giovedì 16 dicembre 2010

L’ombra che trascorre

È l'interno di una conchiglia il cielo
e le colline alghe nere portate
a riva dalla tempesta notturna.

Il pensiero che si fa strada urla
che in qualche parte di questo universo
fiorisce il tuo sorriso nel mattino.

Ma adesso già mi chiamano al lavoro
nel covo bianco dei termosifoni:
come sempre sei l'ombra che trascorre.


image

Patricia Bardes, “Rainy morning in Paris”


2010

mercoledì 15 dicembre 2010

Un film in bianco e nero

Ci guardavamo nella nebbia, cuori
infranti sotto gli archi del centro
- il tempo era soltanto filigrana,
vago rilievo come qualche guglia
del Duomo ricamata dentro il fumo.

Ed era un film in bianco e nero ormai
la nostra storia in quel teatro grigio:
le luci gialle non ci riscaldavano
né consentivano più di orientarci
lungo le strade perdute di ieri.

 

Fotografia © Nevermindfc

 

2010

martedì 14 dicembre 2010

Un lunghissimo bacio

"Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda".
PEDRO SALINAS, La voce a te dovuta

Un lunghissimo bacio - quanti anni
ormai - e per tutto questo tempo è stato,
ancora dura, puro desiderio.

Un lunghissimo amore - dillo eterno
se non ti pesa troppo la parola,
adorato sul suo solido altare.

La sabbia è divenuta pietra dura,
si è fatto tronco il tenero germoglio.
Che cosa vuoi che sia la lontananza?

 

Gustav Klimt, “Der Kuss”, 1897

 

2010

lunedì 13 dicembre 2010

Raggio di sole II

Marinaio sul morbido cuscino
il raggio di sole giunto dal grigio
abbeveratoio della mattina
ondeggia tra le pieghe delle tende,
naviga a vista lungo le lenzuola.
Se cerca le tue gambe, il vecchio satiro,
è arrivato tardi o è male informato.
Deve sedersi qui con me e sognarle
camminare veloci verso un treno.




Vladimir Kush, “Bound for distant shores”

2010

domenica 12 dicembre 2010

Dove un tempo avevo le ali

“E mai ti sei sbagliata,
solo una volta, una notte
che t'invaghisti di un'ombra”.

PEDRO SALINAS, La voce a te dovuta

Il lato oscuro forse era un bicchiere
di vino rosso in cui si rispecchiavano
le luci di città e il tuo vago amore.

Quello che avevi visto in me era istinto
- io animaletto chiuso nella tana,
io chiocciola serrata dentro il guscio.

Il bagliore non era che il riflesso
dei tuoi occhi ed esplose nel fragore
di un temporale che scosse la notte.

Se guardi dove un tempo avevo le ali
ora puoi notare la cicatrice.

 

Alexander Cabanel, “Fallen angel”

 

2010

sabato 11 dicembre 2010

Ritratto

Sta seduta lì con le sue collane
e quella sua voglia di innamorarsi,
con i lunghi capelli scuri che
percorre con le dita, arricciandoli.

Il suo sguardo tenue rincorre un sogno,
la fa assomigliare ad una ragazza
famosa che spesso appare nei film.

Resta seduta lì, nudi i pensieri,
e i capelli ora liberi si sciolgono
sul seno mentre lascia che l'avvolga
una rosea nuvola di illusioni.

 

Christine Comyn, “Odalisque I”

 

1994

venerdì 10 dicembre 2010

Stalking

Sui giornali di oggi l'assassino
ha una pecetta nera sugli occhi.
La vittima ci guarda invece triste
e bionda dal rettangolino in alto.

E mi indigna la grossa linea nera:
è il segno di quella stessa giustizia
che gli ha dato libertà di uccidere.
Gli occhi della donna ci domandano
perché. Perché non l'abbiamo salvata?
Perché sono così crudeli gli uomini?


image

Fotografia © Fresh Express


2010