giovedì 11 settembre 2008

Viaggiatore in un ricordo lacero

“In un tempo che non balza né affonda.”
  ALESSANDRO PARRONCHI, Lido
Attraverso la porta che conduce
a mondi inesplorati che di te
parlano come rifulge una luce
nello specchio annebbiato di un caffè.

Mi chiedo se è un riflesso che traluce
o un’ombra scivolata sul pavé,
non so decidere se sia più truce
soprassedere e scacciarti da me

o seguire l’impulso di cercarti,
viaggiatore in un ricordo lacero:
e se fa troppo male abbandonarti

perderti sarebbe anche doloroso.
In questo dubbio da sempre mi macero,
resto vivo in questo giro vizioso.


Fotografia © Hulton Collection


2007

mercoledì 10 settembre 2008

L'estate finisce

Del tempo che passa è testimonianza
l’assottigliarsi del tubetto bianco
e azzurro del dentifricio. Di te
ho soltanto fermagli per capelli
e una matita verde mordicchiata.

Ma l’estate finisce e mi rivolto
in quell’ultimo sole appiccicoso
come un cane tra steli d’erba secca.


Barbara Benedetti Newton, "Fine dell'estate II"


2004

martedì 9 settembre 2008

Notte a Pozzallo

Sul lungomare soffia forte il vento
e sa di sale e d’alghe nella notte
che spinge le onde lungo i contrafforti.
Le antiche palme della piazza muovono
gli ampi ventagli con suono di legno,
lugubre xilofono in contrappunto.

Non ho nessuna voglia di dormire,
desidero solo sentirmi parte
di questo lembo sperduto d’Italia,
assaporarne l’odore di mare
e cercare nel lunghissimo viale
illuminato l’ultimo caffè.


Fotografia © Daniele Riva


2003

lunedì 8 settembre 2008

Orti spogli

“In quel mattino chiuso io salii
  tra i vigneti già spogli.”

  GUIDO GOZZANO, “La Signorina Felicita”
Gli orti spogli del mese di settembre
hanno qualcosa di triste e perduto.
Gozzano probabilmente li amava,
con quelle rondini pronte a partire
e i pomodori maturi sui rami
secchi che già hanno dato profitto.

Se rimpiango l’estate non lo do
a vedere: questa malinconia
è una maschera che mi cela il viso
nel Carnevale che chiamano Autunno.


Timothy Easton "Finestre d'autunno"


2003

domenica 7 settembre 2008

Sera di settembre

Lontano un cane abbaia alla luna
che bagna gli orti spogli di settembre.
Anche il mio cuore è una spiaggia deserta
e scava nell’abisso dei ricordi
in cerca di una parola di vita.

La tua immagine sbiadisce ogni giorno:
e le fotografie lasciate al sole
sono piccoli fogli calcinati.
La radio mi dice che è giunto il tempo
di tornare, ma non ti ho mai lasciata.

Adesso guarderò fuori, trarrò
come un augure le mie previsioni
dall’orlo sfilacciato delle nuvole.


Fotografia © BrettSayles/Pexels


2003

sabato 6 settembre 2008

Un sogno fatto da sveglio

Ti aspetterò davanti alla finestra
sognando i gesti della tua presenza.
I monti azzurri cadranno nel buio
con la leggerezza delle piume.

Mi siederò a contare i miei rimpianti,
a sfogliare album di fotografie,
e cercherò nell’aria il tuo riflesso
un attimo prima di addormentarmi.


Fotografia © Rakatz/Pixabay


2003

venerdì 5 settembre 2008

Una goccia d'ambra

“Che dirò dell'Amore? È il nome che si dà al dolore per consolare coloro che soffrono.”
  PIERRE LOUYS, Afrodite
E se l’amore è umano avrà inizio
- come il vagito del bimbo che nasce -
e avrà una fine con tutto il suo strazio.
Non puoi dimenticare quella folgore
che appiccò il fuoco un giorno senza lampi,
Non puoi dimenticare come sembrò
diverso all’improvviso il cielo a giugno.
Non puoi dimenticare il suo sorriso
appiccicato al buio degli specchi.
Vorresti affidare all’oblio il dolore,
quel lentissimo cadere nel vuoto
lacerante più dello stesso morire.

Vorresti abbandonare quell’amore
come deponi la camicia bianca,
o lo zaino tornando da una gita.
Non puoi, perché l’amore non è umano:
viene dal tempo, viene dagli dèi,
e ingloba in sé la tua vita - ogni vita -
come un insetto in una goccia d’ambra.



Fotografia © Jacek Abramowicz/Pixabay


2003