del giorno si bilanciano spegnendo
la sete nel bicchiere del tramonto.
Io sciolgo il nastro rosa della sera
e apro il sipario della balconata.
La tua borsa appoggiata tra le viole,
i tuoi occhi sorrisi nella luce.
Senza parlare, trangugiamo l'oro.
Amarti da lontano, trattenerti
come impressione di un mattino estivo.
Amarti dolorosamente, conscio
di sfiorare la stoffa delicata
della felicità senza gualcirla.
Così mentre la notte scende fresca
su questi paesi di torri e santuari
mi rinfranco pensando che il tuo cuore
si riempie della stessa tenerezza.
Marc Chagall, “Abend am Fenster
2010
La notte, quando stanco poso il capo
sul cuscino, sei tu il mio rifugio.
Dimentico quel buio che avvolge
la realtà oltre la finestra e le imposte.
Dimentico le tensioni del giorno
accumulate alla base del collo.
Ascolto il tuo respiro accanto a me
e mi immergo nel sonno del tuo amore.
Fotografia © Luna de Miel
2010
La sera del solstizio stende oro
liquido dove il cielo e le colline
si sfiorano nel fragile silenzio
che accoglie il volo basso delle rondini.
Stringo il mio sogno tra le mani adesso
e prendo questa limpida bellezza
per un presagio, segno favorevole
che il mondo annuncia su questo balcone.
2010
La città si muove davanti a te
con il suo mare e le sue petroliere,
con tutti i suoi amori e i suoi dolori.
Vive, ignara del tuo vestito a fiori
steso sulla ringhiera del balcone.
E se ora fai l’amore, se cucini
nei tuoi metri quadrati in stile inglese
sei una goccia in un gorgo di vite,
e quante come te stirano e baciano
e lavorano e cullano bambini.
Così prepari il caffè e la città
di mare è un cuore che pulsa nel sole.
Didier Lourenco, “Lirios y balcon”
2005
Resto a guardare la notte, a sentire
il silenzio che avvolge ogni cosa
e incarta la realtà sotto la luna.
Resto qui a respirare nel sentore
dei tigli l'odore dell'universo
mentre le stelle mandano segnali.
Nel buio mi conosco un po' di più,
piccola parte di questo infinito.
2010
Le braci del tramonto ancora ardono
dove la notte scende e stende il velo.
Tu ridi e mi baci e il tempo adesso
è scritto a gesso sopra una lavagna,
lo cancelliamo con facilità
questa sera di vino e di allegria.
Cogliamo il giorno con mani di seta,
il nostro quadrifoglio per l'amore.
2010
Nella memoria ti vedo diversa.
Nella memoria io sono diverso.
I nostri sogni non si sono infranti
ancora come schianti di vetrate.
Le parole non sono state dette,
quelle taciute restano nell'aria,
pronte ad essere ancora pronunciate
o tenute nel cavo della gola.
Nella memoria noi non siamo noi:
altri due sono quelli che si baciano,
che si amano in un tramonto che già
non è più e diventa rosea illusione.
Fotografia © dailyphotographer
2010
Come brilla la felicità quando
sei più lontano e lento ti avvicini.
Su quella strada la guardi, maniero
solitario che si erge nel tramonto
e riluce di torce tremolanti.
E il desiderio allora gonfia il cuore,
l'attesa ti riempie con il suo fremito.
Com'è dolce inseguire qualcosa...
Fotografia © Huigenszu
2010
Esco dall'ombra buona della stanza
e mi sorprende la luce di giugno
dipinta sul fogliame rigoglioso,
mi abbaglia come uno specchio di fiume:
grida, mi intima di chiudere gli occhi.
Ma io mi faccio schermo con le mani,
mi inebrio della bellezza negata
bevendo il cielo azzurro sopra il Duomo.
Fotografia © DR
2010
Fioriscono le rose tra le nuvole,
maggio finisce in un cielo ventoso
che trascina bandiere e sentimenti.
