Forse perché raccoglievo conchiglie
– ho sempre amato ritrarre la mano
sporca di sabbia umida, il tesoro
stretto fra le dita, odore di salso.
Avvicinarti, stringerti al mio petto
è stato simile procedimento
– era identica la meraviglia
ai miei occhi ingenui di bambino.
Il tuo ricordo adesso è la conchiglia,
un guscio iridescente e fiammeggiante,
la madreperla di tutta una vita.
Una conchiglia, quello che rimane.
Una conchiglia, ovvero un guscio vuoto.
FOTOGRAFIA © MONTSE
2006