Tu chiedi passi che giungano a te
nell’azzurra notte, mani che sciolgano
il tuo sonno e lo riempiano di baci.
Non credere che non lo voglia anch’io
- mi struggo nell’ombra torbida, resto
a lisciare il lenzuolo sfiorito.
Amore, posso affidarti soltanto
queste mie parole sfilacciate.
2016
Il cielo ha la dolcezza dei tramonti
di aprile - il temporale ha ricamato
nuvole sul bordo delle montagne,
accendono i vetri gli ultimi fulmini.
Si squarcia già la sera: nell'azzurro
domani risplenderanno lontane
le Alpi e l'aria sarà di cristallo
nel verde calice di primavera.
2016
Inseguo il vortice dell’illusione,
mi lascio trascinare dal suo volo
folle senza paracadute - sono
il funambolo senza alcuna rete
di sicurezza. Allora ecco che appari
vestita di cielo e spalanchi mondi
con le mani azzurre, dipingi sogni
e togli le cortine del futuro.
2016
Nel sogno le tue labbra rosse erano
la grotta dove si smarriva il bacio
come fosse un disegno di Magritte.
Non più parole, non più tutta intera
- solamente la parte per il tutto,
la luna ingigantita al perigeo.
E cercavamo, lì dentro, il segreto
del mare, la voce delle conchiglie.
2016
Passa il tempo e cambiano le poesie
- i versi non si trasformano in fossili,
non diventano pozze di petrolio,
non creano depositi di torba.
Invece continuano a germogliare,
vivissimi virgulti che si arrampicano
e aprono fiori lungo il loro stelo.
Scorre la vita e le poesie cambiano...
IMMAGINE DAL WEB
2016
Le tue parole sogni ad occhi aperti
fanno sorgere il sole e risalire
la luna, mi fanno ridere e piangere.
Ti guardo e nascono poesie - fiori
che sbocciano improvvisi nel mattino
in una rinnovata primavera.
L'amore è un papavero nel vento.
2016
Vorrei essere la tua terra promessa,
il territorio del latte e del miele,
dei giardini fioriti dove tu
come sovrana possa camminare
portandoti il mio amore dentro il cuore.
Perché questo tu sei per me ogni giorno
e nel tuo nome battezzo i mattini,
con il tuo nome rivesto le notti.
2016
Ci sono “uomini“, uomini che
amano, anzi, che credono di amare
una donna e ritengono di esserne
i padroni, di possederne tutto:
i giorni, il corpo, l’aria che respira.
Ma sono “uomini” tra virgolette
e il loro non si può chiamare amore:
è soltanto un’altra faccia dell’odio.
2016
Della tua rosa doppia nello specchio
l’immaginazione fa cattedrali
- la luce di lontane stelle forse
già esplose nel buio soltanto adesso
giunge, in un presente che non è più.
Sei un biondo gioco di memorie, un cumulo
di aggrovigliati ricordi da cui
pescare come si prende dal mazzo.
2016
No, non è il sogno, non è la memoria
il teatro in cui reciti la tua parte
- parole e gesti, il velo sulla luce,
la sedia dove posi la tua borsa.
No, non è un’illusione disegnata
dalla mente, un costrutto fantastico.
È la poesia lo scenario in cui danzi
meravigliose movenze, mia Musa.
2016
La primavera odorava di resina,
la luce azzurra del cielo splendeva
nel suo volo leggero di gabbiano.
Tu non c’eri - eri soltanto un’ombra
rincorsa in una spirale di vie,
un’assenza che riempiva memorie.
Quando il miele segreto del ricordo
distilla un gusto di malinconia
diventa amaro nel fondo dell’anima.
2016
Fioriscono gli alberi di Giuda,
nuvole ricamate con il filo
color magenta sui rami contorti
- tingono la cresta della vallata,
giardini dove il ciliegio sfiorisce.
Sembrano sostenere il cielo, quasi
per contrappasso a quel nome che portano.
2016
In "Don Matteo" il reo si redime
e l’amore finisce per trionfare.
Sogniamo anche per noi un amore simile,
costruito sulle lacrime e sul puro
sentimento, dolciastro, inverosimile.
Ma già sappiamo, una volta spento
il televisore, che oltre il divano
ci aspetta come sempre la vita.
2016
Dove ci apparteniamo? In quale luogo,
in quale parte del mondo? Nel bacio
tenero, nella furia dell’amplesso
che fonde per poco le nostre carni?
O invece dove brucia il desiderio,
dove arde il fuoco della lontananza?
No, noi ci apparteniamo quando stiamo
vicini senza dire una parola,
pensando l’uno i pensieri dell’altra.
2016
La vecchia scatola è un rifugio bianco
di cartone: racchiude qualche ciottolo
levigato dal mare e qualche conchiglia,
un nastro per capelli - il suo nastro! -
pacchetti di lettere colorate
in tinte chiare dove francobolli
con i castelli galleggiano lievi.
