Ogni sera io volgo il capo: là
non risplendono le mele dorate
del giardino di Atlante né fioriscono
aranci - quelle fiamme che rosseggiano
sono i ricordi. Come l'incendiario
rimango a rimirare il mio passato.
2009
Ogni sera io volgo il capo: là
non risplendono le mele dorate
del giardino di Atlante né fioriscono
aranci - quelle fiamme che rosseggiano
sono i ricordi. Come l'incendiario
rimango a rimirare il mio passato.
2009
Nella polvere chiara del mattino
ancora resta una fibra di sogno.
E lotto per riportarla alla luce,
per far esplodere questo grumo inquieto.
Cammino nella frescura del parco
senza venire a capo dell'oscuro
segreto perso nel mio cuore inconscio,
nella profondità della notte.
Laura Thorn, “El sueño del mar 5”
2009
I giorni fanno ala al tuo rincorrere,
la strada è quella che all'alba ti accoglie,
che con le ultime luci ti saluta.
Quello che sei, quello che eri, con te
viaggiano - hanno sguardi che dividono
l'ombra e passi che inseguono altri passi.
È vita questo tuo cammino acceso,
desideroso di stringere mani,
di guardare in viso altri come te.
Barbara McCann, “Cours Saleya”
2009
Nel mio sogno il tempo non esisteva,
al dinosauro seguiva la rosa,
alla tigre l'alito del libeccio.
E la luce dolcemente variava
oltre il rifugio della mia legnaia
- passavano millenni e lo ignoravo.
In cielo pterodattili veloci,
stormi di rondini, gialli aquiloni.
Passavano tirannosauri fossili
cuciti a filo come nei musei
e dame di Manet con l'ombrellino,
camion cromati, aerei supersonici.
Io, dal mio porto sicuro, osservavo
e mi chiedevo dove fossi tu...
Immagine: Art-collection
2007
Due giugno, il cielo scivola perlaceo
sull'ozio della festa. La parata
ai Fori Imperiali illumina il video
di tricolori e mezzi corazzati.
Sfoglio il giornale con aria distratta,
anche quei titoli come le nuvole
galleggiano lenti sulla mattina.
Il calendario grida la sua estate
di colori con un campo di grano.
In quell'oro navigano i pensieri.
2008
«Vedo che ti piace il vino buono» dici
perché mi trovi a bere Custoza
in allegria con i più cari amici.
Non è il vino che bevo, è questa piazza,
è questa luce stesa sull'Oriente
come una pennellata di biacca,
è questa tovaglia di pesca e luce.
Sono le mie risate immotivate,
sono le lacrime che ho versato
- e anche tu mi hai dato la tua parte -
sono le volte che rimasi solo.
Ma come dirtelo? Come spiegare?
Sorrido soltanto e butto giù un sorso.
Fotografia: eHow
2008
Alleno le gocce a cadere lente
- hai presente le finestre rigate
nei grandi telefilm americani?
Le guido a disegnare lo scenario
della malinconia - luce blu
dietro a quei vetri, l’alba cristallina.
Tutto perché il tuo ricordo si affacci
ancora al marmo del davanzale.
2007