Sboccia nel mio cuore la meraviglia
- è una zagara bianca e profumata
un fiore delicato di oleandro,
è l'effimero rosso di un ibisco.
È la voce chiara della poesia,
lo stupore davanti alle cose,
l'emozione che sgorga come acqua
di fonte. E sei anche tu, amore mio.
2014
La polpa di albicocca del tramonto
colora la campagna oltre i tralicci
adesso che l’ora solare sposta
indietro l’orologio della sera.
È come uscire e ritrovare un paese
straniero, una città sconosciuta
dove è caduto improvvisamente
il gusto aspro e pungente dell’autunno.
2014
“Te manderè col vento una canson”.
BIAGIO MARIN, Solitàe
Sì, ti manderò nel vento dell’alba
una poesia, la affiderò alla brezza
come un soffione di cento parole,
come i petali di un ciliegio in fiore.
O forse ti spedirò nel grecale
del tramonto i miei baci più caldi
perché tu, sentendoti accarezzata
sul volto, ti volga all’improvviso.
2014
Queste antiche memorie che riaffiorano
dai leoni di pietra sono frammenti
di un affresco cancellato da un altro.
Ti meravigliano i colori vivi
che avevi visto con occhi di bimbo.
Ma Peter Pan ha dismesso i suoi panni
da tempo, ora un uomo avanza sicuro
su quel ponte, lo attraversa svelto.
2014
Ti dono la luce della mattina,
ché tu la porti negli occhi assonnati
e ritrovi i colori per la strada
- adesso si accendono viali gialli,
si infiammano aiuole rosse d’aceri,
le melagrane si aprono sui rami.
Tu portala con te per tutto il giorno,
me la riporterai a sera, baciandomi.
2014
Ora i colori dell'autunno giocano
con questo cielo divenuto fumo
- le foglie arcobaleno degli aceri,
le sfere rosse delle melagrane,
la luce gialla scesa sul fogliame.
Ieri sera, nel buio, c'era solo
la luminosa collana della diga
a sventolare il vessillo dorato
con le insegne elette della poesia.
2014
La musa, il melograno, il campanile...
Il consueto paesaggio del mattino
spalanca al giorno il suo sipario verde.
Le montagne incupite dalle nuvole
stagliano silhouettes azzurre a nord,
inondano il cielo tra fiumi e laghi.
E tu, un altro panorama dispieghi
davanti ai tuoi occhi - un altro giardino,
altre montagne, altre strade. Non queste...
E la lontananza alimenta il fuoco.
2014
Soffia un vento cattivo, tramontana
che porta un gusto di nevi del nord
e rovescia vasi e titilla allarmi
e sparge foglie in larghi mulinelli
- erti nelle nostre giacche alla moda
guardiamo il mondo dalla balaustra:
i tuoi capelli sfiorano il mio viso,
lo accarezzano dolci come fanno
nell’amore le tue mani sottili.
2014
Chiedo alla pallida rosa di ottobre
se per caso conosce il tuo segreto
- si sfoglia soltanto, dopo la pioggia,
sensuale ballerina del giardino
con la collana di gocce iridate.
Resta nell’aria come un largo cenno
il volo bianco e nero di una gazza
- è l’amore, sussurra, la dolcezza
che senti in ogni fibra: quel segreto
che cerchi in lei è racchiuso dentro te.
2014
Cerchiamo nella luce il nostro sogno
- eppure dovremmo sapere che
solo di notte, nell’inconscio buio,
nella sospensione della coscienza,
si manifesta. Restiamo così,
come ciechi nel gioco degli specchi
o come chi nel cavo delle mani
raccolga acqua che gli sfugge via.
2014
La bellezza del cielo è un’armatura
di sale e di granito, ridiventa
polvere sulle antenne dei telefoni,
si scioglie in liquido mercurio dove
un raggio di sole prova a forare
il lucido diamante della pioggia.
È l’autunno e il filare ormai si è fatto
d’oro, l'anno scorre verso l’inverno
soffiando foglie nell’umido ottobre.
2014
I tuoi occhi, amore mio. I tuoi occhi
che mi leggono dentro, che mi scovano
nel cuore le frasi che non ti dico
danzando armoniosi intorno ai miei
come due farfalle sulla lavanda.
I tuoi occhi, amore mio. I tuoi occhi
che mi mostrano i declivi dell'anima,
che certificano la verità
dei tuoi «Ti amo», i tuoi occhi sono pozze
che promettono la felicità.
2014
La pioggia sferza la città nel buio
- lacrime sulle vetrate bagnate
dalle luci deformano l'aspetto
delle cose, disegnano grottesche
appendici. Ne nasce un carnevale
in cui anche noi stanotte siamo immersi,
due pesci in un acquario senza fine
che riflette i segnali dei semafori.
2014
Il cielo è gonfio sui coppi, sui verdi
che stingono nella luce d’autunno
- ma tu spalanchi prospettive, allarghi
viali dove risplendi del tuo sole.
E ci infiliamo in questo paradosso
come in quelle sagome di cartone
che hanno un foro per l’ovale del volto.
Scatta la foto: ora siamo felici.
2014
C'è una strada dove la luce scende
in modo differente - forse capita
in un dipinto di Evghenij Lushpin,
forse in una poesia di Juan Gelman -
ma è lì, dove il vento stende i suoi panni
di pioggia e lento il crepuscolo cade
facendo vibrare l’arpa dell'anima
che noi - un giorno - ci incontreremo.
2014
Coltiviamo illusioni, le culliamo
la notte come bambini, sogniamo
i loro barbagli confusi, aloni
che sorgono da una parte e dall’altra
del fiume pallido che ci divide.
