“Due ombre una sola notte”.
PAUL ÉLUARD
Che io colga i garofani fioriti
dei tuoi seni - mi chiedi - e la viola
d’amore. Che io mi immerga nel sogno
come un pescatore di spugne e perle,
che io disegni strade inesplorate,
le liberi dal buio e le offra al sole.
Che io sia acqua e mare perché
tu mi possa gonfiare con le onde.
2015
Dove sarà la chiave di te? Il Sol
che dà significato al violino
del tuo cuore, quel piccolo artificio
che sblocca le pareti del tuo cielo...
Libera la porta di quella gabbia
e lasciami volare nel tuo mondo
- per troppo tempo sono rimasto
davanti all'uscio di un sentimento.
2015
Mi hai chiesto se l’amore è un gioco
della mente e intanto sorridevi
e il cielo svaporava dietro noi.
Ho avuto un istante la tentazione
di risponderti: «È il gioco del momento»
ma ho temuto che tu mi fraintendessi.
Invece ti ho guardata in fondo agli occhi
e ti ho detto: «È il gioco della vita».
2015
Di questa notte che pensammo bella
che cosa rimane se non il gesto
che fai con la mano indicando il cielo?
E sembra che tu ne sorregga l’arco,
che, se solo volessi, una cascata
di stelle ne illuminerebbe il buio.
Vieni più vicina, stringiti a me.
Taglieremo via l’invidia del mondo
con il coltello rosso dell’amore.
2015
Io sono il sogno, io sono la luce
che fora il tuo buio, sono il chiarore
che si intravede alla fine del tunnel.
Io sono il domani, sono il futuro
di una speranza accesa nella notte,
sono la fiammella che tieni viva.
E ti basta pensarmi per andare
avanti e sentire scorrere il sangue.
2015
Con il tuo nome nelle mie parole
come un jolly mischiato alle altre carte
anni ed anni, troppi anni ho percorso.
Con il tuo nome dentro la memoria
simile a un doloroso tagliacarte
troppa strada, troppa strada ho percorso.
Con il tuo nome chiuso nel mio cuore
come diamante sigillato in scrigno
la mia vita, la mia vita ho percorso.
Con il tuo nome sempre nella mente
piantato come un chiodo arrugginito.
E tu neanche lo sai. Neanche lo sai.
FOTOGRAFIA © TESCOM
2000
Se basta una parola per sentirci
vicini, leggerci i pensieri come
se fossimo lì - nella stessa stanza
e nello stesso cuore - però quella
parola infine risuona amara
nelle pareti azzurre dell’assenza.
Eppure, ad essa ancora ci aggrappiamo
come naufraghi a un asse di relitto.
2015
