluvi di magnolie.
Le nostre assenze adesso si compenetrano,
diventano un grumo di nostalgia
- il desiderio è una stella che sembra
vicina ma che non riesco a sfiorare.
2017