del lungolago, la breve penisola
tra cielo e terra - ma è tutto quel grigio
a dare segno di sé: le montagne
cupe si riversano dentro il lago
di mercurio come una fredda lava
che inghiotte i riflessi delle barche
e il campanile di San Nicolò.
Il sole del mattino tinge d'oro
il lago - le onde sciabordano lievi
cullando appena le boe bianche. I monti
sorgono dalla foschia elevandosi
come fondali di scenografia.
Respiro l'aria di ottobre e la luce,
mentre la voce frusciante del Garda
canta la sua nenia senza tempo.
2016
I giardini si colorano - bruciano
i carpini, ardono gli aceri, gialle
foglie di castagni chiamano ottobre
a svuotare il tesoro dei ricci.
È l’ora di cogliere i frutti e i giorni,
di abbandonarsi alla dolcezza buona
- ci sarà tempo di immalinconirsi
nella tristezza grigia di novembre.
2016
Ti sei voluta fermare per cogliere
i gialli fiori dei topinambur
al limitare di un campo di ottobre.
Quella fiammata gialla che stringevi
al petto ora colora la cucina
con la sua effimera bellezza - quasi
che il sole eclissatosi nel tramonto
fosse sorto di nuovo dentro il vaso.
2016
Oggi ho sorbito il rosolio dell'alba,
poi sono uscito a cercare me stesso
- le colline facevano la guardia
al giorno che si lavava nel fiume.
Così, quando infine sei arrivata,
già sapevo che cosa raccontarti
- il tuo nome che fluttuava leggero
aveva riempito tutta l'attesa.
2016
Il cielo ha nuvole di seta e porpora
- imbeviamo gli sguardi di quel rosa,
che sia in sintonia con le nostre anime
o almeno che esse un po' vi si avvicinino.
Nella stanza la luce delle lampade
spande un chiarore caldo ma estraneo
al tramonto - la pentola sul gas
è il gorgogliare solito del reale.
2016
L’autunno che sparge funghi e centesimi
appresta foglie gialle per la diga,
la avvolge in quel suo manto di regina.
Ma noi che andiamo al passo, senza fretta,
raccogliamo ancora i nostri ricordi,
verghiamo un bilancio di entrate e uscite.
Nei riflessi del fiume diviniamo
le nostre figure, come Narcisi
che non si fidano degli specchi.
2016