Sono mattine che passo di qui
e non l'ho mai notata in quel giardino.
Come certe bellezze che divampano
improvvise, ragazze che hai guardato
tante volte e soltanto adesso scopri.
Come con te, amore mio, diventata
dea in un caldo pomeriggio d'estate.
Il piccolo presepio cittadino
appollaiato sul colle di Bergamo
è bellissimo nel sole di aprile.
Da lassù si può gettare lo sguardo
alla campagna, seguire i fiumi
snodarsi, discendere verso il Po.
Qui seguo i miei ricordi per le vie
do nomi nuovi alle antiche emozioni,
rinnovo il gusto del pane con l'uva.
E si riforma come per magia
il volto di una ragazza carina:
eccoti giungere dalle remote
lande del tempo e del sogno. L'incanto
del mattino ha il tuo passo in Via Sant'Orsola.
Fotografia © Giorgio De Salve Ria
2010
L'odore così forte dei ligustri
già si accende nei giardini di aprile,
Noi sotto il pergolato della glicine
ascoltiamo il silenzio delle stelle
e il nostro batticuore rinnovato.
Quando mi tendi la destra e ci alziamo
dalla panchina che è oasi d'amore
ci incamminiamo mano nella mano
nella notte che sa di serenelle.
Marc Chagall, “Die Liebenden”
2010
a Moris, Fiorenzo, Patrizio e Gianpietro
Si parlava di donne e la serata
scivolava sul velo ghiacciato
dei boccali di Warsteiner, scendeva
nelle anse dei ricordi perduti,
li salvava dal certo affogamento
nella torbida acqua dell'oblio.
Cinque uomini che erano ragazzi,
cinque carriere raccontate in fretta
e giorni ripescati in una foto
che logorava i visi come carta
stropicciata nel cestino del tempo.
Jack Vettriano, “The Billy Boys”
2010
Il sortilegio rosso del tramonto
canta nelle terre d'occidente
dove colline coperte di muschio
digradano in città dai nomi antichi.
Tra le mie braccia nascondo l'amore
come un ladro di baci, lo proteggo
con tutta la tenerezza che ho.
Nel nido finalmente si abbandona.
Fotografia © Relationship Therapy
2010
Tu cerchi di strapparti la memoria
come togli bende da una ferita
e denigri i tuoi ieri, li dimentichi
sull'autobus al pari di un ombrello.
È la tua vita così che disprezzi,
sono i tuoi giorni, sono quel che sei.
Io invece come conchiglia allo scoglio
mi radico sul tronco del ricordo.
René Magritte, “Il figlio dell’uomo”
2010
Respiro vetro nell'aria dell'alba;
non sono le ceneri del vulcano
Eyjafjallayokull, ma quella neve
che spunta dalla foschia della Grigna.
«L'effetto serra» un amico mi dice
«L'effetto serra quindi non esiste».
Rialzo il bavero e rispondo che gli uomini
hanno sostituito Dio con la scienza
ma non è mai certa la verità.
Fotografia © B&B L’Erica
2010