È dolorosa, anche, la bellezza,
è una mano che ci stringe le viscere,
un pugno nella bocca dello stomaco.
Così ci duole questo pomeriggio
con la luce sdraiata sulle Alpi
e quel rifugio rosso sul ciglione.
Ci duole quella neve sulle creste,
quel sottile rispecchiarsi di viola:
ci duole il tempo che passa nel cielo.
Rifugio Azzoni sul Resegone (Foto: Zaino in spalla)
venerdì 13 febbraio 2009
giovedì 12 febbraio 2009
La vita
La luce chiara del mattino illumina
la boccia di vetro dove nuotò
un pesciolino rosso - ora è vuota,
appoggiata sul muro di un giardino.
Ecco la vita, la vita che séguita
in quei riflessi d'iride nell'acqua
piovana raccoltasi nella sfera.
Quando anche l'ultimo uomo saccente
avrà lasciato questa terra verde,
sulle macerie dell'ultima guerra
si alzerà in un filo d'erba la vita.
Cornelia Foster, "Ramo in una boccia di vetro"
la boccia di vetro dove nuotò
un pesciolino rosso - ora è vuota,
appoggiata sul muro di un giardino.
Ecco la vita, la vita che séguita
in quei riflessi d'iride nell'acqua
piovana raccoltasi nella sfera.
Quando anche l'ultimo uomo saccente
avrà lasciato questa terra verde,
sulle macerie dell'ultima guerra
si alzerà in un filo d'erba la vita.
Cornelia Foster, "Ramo in una boccia di vetro"
Argomento:
vita
mercoledì 11 febbraio 2009
martedì 10 febbraio 2009
Il nulla
Il nulla strepita da bocche vuote
ma la vita è una forza che prorompe:
guarda le gemme che aprono i rami,
il germoglio che aggetta dal fagiolo.
Il cielo è sempre quello di ogni giorno,
un lenzuolo disteso sullo sfondo
- non si cura delle voci che berciano,
del gusto amaro che brucia la gola.
Resta lì, immobile, come il tempo.
ma la vita è una forza che prorompe:
guarda le gemme che aprono i rami,
il germoglio che aggetta dal fagiolo.
Il cielo è sempre quello di ogni giorno,
un lenzuolo disteso sullo sfondo
- non si cura delle voci che berciano,
del gusto amaro che brucia la gola.
Resta lì, immobile, come il tempo.
Argomento:
vita
lunedì 9 febbraio 2009
Strada blu
Il cielo stamattina è sull'asfalto,
nelle pozze furiose della notte
che specchiano segnali, case e nubi.
La strada è blu - disegno di bambino -
e attraversa risaie d'erba verde,
ponte sospeso sopra le lagune.
Dove una linea taglia l'orizzonte
dall'acqua sorgono torri di ferro
intrecciando i loro fili ai riflessi.
John Atkinson Grimshaw, "Humber Dockside, Hull", 1882
nelle pozze furiose della notte
che specchiano segnali, case e nubi.
La strada è blu - disegno di bambino -
e attraversa risaie d'erba verde,
ponte sospeso sopra le lagune.
Dove una linea taglia l'orizzonte
dall'acqua sorgono torri di ferro
intrecciando i loro fili ai riflessi.
John Atkinson Grimshaw, "Humber Dockside, Hull", 1882
domenica 8 febbraio 2009
Wunderkammer
“Guardi! La bellezza - ma quella è niente -L’inezia che dovunque mi ricorda
guardi la precisione, l'armonia. È così
fragile! È così forte! È così esatta!.”
JOSEPH CONRAD
te, un improvviso lampo di memoria
che fragoroso squarcia i miei pensieri.
L’inutile réclame sopra un ponteggio,
la donna scorta in metropolitana,
una parola che sapevo tua...
*
La luce che ti finge in una via,
che ti figura dentro una vetrina
o nello specchio fugace di un tram.
Come il miraggio apparso nel deserto
al viaggiatore ormai disidratato.
E tu sei l’acqua. Datemi dell’acqua!
*
La pioggia cade lenta sulla vita,
per te che sei lontana sembra lacrimi
anche il cielo, magari sono io...