Getteremo un ponte un giorno, salirvi
sarà infine soltanto riconoscerci,
come sagome uscite dalla nebbia.
2014
Ti guardo come un antico dipinto
- ma la fotografia è moderna, luce
riflessa dentro i tuoi occhi e il bagliore
della collana come sciabordare
improvviso di un tranquillo lago.
Sei qui adesso, inargenti le parole
come quei tuoi pacchetti, lisci il bordo
appena spiegazzato alla tovaglia.
E ridi. La tua risata argentina
si diffonde nell'aria senza te.
2014
Cammini nei riflessi del tramonto
leggiadra maschera che ora festeggia
il carnevale del cuore - parole
magiche piovono nell’aria, forse
è soltanto la luce che frantuma
lo specchio iridescente delle onde.
Entri nel sogno con il passo lieve
delle illusioni ma tu sei reale,
eterea dea che appartieni ai miei giorni.
2014
Eccoci in cerca di parole, tu
nuova Graziella in bicicletta lungo
la salita, io timido armigero
dell’insoluto - rivedersi, spesso
porta questi imbarazzi, ridisegna
scenari sulla scacchiera del tempo.
Poi sorridi e spalanchi gli orizzonti
- un nuovo sole ha forato le nuvole.
2014
Il destino della luce è il tuo:
quello di stella lontana che brilla
e splende in tempi diversi dal mio
e che solo nel cuore delle notti
mi appare come un sogno senza voce.
Eppure io sento le tue parole,
le mastico nel giorno e il loro succo
è il dolce e amaro gusto dell’amore.
2014
Le nuvole si tingono di rosa
e la promessa della sera cade
sul campanile, sulle vecchie torri,
si libra in cielo come una farfalla
la dolcezza stupita del tramonto.
Lasci a metà il lavoro che facevi,
sorpresa dal mutare della luce,
e il ventaglio bianco di fogli giace
abbandonato sul tavolo scuro,
mentre sorridi assorta e pensi a me...
2014
Se i giorni scorrono via senza nome
con le loro figure ritagliate
dal cartoncino bianco delle ore,
con le loro albe e i loro tramonti,
hanno però il tuo segno, questo marchio
a cuore stampigliato sulle cose,
sull'anima che assetata ti beve,
sul petto che come aria ti respira.
2014
Scorre via il fiume della sera - passa
come la strada che percorro a piedi,
che resta indietro alla luce asettica
dei lampioni, metafora del tempo.
E scorre la vita, scorrono i giorni,
passano le notti - anche questa che
trascorro con te, che si esaurirà
in baci e discorsi bruciati in fretta.
2014
Ho nostalgia di te, del tuo futuro,
lo costruisco di dettaglio in dettaglio,
disponendo una carta contro l’altra
in questo castello senza costrutto.
Così, ti vedo all’ora del risveglio
e sento quasi aroma di caffè,
ti scopro nella conchiglia del giorno
come un paesaggio dietro la finestra.
E mi perdo in quel mondo, come dicono
ai cani si spalanchi con l’olfatto
tutto un universo di sensazioni.
2014
C’è ancora tempo prima che il chiarore
dell’alba venga a tingere la linea
del cielo - seguita a sognare noi,
non dare nulla scontato o perduto.
Il cuore non è macchina automatica,
non segue le regole della logica
né i suoi falsi idoli - il suo tessuto
è filato di amore e fantasia.
2014
La città indossa la sua livrea gialla
- così compensa il sole che ha perduto,
riscalda i cuori disegnando fiamme
che riverberano antichi bugnati.
I suoi gioielli appaiono improvvisi
quando i palazzi, stanchi di giocare
con le ombre, spalancano il sipario:
e fiorisce la cupola del Duomo
sullo stelo bianco del campanile.
FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
2014
Piove. Il campanile di Giotto è steso
sulle pietre della piazza - un disegno
lucido di madonnaro che presto
il sole farà svanire. Respiro
arte, l'architettura del Medioevo
nero e bianco, la luce che discende
come spirito da nuvole grigie
e parla di Dio ai turisti che sciamano.
2014
Seguo le tracce di Dante, rincorro
i suoi gigli per le vie medievali
e trovo il mio tesoro nella piccola
chiesa di Santa Margherita, dove
giace da sette secoli Beatrice:
il cesto con le lettere lasciate
dagli amanti. Ma tu non sei con me
e invoco un altro poeta, Parronchi:
l'Arno è un fiume triste stasera...
Firenze, 29 settembre 2014
30 settembre. Quanto tempo è scorso
da allora come un fiume tra le nostre
vite - lacrime, risa, lontananza
e il dolcissimo succo di altri amori.
30 settembre. Un'altra città, l’Arno
fluisce erboso sotto Ponte Vecchio
e mi sei venuta in mente soltanto
per il collegamento con la data.
30 settembre. Sono un altro uomo
se finalmente ti ho dimenticata.
Firenze, 30 settembre 2014
Dove fa giorno si mescola il sole
a una fittizia catena di monti
- è dove si apre la grande autostrada
che taglia la pianura e porta al mare.
Qui, tra le colline già vendemmiate
e i boschi di castagne, fiuto il vento
d’autunno per sentire se per caso
ha gusto di salso, gusto di te...
2014
“Sogno il mio sogno preferito
e la notte non finisce mai”.
JUAN GELMAN
Talvolta l’abbiamo chiamata sogno.
Qualche altra le abbiamo affibbiato il nome
di utopia oppure, scoraggiati, abbiamo
finito con il chiamarla illusione.
Da poeti siamo stati capaci
di definirla “un castello in aria”.
Ma è soltanto la vita che creiamo,
è il fiore vivido della speranza.
2014
