silenziosa - come un haiku ha versato
poesia sulle cose: ha adornato
i rami con le trine, ha decorato
le siepi con i merletti, ha disteso
uno strato di ovatta sopra i tetti.
Un pettirosso ha ricamato il bianco
lenzuolo con le sue piccole impronte.
L’oriente stamattina più non brucia
- è d’acqua e grigio e io disorientato
dal nuovo anno, dallo scombussolarsi
stanco dei giorni della settimana.
Smuovo i pensieri come quando tuffo
una mano nell’acqua e dentro il fiume
il cielo si scompone e ricompone:
in quel cerchio appare infine il tuo viso.
2016
1° gennaio 2016, ore 1.30
La luna reclinata come ubriaca,
bicchiere da cognac riempito all’orlo,
dopo un altro brindisi e le lenticchie
adesso dorme sopra una panchina
vegliata da una stellina pietosa.
La notte è finalmente quieta - anche
le lanterne cinesi sono volate lontano.
2016
La luna è bassa sulla brina - cielo
violetto di smog sopra la città.
Solleva il primo foglio al calendario,
ricomincia la danza degli specchi.
Anno che vieni accatastando legna
per le stufe, bruciando scappamenti
nelle strade grigie, portaci almeno
una parvenza di felicità.
2016
E quando sei lontana e più ti sento
nel cuore e guardo dal fioraio all’angolo
le rose che vorrei donarti vive
e fiammeggianti del colore che ami,
allora mi manchi come una parte
di me ed è la tua assenza dolce e triste
insieme e la malinconia di averti
al mio fianco è una sete inestinguibile.
2015
La gloria del mattino è in queste nuvole
di basalto che sorgono dal levante
- le illusorie montagne violette
dell’alba stese come Dolomiti
dove si apre la pianura padana.
Una morgana che svanirà presto,
quando il sole si leverà più alto
nel suo breve percorso invernale
- ugualmente si squagliano anche i sogni.
2015
Il sogno era un viluppo di emozioni,
ne srotolavo il gomitolo roseo
ti accarezzavo con mano gentile.
Amici apparivano come guest
stars di un telefilm per salutarci.
Il tempo era un lenzuolo dilatato,
scorreva senza fretta sotto noi
che sul suo fiume bianco ci amavamo.
2015