venerdì 4 aprile 2008

Scende la sera

Scende la sera e si desta il ricordo,
sale come il fumo di una candela
in volute dai confini del tempo.

Prima era stato il vento che spingeva
grosse nuvole grigie nell’aprile
quali un branco di elefanti in sfilata.

Prima la pioggia era caduta lenta
sulle tenere foglie, sui narcisi,
ed il cielo s’era fatto d’inchiostro.

Ma ora la calma scura della notte
accoglie il jazz che suona alla radio,
stende mantelli rossi alla memoria.

E tu ritorni, con l’esile corpo,
e sciogli i tuoi capelli sul mio viso.



Fotografia © Daniele Riva


2006

giovedì 3 aprile 2008

Ritorno di primavera

Finalmente si scioglie la dolcezza
di aprile in questa sera di velluto
dove scroscia una fontana moderna.

Ritorno alla magnolia profumata,
ai narcisi carnosi che si srotolano
nelle aiuole, alle primule che bruciano.

E ritorno da un posto dentro me,
dai miei ricordi di sangue e di carne.
La linea della mano segna il tempo,
disegna sensazioni come cerchi
nel tronco di un albero, anno per anno.

Ritorno ad annusare questi effluvi,
ad inebriarmi con del vino dolce.



Fotografia © Daniele Riva


2006

mercoledì 2 aprile 2008

Totus tuus

in memoria di Sua Santità
Giovanni Paolo II (1920-2005)
Non c’era il cielo nero del Calvario
ma il buio dolce di sere d’aprile
nella notte romana illuminata
dalle fiamme di mille candele.

E lacrime e preghiere si confondono,
lo smarrimento dentro noi si insinua
come una prua che penetri nel ghiaccio.
Solo un momento… “Non abbiate paura”.

Le parole del Padre ci confortano,
ora sappiamo la sua eredità,
allontaniamo il braccio del timore
e la Sua voce risuona nel cuore.



Fotografia © RE



2005

martedì 1 aprile 2008

Al centro del mondo

Colpivano le ondate con violenza
i frangiflutti nella notte buia.
Piccoli spruzzi gelidi e salati
oltrepassavano la balaustra
e pungevano il viso come spilli.

Nella mia giacca blu facevo scudo
al vento, il bavero rialzato, mani
in tasca, sentivo lontano l’Africa.
Le foglie delle palme si scuotevano,
monotono ululava il mare cupo.

Ero al centro del mondo quella notte,
davanti al mare, in un paese sconosciuto,
mi sentivo pulsare come stella.


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Arthur Robins, "Studio di mare notturno"


2006

lunedì 31 marzo 2008

In una goccia

Era fiorita bianca la gardenia,
dopo la pioggia la guardavi attenta:
in una goccia era riflesso il mondo,
capovolto - chissà da quali sogni
era rapito il tuo sguardo. Sbirciai
anch’io: sembrava un ampio pianerottolo
all’occhio convesso dello spioncino.

“In una goccia pensa quante cose
possono stare” dicesti, ed ancora
avvicinasti il viso alla gardenia,
“pensa che l’infinito può racchiudersi
in così poco”. E ti abbracciai forte
per sentirmi anch’io universo infinito
guardando il mondo riflesso nei tuoi occhi.



Fotografia © Public Domain Pictures

2001

domenica 30 marzo 2008

La ragazza di Ungaretti

“Le nostre malattie si fondono.”
GIUSEPPE UNGARETTI

“E come portati via si rimane”
ripeto i versi antichi di Parigi,
affino la mia nostalgia, la levigo
con la costanza di un sasso di fiume.

E tu sei la ragazza di Ungaretti,
guardi la vita scorrere dal ponte
e non è la Senna placida e verde
ma un districarsi di gorghi e secche.

Portati via, noi due siamo rimasti.




Fotografia da Pinterest

2004

sabato 29 marzo 2008

Questa è poesia

“Sul foglio di carta il poema si fa
come il giorno sulla palma dello spazio.”

OCTAVIO PAZ

Le nuvole scendevano dal monte
come le greggi i giorni di settembre
e il contadino diradava l’erba
tra le vigne con un piccolo ronco.

Alle spalle l’abside della chiesa
medievale e una fuga di cortili
dove si intravedevano attrezzi
agricoli di antiche civiltà.

Ecco, dicevo, questa è la poesia.

È quella sensibile ala di vento,
il sole che scalda e nutre le viti,
la pianura che si apre laggiù dove
risaltano i nastri argentei dei fiumi.

È questo essere insieme e camminare
salendo per una strada ignota,
è il dolce aroma delle serenelle,
l’odore della pioggia già nell’aria.

Questa è poesia, questa è felicità.



Fotografia © Daniele Riva

2005