Ho accettato un consiglio e l'ho scolpito
in pietra dura sul viale del cuore:
aspetto che sbocci il rosso papavero.
Quando ti ho vista passare, ho raccolto
le mie speranze: non si erano infrante.
Vladimir Tretchikoff, “Weeping rose”
2010
Il cielo è grigio, forse pioverà.
Lo guardo con la paziente lentezza
dei contadini avvezzi alla fatica.
Tu bestemmi che devi andare via,
che mille appuntamenti ti divorano
in uffici, negozi e posti vuoti.
E non ti rendi conto che così
sprechi i giorni vivendo in superficie,
che ti avveleni mese dopo mese.
Io porto l’antidoto: la poesia.
Fotografia © Photos.com
2010
Trascorri, tempo, filo che si dipana
lungo i giorni e li cuce in lunga serie
come collane fatte di perline.
E scorre la vita sul tuo percorso,
fiume che scende nel tuo letto aspro
e combatte battaglie sui tuoi ponti.
Quello che si ha, quello che manca... tutto
passa sulle tue rive senza fine.
Georgia O’Keeffe, “Blue river”
2010
Si sfogliano le rose dentro il vaso
nel languido crepuscolo di giugno
che accende il cielo di dolcezze nuove.
Si sfogliano ugualmente i nostri giorni
nel calendario delle sere lunghe
e amaramente il tempo se ne va.
Resta nell'aria il profumo dei tigli
a contendere la notte alla luna.
Fotografia © DR
2010
Questo tramonto rosa doloroso
allunga strisce sopra le coline,
ferisce il mio ricordo e le mie attese.
Dalla finestra a nord la luce viva
d'estate si riverbera fluendo
come acqua di fonte sugli specchi.
La mia inquietudine è passeggera
- verrà la notte e la dissolverà.
Fotografia © DR
2009
La brezza calda che viene dal mare
mi porta il tuo bacio avvolto in un cespo
di papaveri: sento sulle labbra
il sale amaro della nostalgia.
Chiudo gli occhi e sei tu in questa estate
che comincia, ancora ci apparteniamo
come se il tempo non fosse trascorso.
Nel vento c'è il sigillo dell'amore.
Karen Lafferty, “Poppies”
2010
L'incendio occidentale ora distende
i suoi colori sulla tavolozza,
mischia l'azzurro, il bruno, l'arancione,
illumina di giallo l'orizzonte.
Si dovrà vivere, essere felici
ancora come questa sera dolce
che tinge rosa i muri di riflesso.
Si dovrà amare anche quando l'inverno
ci investirà con le sue nebbie grigie.
Fotografia © DR
2010
“In questo mondo ove dimentichiamo,
ombre siamo di chi siamo”.
FERNANDO PESSOA
Se ti dimentico, allora tu sei
mia e ti possiedo come non ti ho mai
avuta, ti ho per come ti vorrei,
per come tu non sei né mai sarai.
È nell'oblio, nel rimpianto che torni
con un'indeterminata vaghezza,
con il languore che hanno certi giorni
quando il tramonto giunge, la dolcezza
infinita che lacera il crepuscolo
lasciandovi ferite rosso sangue.
Dimenticata, sì che tu sei mia:
sei il piacere che dà il massaggio al muscolo
contratto, sei l'alone di magia
che ti sorprende lasciandoti esangue.
Edward Munch, “Sogno di una notte d’estate”
1999
E quando me ne andai via, mi portai
la luce di metallo del mattino,
il cielo di vanadio che ti vide
camminare sui sandali di cuoio.
A quell’estate strappai il velo lieve
di nostalgia e lo presi su di me
- nuovo Tantalo nell’orto di sera,
all’ombra rossa del pruno spinoso,
mentre volavano già i pipistrelli.
Barattai lo stare insieme e l’amore:
scelsi questo perenne voler bene
piuttosto che una felicità breve.
E ti tatuai sull’anima, per sempre.
Fotografia © Jeremy Hay
2006