“Forse qui la mia diletta
rifiorirebbe all’antico piacere
di vivere.”
UMBERTO SABA, Tre Vie
della tua città amata dai poeti.
E non porterai in te il mio ricordo
per le strade che salgono dai moli
e conducono ad antiche osterie.
È sbiadito oramai come una stampa
lasciata al sole: se vi penserai,
sarà solo per caso, per istanti.
Il vento che soffia sovrano almeno
lo portasse via: sarebbe più facile
sapere l’ultimo filo reciso.
Il tempo è un farmaco, nel senso greco:
è il mio veleno, è la mia medicina.
Risana la ferita, la rimargina
e poi con un coltello la tortura.
Il pozzo non ha fondo e vi precipito,
ne perdo l’orizzonte, è un labirinto...
Camminerai pensando ai versi amati,
li reciterai con la bocca chiusa,
mormorandoli come una preghiera.
E non ti sovverrà di quando dissi:
“Un giorno tu mi dimenticherai”.
Paul Cummings, "Strada francese"
2003
2 commenti:
E' Trieste oppure è una città dell'anima, una qualsiasi?
si è Trieste, ove "il vento soffia sovrano"
è una sfida ad uscire dai labirinti: vincerla dona un profondo senso di potenza poichè nessun Minotauro può ucciderci
un tuffo al cuore vedere il mio nome che un poeta ha usato
È la Trieste di Saba e di Joyce, di Slataper e di Svevo.
Il labirinto affascina da sempre, è il primo rompicapo dell'umanità. Borges ne andava pazzo, come Umberto Eco.
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