La vecchia scatola conserva il tempo
perduto: è la mia isola del tesoro.
2016
C’è l’ultimo brunito del crepuscolo
nel quadrato azzurro della finestra.
Nella stanza profumo di lillà
e la nostalgia di te che stasera
sei lontana - li avevamo rubati
insieme in un giardino, ora si sfogliano
lenti nel vaso, con malinconia.
2016
Lo strapiombo sul fiume mette ansia
al mio senso di vertigine - resto
con i piedi ben saldi a mezzo metro
dall’antica balaustra di granito.
Ma ugualmente a volo d’uccello colgo
il verde nuovo colorare il bosco,
la spuma bianca franta dalle rocce,
la sfida di un canoista a pagaiate
- da quassù sembra una farfalla rossa.
2016
Capita che il sogno e il giorno si intreccino
- talora una segreta voce chiama,
lo scintillio fugace di un riflesso
sorprende e allora la mente si interroga,
indaga se quel segno sia reale.
Così si riprende il cammino incerti,
andando come chi va sulla riva
di un canale, accecato dai barbagli.
2016
Il sentimento ha un nome che non sai:
lo potessi inquadrare dolcemente
tra le dita, fissare in uno schema,
ti sarebbe più facile capirlo.
Invece viaggi intorno al suo segreto
ed è un delirio di finestre che
specchiano cieli e nascondono il volto
lasciandoti annegare nell’incerto.
2016
“Un solo sorriso contendeva
Ogni stella alla notte nascente”.
-- Èluard
La notte è scesa in un trionfo di stelle,
si è rovesciato il cielo sopra i campi
- nel buio ogni strada conduce a te,
mi porta alla luce del tuo sorriso.
Le mille attenzioni che mi rivolgi
sono balsamo per l’anima troppo
tempo ferita dalla solitudine.
Percorro la rotta di questo sogno.
2016
Così, in silenzio, adesso che la luna
fuori allaga l’asfalto della strada
e versa argento sui giardini in fiore.
Così, vicini nella notte, immobili
ad ascoltare i respiri, lasciando
che a parlare sia il nostro sentimento.
Perché questo è l’amore - soltanto
l’essere qui insieme, nel momento.
2016
Gli uccelli costruiscono i nidi
nell’aprile d’oro - la cinciallegra
affiora dai narcisi con fuscelli
nel becco, la tortora va cogliendo
pagliuzze tra le stoppie dell’inverno.
E tu mi inviti all’amore ridendo
con la tua bocca rossa di passione:
la primavera è anche dentro di noi
2016
Al tramonto la città si disperde
in un riverberare di riflessi,
diventa luogo di fiaba, appende
gonfaloni di luce alle sue torri,
accende i campanili e puoi sognare
cavalieri lottare con i draghi,
le castellane dalle lunghe trecce
in attesa di romantici amanti.
Cammini nella magia delle strade
con l’anima leggera di bambino.
2016
Suona il Concerto grosso di Corelli
e aprile vibra al ritmo dell’Allegro:
ha riempito i calici alle magnolie
e brinda al mattino, dopo la pioggia.
I pioppi indossano la pubertà
della primavera mentre i ciliegi
disperdono al vento nuvole rosa.
Anch’io ho gettato la muta d’inverno.
2016
Guarda questo tramonto, amore, e ascolta
le parole che non ti dico - senti
come sgorgano dal cielo arancione,
dalle striature che segnano l'ovest,
dai falpalà sospesi dentro il nulla.
Guarda questo tramonto, amore: grida
forte la mia emozione nel silenzio,
urla dalle venature di luce,
dal pittoresco svanire del sole.
Senti? Riesci a sentirla? Dice "Ti amo".
2016
“Agile l’amore si alzò”.
-- Éluard
All’improvviso si levò l’amore,
fenice nata dalle vecchie ceneri
di amori finiti e dimenticati
- divamparono alte le sue fiamme,
ancora ardono illuminando il buio
e ti ricordano in ogni momento
come ti sentivi perduto, come
brancolavi quando eri da solo.
DIPINTO DI MARC CHAGALL
2016
In questo cielo di nuvole d’oro
la mia nostalgia veleggia ancora
- similmente la medusa distende
nel mare i suoi falpalà iridescenti.
Mi nutro di quei colori sfumati,
mi perdo nell’acquerello dipinto
- tu sei in quella bellezza, ne fai parte
perché rivolto a te è il mio pensiero.
2016
Arriverà il cuculo ad annunciare
il trionfo della primavera - nidi
da rubare ne ha quanti ne vuole
sui tigli alti, sulle grandi magnolie.
Ma leggo la pioggia nelle montagne
nere della mattina, nelle nuvole
cupe distese a dense pennellate.
Se arriverà dall’Africa, dovrà
ripararsi sotto le fronde, il cuculo.
2016
