Mi si è sbreccato il bricco del caffè
- tu sai quanto è difficile trovarne
uno che anche soltanto gli somigli,
è un oggetto di brocantage giunto
dai meravigliosi Anni Sessanta.
È così anche il nostro amore, lo sai?
No, non vecchio, che dici? Insostituibile…
2018
C'è chi soffre di ipertimesia:
ricordano ogni giorno della vita.
Sarebbe una condanna insopportabile
tenere mille scontrini di sé,
la luce del pomeriggio di agosto,
il colore del vestito indossato
il 12 gennaio dell'anno tale,
il bacio schioccato il 10 settembre?
La mia ipertimesia è la poesia.
2018
Abbiamo dei ricordi anche noi,
piccole fotografie del tempo,
minute illusioni tolte all'oblio.
E vi costruiamo - no, non è sabbia,
non può esserlo del resto: il passato
è basalto, fondamenta immutabile.
E sorgiamo dai nostri stessi ieri,
da solitarie tessere di puzzle.
2018
Cuciamo pezzi di questo amore
- una coperta patchwork che ci scalda
quanto può. Le lune che si susseguono
ci trovano di volta in volta ligi
oppure spaesati ma è normale
amministrazione, come le foglie
sull’asfalto incollate dalla pioggia.
Non ascoltarmi: è solo l’autunno.
2018
Oro soffuso la luce d’autunno,
un tono di curcuma nel tramonto.
È l’ora del sogno e della magia,
quando è facile credere che sia
tutto possibile, come vivessimo
in una di quelle fotografie
che di continuo cerchiamo su internet.
FOTOGRAFIA DA TUMBLR
2018
Ho bevuto la luna ieri sera,
tutta d'un fiato, dal bicchiere nero
della notte - l'ho inghiottita come
un sorso di alcool, inebriante pallido
Pernod diluito d'acqua di fonte.
Ma non ti ho dimenticata, tutt'altro!
Il tuo ricordo brillava in me…
IMMAGINE © THE GIN QUEEN
2018
Cornacchie rauche incidono il mattino
e dalla scorza di grigia foschia
esce il tuorlo del sole - già l’autunno
ha preso possesso delle sue terre
e vi dispone tutti i suoi stendardi,
l’usurpatrice estate è in ritirata,
lascia drappelli nelle retrovie
ma si rifugia nell’altro emisfero.
2018
Stanotte il vento ha radunato foglie,
ha ammassato quelle gialle dei carpini
e quelle rosse del corniolo in piccoli
mucchi ordinati davanti alla porta
seguendo le commessure del porfido.
Come il gatto che lascia il topolino
o la lucertola sullo zerbino.
2018
Viaggiamo lungo le strade d’autunno
sorpresi da fiammate nei giardini
- arde il sole di ottobre ancora caldo,
brucia nel giallo e rosso delle foglie.
E cogliamo la stagione sospesa
come un cachi, come una melagrana,
gustiamo quella sua dolcezza aspra
quale tutte le cose che finiscono.
2018
Avremo mari da sentir cantare
da una ringhiera - la bassa marea
del mattino spezzerà il cielo
in mille schegge, tramonti vermiglio
vi spegneranno tizzoni di sole,
i moli coloreranno le onde…
E, se sentirai freddo, con dolcezza
poserò la mia giacca sulle tue spalle.
2018
Noi che non ci allacciamo in un tango
e camminiamo a passo di pianura
per arrivare a sfiorarci le mani,
delle stagioni ferite facciamo
un giardino dove sogni fioriscono
più rossi del fuoco del tramonto.
E li annaffiamo giorno dopo giorno,
e li annusiamo, dolci più del miele.
2018
Dalla finestra occhieggia Marte - rossa
lanterna nella notte di ottobre
che nasce. Foglie stormiscono al vento,
altre veleggiano nella corrente
del buio, nell’oceano sterminato.
E ti penso lontana anche stasera,
e ti desidero con tanta forza
qui - all’orizzonte si è accesa Venere.
2018
"Amore mio,
ti perdono l'assenza,
ti esento dalla ferita".
ANA MARÍA IZA
Duole la tua assenza come una benda
strappata - non la sa affatto lenire
questa consolazione di saperti
altrove, di immaginarti lì, vivere
in altri luoghi, in mezzo ad altra gente.
Come una lettera che scrivo e strappo
di continuo, lasciando che i brandelli
bianchi volteggino in aria, sei tu.
2018
Nella fotografa sorridi dolce
e pieghi il capo sulla destra - come
se ti volessi appoggiare alla mia
spalla, farti sorreggere e così
appartenermi e appartenerti anch’io.
Guarda la fantasia come sa
arguire, come preconizza te
e me, come costruisce già i suoi ponti.
2018
Il sole del tramonto tinge il lago
di giallo - sediamo a guardare alberi
di barche e a sognare di navigare,
di andare nel vento che terge il cielo.
Tienimi per mano, continua a stringerti
a me su questo muricciolo prima
che il sole scenda dietro la collina.
2018
Saliamo per filari di uva nera
fin dove la collina tocca il cielo
per sentirci più lontani da terra,
da ciminiere e inceneritori.
