Ascolto le parole del mattino
- le orde della notte si ritirano,
fuggono come vampiri alla luce.
Con i capelli pettino i pensieri,
costruisco, metto ordine, riparo.
Per le amarezze basterà lo zucchero
nella conchiglia nera del caffè.
sabato 27 settembre 2008
venerdì 26 settembre 2008
Bistrot
Dietro le stelle il cielo era di vetro,
il tuo sorriso era un’aspra ferita.
La notte appesa all’ultimo bistrot
mi scrutava dal neon dell’insegna.
Dal bancone la nostalgia gridava,
mi strepitava che non eri tu.
Il piano bar che assecondava il cuore
strappava il velo delle tue carezze.
Quanta strada percorsa per raggiungerti,
il vano navigare si scioglieva
nel ghiaccio del bicchiere, ti perdeva
come le gocce d’acqua sopra il vetro.
il tuo sorriso era un’aspra ferita.
La notte appesa all’ultimo bistrot
mi scrutava dal neon dell’insegna.
Dal bancone la nostalgia gridava,
mi strepitava che non eri tu.
Il piano bar che assecondava il cuore
strappava il velo delle tue carezze.
Quanta strada percorsa per raggiungerti,
il vano navigare si scioglieva
nel ghiaccio del bicchiere, ti perdeva
come le gocce d’acqua sopra il vetro.
André Renoux, "Bistro"
2004
Argomento:
nostalgia
giovedì 25 settembre 2008
Letarghi
Mi avvolge la dolcezza di settembre,
dichiarazione d'amore del cielo
alla terra, me ne lascio coprire.
Le locuste si incollano sui muri,
le giovani lucertole percorrono
il mondo, io mi sento come loro.
Verrà l'inverno sui loro letarghi:
io mi rintanerò in camere calde
aspettando la nuova primavera.
Fotografia © Daniele Riva
2008
Argomento:
settembre
mercoledì 24 settembre 2008
A cosa serve la poesia
“È il poema a dire noi”Osservavo lo specchio della sera
OCTAVIO PAZ
che disgregava la città in frammenti:
ecco, dicevo, questa è la poesia.
Il pensiero si libera e diventa
un seme che fluttua nell’aria tersa,
tocca altri pensieri, se ne impossessa
e se ne fa possedere, risplende
in modo diverso in ogni mente,
come le luci di queste case
che il lago disperde e ricostruisce.
E allora a cosa serve la poesia?
A cosa servono il lago e la luna?
A cosa serve ogni mio respiro?
Fotografia © Daniele Riva
2003
martedì 23 settembre 2008
Vento di settembre
Settembre porta in dono questo vento
- quasi promessa di una primavera.
Lascio che spettini i capelli radi
mentre mangio acini di uva rosata.
Cerco nella sua scia che va veloce
verso Levante il sentore del mare.
- quasi promessa di una primavera.
Lascio che spettini i capelli radi
mentre mangio acini di uva rosata.
Cerco nella sua scia che va veloce
verso Levante il sentore del mare.
Steven Scott,, "Bouquet con cielo d'argento"
2007
Argomento:
settembre
lunedì 22 settembre 2008
Amica malinconia
Ho pedinato a lungo un’illusione
lungo le strade della tua città
nel pomeriggio di tram sferraglianti,
nel traffico nervoso di automobili.
Nell’ombra fresca delle vie più antiche
ho sperato di incontrarti per caso,
vederti uscire da qualche caffè,
da un negozio di moda, da un bazar.
Ma è stato tutto inutile perché
tu eri già in me, con la malinconia.
lungo le strade della tua città
nel pomeriggio di tram sferraglianti,
nel traffico nervoso di automobili.
Nell’ombra fresca delle vie più antiche
ho sperato di incontrarti per caso,
vederti uscire da qualche caffè,
da un negozio di moda, da un bazar.
Ma è stato tutto inutile perché
tu eri già in me, con la malinconia.
The Fallen, "Il mio colore è il grigio"
1994
Argomento:
malinconia
domenica 21 settembre 2008
Parole di una vecchia lettera
Le tue parole schiudono ricordi:
dici dell’oro della catenina
e di certi riflessi nei miei occhi;
io rivedo le tue mani leggere,
il gesto bianco dell’abbandonarsi.
Volevi le poesie: adesso le hai avute,
ma il prezzo che ho pagato è troppo alto,
è un coltello confitto nelle carni
dove l’amore vive, cuore o mente
o - come dicono - reazione chimica.
Volevi diventare la regina
di questo regno stopposo di poeta:
ebbene, vi hai regnato, regni ancora
in una incontrastata dittatura
che uccide a sangue freddo oppositori.
Ed io ammiro l’omino con le borse
della spesa parato innanzi ai carri
cinesi, ma non ho identica forza.
Continuo a farmi massacrare, Tantalo
del tuo amore, Fenice che rinasce
da un insistito rogo di illusioni.
dici dell’oro della catenina
e di certi riflessi nei miei occhi;
io rivedo le tue mani leggere,
il gesto bianco dell’abbandonarsi.
Volevi le poesie: adesso le hai avute,
ma il prezzo che ho pagato è troppo alto,
è un coltello confitto nelle carni
dove l’amore vive, cuore o mente
o - come dicono - reazione chimica.
Volevi diventare la regina
di questo regno stopposo di poeta:
ebbene, vi hai regnato, regni ancora
in una incontrastata dittatura
che uccide a sangue freddo oppositori.
Ed io ammiro l’omino con le borse
della spesa parato innanzi ai carri
cinesi, ma non ho identica forza.
Continuo a farmi massacrare, Tantalo
del tuo amore, Fenice che rinasce
da un insistito rogo di illusioni.
Fotografia © Liligraphie/Freepik
2002
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