domenica 11 settembre 2011

America. Una nuova Spoon River

Per i morti al World Trade Center, al Pentagono
e sui quattro aerei- bomba l’11 settembre 2001, 
“giorno buio nella storia dell’umanità”
       

   
I.

Mary aveva una figlia di sei anni,
le comperava vestiti e andava al parco.
È esplosa sul sedile di un aereo.

John lasciava la barca a Martha's Vineyard
e tutti i week-end andava a pescare.
Una palla di fuoco l'ha inghiottito.

Paul e Jane si volevano bene,
la loro gioia lavorare insieme.
Si sono sfracellati sull'asfalto.

Jonathan il pompiere amava Elizabeth,
sognava il matrimonio e una casa.
Lo hanno sepolto metri di macerie.

Peter e la sua biblioteca legale,
quando poteva mangiava cinese.
Ora chissà dov'è in mezzo alla polvere.

Cee Cee volava da Newark a San Francisco,
le piaceva il suo lavoro di hostess.
L'aereo è precipitato in Pennsylvania.

 

II.

Siete morti a migliaia su quei Boeing,
nelle Torri Gemelle collassate,
nell'ala del Pentagono sul Potomac,
qualcuno di voi portando soccorso,
qualcuno cadendo dai grattacieli.

Ma siete morti una volta soltanto,
nello schianto, nel crollo, nell'incendio.
Noi che alla CNN abbiamo visto,
noi che dalle radio abbiamo sentito,
noi che sui quotidiani abbiamo letto
siamo morti per migliaia di volte,
siamo morti per ognuno di voi.

È una ferita che portiamo in cuore,
è un dolore che non si può sanare.
E lo strazio non avrà mai fine.

13 settembre 2001

 

 

2001

sabato 10 settembre 2011

La tua promessa

Quando io, come scrutando da un poggio,
allungo lo sguardo oltre i pioppeti
e il cielo cupo portato dal vento,
ecco che la tua promessa risplende
ancora - così il faro che conduce
i naviganti nelle notti buie
e li guida lontano dalle rocce.
Sorridi, e questo mi basta a scansare
il gorgo e a continuare con il passo
di chi sa di non essere più solo.

 

Mark Lewis, “Pigeon Point lighthouse, California”

 

2011

venerdì 9 settembre 2011

Estate verso la fine

Sta per finire l'estate, si perde
nel vento del mattino che solleva
il velo della canicola e accende
i fichi di riflessi verdi e viola.

E come quando termina un anno
nuove speranze all'orizzonte appaiono,
nuovi sogni nel cielo di settembre,
nelle strade che si tingono d'oro.

Incerti tra essere e avere, tra sognare
e ricordare, ancora si comincia.

 

William McCarthy, “Summer’s end”

 

2011

giovedì 8 settembre 2011

Presagio d’autunno II

La luce rosa delle otto di sera,
lo scialbo dilagare del violetto
nelle lande orientali dove il sole
fenice ha già bruciato le sue ali,
è un presagio d’autunno che  tormenta
con la malinconia di queste notti
di fine Impero. Poi, se guardi bene,
di giorno puoi sorprendere nel verde
un fugace scintillare dorato.

 

Tramon09

FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

 

2011

mercoledì 7 settembre 2011

Il canto dell’estate che declina

La brezza del mattino suona appena
le campane a vento nella frescura
dei giardini odorosi di uva fragola.

È il canto dell'estate che declina,
la cicala continua a strimpellare,
il grillo intona il suo concerto al giorno.

Il sole salpa per il suo viaggio
scoprendo la fuga veloce e timida
delle lucertole sulla muraglia.

 

Ivan Ivanovič Šiškin, “Nella villa d’estate”, 1894

 

2009

martedì 6 settembre 2011

Alba poetica

“È solo poesia quello che resta. Poesia” ODISSEAS ELITIS
Quando verrai, rischiarerai la stanza
come un'alba spartendo il giorno in due
e io ci passerò sicuro mentre
soccomberà l'armata del Faraone.
Appoggerai le dita sul mattino
e ne scaturiranno monti viola
disposti in quinte, poi soffierai ancora
e si accenderà il verde degli ulivi,
si illuminerà l'azzurro del lago.
Seduto sulla sponda, guarderò
il tuo vestito gonfiarsi di vento
e ti amerò follemente, Poesia.


image
FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

2011

lunedì 5 settembre 2011

Cammino con la Musa

Cammino con la Musa sottobraccio
e cadono le stelle – ah, no, è solo
il lago che si incendia del mattino
dove i salici piegano sull’acqua.
Il tempo ha smesso la maschera truce
e non è più il tiranno che si mangia
i giorni ma un amico tra le antiche
mura di limoni e buganvillee.
Cammino con la Musa sottobraccio
e cadono i baci, mille e poi cento.


IL GARDA A SIRMIONE © DANIELE RIVA

2011