Il mondo è un plastico ai nostri piedi,
ma noi puntiamo lassù quelle nuvole
leggere come bioccoli di lana.
2018
Se qualcosa di me, un moto dell’anima,
un’espressione, un piccolo ricordo
scampato alla furia delle stagioni,
o qualche parola che ti ha strappato
una risata, o ancora un sorriso
tenero rivolto alla tua persona,
se qualcosa di me resterà in te
potrò dire di avere vissuto.
2018
Giallo cielo d’autunno - l’alba già
riversa il suo tuorlo sbattuto, tinge
il gregge delle nuvole lanose,
riverbera sulle case, su strade
ancora lucide di acqua notturna.
E gialli tigli svettano laggiù
e gialli carpini infiammano il campo
nella luce caldissima di ottobre.
2018
Suono qualcosa all’organo portatile
- l’ho venduto, mi ingombrava il salotto -
probabilmente Bach. Dalle finestre
piove una luce d’autunno, si fonde
con la mia malinconia di allora.
Si cambia, si cresce, ci si migliora
e quella foto in cui appaio smarrito
- ma è solo concentrazione a seguire
le note - lo testimonia. Appare
come un luogo in cui a distanza di anni
si torna e lo si ritrova mutato.
2018
“Chiamami col tuo nome, scambiami”.
RUDOLF HAGELSTANGE
Chiamami con il tuo nome, che sia
il mio e il tuo contemporaneamente.
Così saremo finalmente uno,
matematicamente io + te
non solo nell’effimero piacere
dei sensi, nell’unione dei corpi.
Intercambiabili, un solo pensiero,
un’unica perfetta armonia.
2018
Si è tinto già di rosso il corniolo
e l’autunno stende il suo velo d’oro
sulle chiome dei tigli - no, nessuna
malinconia, non ho nostalgia
dell’estate: come il pioppo e l’averla
seguo il ritmo delle stagioni e cedo
alla dolcezza di questi colori.
2018
Questo tramonto brucia come febbre,
arde della stanchezza di un giorno
vissuto tra mille corse e parole.
In quell’ultimo bagliore arancione,
in quel manifestarsi del crepuscolo
rivivono tutte le emozioni
come scintille di un falò che salgano
al cielo per poi spegnersi nel buio.
tr
Cingimi la vita, portami via
con te, lontano, dove l'orizzonte
sfuma e il sogno e la realtà si confondono…
Le tue parole sono in me, germogliano,
si avviticchiano come fa il convolvolo,
un giorno spezzeranno le catene.
Intanto guardiamo l'autunno stendere
la sua foglia d'oro sul parco, dare
un tocco di rosso vivo al corniolo.
2018
Mi sai sorprendere con le parole,
sono balsamo quando le ferite
prudono, lenimento per quest’anima
assetata di te - nel suo deserto
il carovaniere avanza e l’oasi
appare improvvisa: sono i palmizi
della tua comprensione, la dolcezza
della sensibilità a dissetarmi.
2018
L’oroscopo mi dice di pensare
a te, di sciogliere le vele al vento
e navigare leggero il tuo mare.
Ma piove e la bonaccia stamattina
mi arena in questo porto conosciuto,
il sale arrugginisce già la chiglia.
Aspetto il sole, amore mio, il sole…
2018
Sediamo a un tavolino di caffè
- è l’immagine che spesso di noi
mi appare nel sogno, come la coppia
fotografata sulla copertina
di “Una donna per amico”. Spargiamo
pensieri e segreti sopra quel tavolo
tra il mio cappuccino e il tuo tè verde
e i nostri giorni sono come il cielo
azzurro che si riflette sul vetro.
2018
Alla mia anima di razionale
che investiga su quanto veritiero
sia questo sentimento io ho opposto
la prova principale dell’amore:
quando non c’è, mi sento perso, provo
una continua ansia, una sorta
di inestinguibile sete di lei.
L’anima ha convenuto, tramutando
in versi di poesie il mio desiderio.
2018
“Nous serons bien”.
ARTHUR RIMBAUD
Signora del mio cuore, andremo
un giorno sul vagone di Rimbaud,
quello rosa con i cuscini blu
e viaggeremo campagne innevate.
Come gli innamorati di Peynet
siederemo sopra le sue panchine
a coprirci di baci dal sapore
dolce e amaro che ha il tempo perduto.
2018
Mi avvolgo nelle tuniche del sonno,
mi addentro nel meraviglioso mondo
del sogno - viaggiatore di Verne che
avanza cauto dentro la profonda
terra di se stesso, che va esplorando
i meandri dell’inconscio, quei suoi fiori
proibiti e colorati. Per fortuna
la neve dell’oblio ricopre tutto
e mi sveglio con un solo brandello.
2018
Hai memorie di mille lune e mille
soli, come l'indiano che dal poggio
scrutava l'orizzonte e decifrava
i segnali di fumo del tramonto.
Le enumeri qualche volta nel buio
prima di addormentarti, cavalieri
che giostrano un torneo sul soffitto,
come certificati che hai vissuto.
2018