L’amore scende con lo stesso ritmo
*
La luce che ti finge in una via,
che ti figura dentro una vetrina
o nello specchio fugace di un tram.
Come il miraggio apparso nel deserto
al viaggiatore ormai disidratato.
E tu sei l’acqua. Datemi dell’acqua!
*
La pioggia cade lenta sulla vita,
per te che sei lontana sembra lacrimi
anche il cielo, magari sono io...
L’amore scende con lo stesso ritmo
a bagnare i miei campi desolati,
a irrorare di te nuovi germogli.
*
I ricordi non sono che rovine,
gli antichi ruderi di te e di me,
di quel che fummo, di quanto dicemmo.
Ed entrano danzando dalla porta
di queste mie poesie con passo lieve
E siedi nella stanza riscaldata,
e parli e taci e dici cose dette
con la complicità della tua assenza.
*
La tasca in cui riponi i tuoi segreti,
i baci abbandonati al loro fato,
a irrorare di te nuovi germogli.
*
I ricordi non sono che rovine,
gli antichi ruderi di te e di me,
di quel che fummo, di quanto dicemmo.
Ed entrano danzando dalla porta
di queste mie poesie con passo lieve
e immagine di te, che sei bellissima.
*
Se mi abbandono al sogno ancora torni,
non esistono più tempo né spazio,
*
Se mi abbandono al sogno ancora torni,
non esistono più tempo né spazio,
i giorni come nastro si riavvolgono.
E siedi nella stanza riscaldata,
e parli e taci e dici cose dette
con la complicità della tua assenza.
*
La tasca in cui riponi i tuoi segreti,
i baci abbandonati al loro fato,
l’isola che hai scoperto un’estate.
La tasca in cui adesso infilo le mani
e non vi trovo altro che trite briciole,
la rossa polvere che fu una rosa.
*
Il passato è un rimpianto che non giova
a questo mio presente, a questo inverno
di piogge grigie e di larghe pozzanghere.
Eppure come dorato scintilla!
Come si veste di te e di sereni
cieli che su lungomari tramontano!
La tasca in cui adesso infilo le mani
e non vi trovo altro che trite briciole,
la rossa polvere che fu una rosa.
*
Il silenzio si riempie del tuo canto,
della voce che un giorno di settembre
della voce che un giorno di settembre
mi assicurò del tuo nuovo ritorno.
È dentro me quel fiato cristallino,
non ho bisogno neanche più di accendere
il registratore in cui lo incidesti.
È dentro me quel fiato cristallino,
non ho bisogno neanche più di accendere
il registratore in cui lo incidesti.
*
a questo mio presente, a questo inverno
di piogge grigie e di larghe pozzanghere.
Eppure come dorato scintilla!
Come si veste di te e di sereni
cieli che su lungomari tramontano!
NOTA: Le Wunderkammer sono piccole vetrine delle meraviglie, scaffali dove i nobili mettevano in mostra oggetti strani o preziosi. L’imperatore Rodolfo II d’Asburgo ne allestì una a Praga, e ne tratta anche il romanzo “Utz” di Bruce Chatwin. Io ho potuto ammirare una Wunderkammer siciliana, in un’antica casa di Ragusa Ibla. Mi ha ispirato la costruzione di questa mia personale, composta di sensazioni.
Immagine (C) Jeff Knight Potter
Argomento:
ricordo
sabato 7 febbraio 2009
Fotografia con rose
“Il tuo amore - quanto sorridente! -Ho ritrovato la fotografia
innaffia le sue rose col mio cuore.”
JUAN RAMON JIMENEZ, Pietra e cielo I, 47
che ti scattai in qualche anniversario:
al centro si allarga la macchia fioca
delle rose che tu stringevi al seno,
non rosse come sangue ma di un tenue
color carne così simile al tuo
viso, alla pelle calda e vellutata.
Nella fotografia ancora rifulgono
tumide e lucide dentro l’incarto,
come la luce dell’amore che
illuminava i tuoi occhi, una sorta
di lampo catturato dalla macchina.
In quelle rose leggo il mio passato
ed il tempo perduto. Appassite
sono ormai, sfarinate, sbriciolate,
marcite in qualche putrida discarica.
O forse le hai seccate e accomodate
in una vivida composizione
sull’altare pregiato del trumeau.
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