venerdì 4 luglio 2008

L'ora azzurra

Quando la sera cade sulle ortensie,
sugli alberi da frutto del giardino,
l’odore dei tigli si prende l’aria,
diffonde quella sua dolcezza amara.

È l’ora azzurra dell’ultima luce:
la luna già si arrampica nel cielo,
le finestre si accendono dei fuochi
freddi e mobili dei televisori.

È l’ora in cui addomestico i pensieri
davanti alla tovaglia di cerata,
seduto al fresco sulla sedia bianca,
nella penombra anonima del giorno.



Egretta Wells, "Natura morta con ortensie rosa"


2008

giovedì 3 luglio 2008

La violenza del ricordo

Come eravamo stretti nell’abbraccio
a dirci zitti con gli occhi l’amore.
E benvenuta sia questa emozione
se un groppo in gola o la dolcezza nevica
nel mio cuore stordendolo come alcol,
se una lacrima si forma sul ciglio
e la violenza del ricordo mi
costringe a socchiudere gli occhi.


Andre Kohn, "Il bacio"


1996

mercoledì 2 luglio 2008

Notte di stelle

Quale cometa attirerà il tuo sguardo?
Oltre Orione satelliti nel buio,
luci di aerei si muovono nel cielo.

Non mi curo del mio segno: non so
se sia di terra o fuoco, se sia nato
l’anno del Drago o quello del Serpente.

Cammino sulle linee del destino
bilanciando speranze ed illusioni
con il passo leggero dei funamboli.

Puoi giurarci, io non credo agli astrologi:
ignoro il mio futuro e colgo il giorno
come la tartaruga nello stagno.


Vincent Van Gogh, "Notte stellata sul Rodano"


2005

martedì 1 luglio 2008

I giorni hanno un midollo

I giorni hanno un midollo che rimane,
un piccolo prezioso divenire
che resta preso nell'ambra del tempo.

Questo ricordo è un docile amuleto
che tengo in una tasca e che strofino
per ritrovare te in memorie buie.

Ho sparso molto sale per non perdermi,
per giungere da te seguendo il filo
dimenticato lungo il labirinto.


Vladimir Kush, "Contemplazione serale"


2007

lunedì 30 giugno 2008

Rileggendo mie vecchie poesie

Ti presagivo. In qualche modo avevo
coscienza di te, sapevo che un giorno
saresti stata il turbine che avrebbe
sconvolto la mia vita. Ora lo dico,
ora che dai segni di mie remote
poesie divino questa tua presenza
in tempi in cui ancora non eri in me.

Quei versi parlano come le carte
dei tarocchi, il destino era già scritto:
ti aspettavo, io ti ho sempre aspettata,
eri la squaw dei giochi di bambino,
eri la Musa ferma dietro l’angolo.

E ti incontrai in una strada di sole,
come se tutto accadesse per caso.



Maxwell Doig, "Figura che legge II"


2004

domenica 29 giugno 2008

Desiderio del mare

Una finestra a cui arrivi l’odore
del mare – e vederlo scintillare
laggiù, oltre la balaustra della spiaggia,
calmo, solcato dalle vele bianche.

O sentirlo la notte, mormorante,
infuriato vagare tra gli scogli,
sapere che, alzandomi, ne vedrei
il bianco frangersi dei cavalloni.

Alla sua voce piana addormentarmi...


Fotografia © Daniele Riva


2007

sabato 28 giugno 2008

Su questo balcone

Il giorno scivola dentro la sera,
cubetto di ghiaccio sul piano obliquo
del tramonto d’arancio e di cobalto.

Tu sei lontana come i miei sguardi
che si spingono miopi verso il mare
e frugano la tua assenza nel vento.

Giunge musica da feste in giardino:
è dischiusa oramai la porta stretta
del ricordo, della malinconia.

Portata da quelle note soffuse,
ora tu sei qui, su questo balcone,
e danzi nel soffio della memoria.


Immagine © Felicia


2007