Ti presagivo. In qualche modo avevo
coscienza di te, sapevo che un giorno
saresti stata il turbine che avrebbe
sconvolto la mia vita. Ora lo dico,
ora che dai segni di mie remote
poesie divino questa tua presenza
in tempi in cui ancora non eri in me.
Quei versi parlano come le carte
dei tarocchi, il destino era già scritto:
ti aspettavo, io ti ho sempre aspettata,
eri la squaw dei giochi di bambino,
eri la Musa ferma dietro l’angolo.
E ti incontrai in una strada di sole,
come se tutto accadesse per caso.
lunedì 30 giugno 2008
domenica 29 giugno 2008
Desiderio del mare
Una finestra a cui arrivi l’odore
del mare – e vederlo scintillare
laggiù, oltre la balaustra della spiaggia,
calmo, solcato dalle vele bianche.
O sentirlo la notte, mormorante,
infuriato vagare tra gli scogli,
sapere che, alzandomi, ne vedrei
il bianco frangersi dei cavalloni.
Alla sua voce piana addormentarmi...
del mare – e vederlo scintillare
laggiù, oltre la balaustra della spiaggia,
calmo, solcato dalle vele bianche.
O sentirlo la notte, mormorante,
infuriato vagare tra gli scogli,
sapere che, alzandomi, ne vedrei
il bianco frangersi dei cavalloni.
Alla sua voce piana addormentarmi...
Fotografia © Daniele Riva
2007
Argomento:
mare
sabato 28 giugno 2008
Su questo balcone
Il giorno scivola dentro la sera,
cubetto di ghiaccio sul piano obliquo
del tramonto d’arancio e di cobalto.
Tu sei lontana come i miei sguardi
che si spingono miopi verso il mare
e frugano la tua assenza nel vento.
Giunge musica da feste in giardino:
è dischiusa oramai la porta stretta
del ricordo, della malinconia.
Portata da quelle note soffuse,
ora tu sei qui, su questo balcone,
e danzi nel soffio della memoria.
cubetto di ghiaccio sul piano obliquo
del tramonto d’arancio e di cobalto.
Tu sei lontana come i miei sguardi
che si spingono miopi verso il mare
e frugano la tua assenza nel vento.
Giunge musica da feste in giardino:
è dischiusa oramai la porta stretta
del ricordo, della malinconia.
Portata da quelle note soffuse,
ora tu sei qui, su questo balcone,
e danzi nel soffio della memoria.
Immagine © Felicia
2007
venerdì 27 giugno 2008
Mattino d'estate
Le foglie specchi mobili riflettono
il sole alto di giugno, la rugiada
si asciuga lentamente nel mattino
tra i fiocchi di cotone delle nuvole.
Tra l’erba si rincorrono i sussurri
del vento, solo i grilli e le lucertole
riescono a interpretarne le parole.
A me resta il mistero dell’estate:
ne sento il gusto in uno stelo d’erba.
il sole alto di giugno, la rugiada
si asciuga lentamente nel mattino
tra i fiocchi di cotone delle nuvole.
Tra l’erba si rincorrono i sussurri
del vento, solo i grilli e le lucertole
riescono a interpretarne le parole.
A me resta il mistero dell’estate:
ne sento il gusto in uno stelo d’erba.
John Horsewell, "Primavera, Aix-en-Provence"
2008
Argomento:
estate
giovedì 26 giugno 2008
La farfalla
Dove posa la farfalla rossa
anche il sogno si adagia con dolcezza
e il marmo candido diventa carne.
anche il sogno si adagia con dolcezza
e il marmo candido diventa carne.
Fotografia © Wallpapers HD
2008
Argomento:
sogno
mercoledì 25 giugno 2008
Anniversario
Il tempo passa e dice che ti ho persa:
lo ripete ogni giorno come un mantra,
lo grida dalle rose del giardino,
lo urla nell'arancio dei tramonti.
Il tempo passa e dice che ti ho persa:
lo so io ma l'amore non lo sa,
guarda le rose, guarda nei tramonti
e continua a sognarti, disperato.
lo ripete ogni giorno come un mantra,
lo grida dalle rose del giardino,
lo urla nell'arancio dei tramonti.
Il tempo passa e dice che ti ho persa:
lo so io ma l'amore non lo sa,
guarda le rose, guarda nei tramonti
e continua a sognarti, disperato.
Justin Clements, "Le rose del tramonto"
2000
martedì 24 giugno 2008
Era l'età dei fiori nei capelli
Era l'età dei fiori nei capelli
e il sogno si librava nella notte
con le sue ali bianche di falena.
La luna, il mare erano cartoline
sullo sfondo perduto delle sere.
Gli abbracci, le parole non bastavano:
come lievi scintille di falò
svanivano nel cielo tra le stelle.
L'amore fu quasi rivelazione,
fiore sbocciato alla luce dell'alba.
e il sogno si librava nella notte
con le sue ali bianche di falena.
La luna, il mare erano cartoline
sullo sfondo perduto delle sere.
Gli abbracci, le parole non bastavano:
come lievi scintille di falò
svanivano nel cielo tra le stelle.
L'amore fu quasi rivelazione,
fiore sbocciato alla luce dell'alba.
Giuseppe Zollo, "Va' e dagli un fiore dai miei capelli"
2008
lunedì 23 giugno 2008
Il sole del solstizio
Il sole che declina nel solstizio
illumina di sé le vaste lande
dell’occidente - tinge d’oro e rame
nuvole gonfie di luce riflessa.
Così è l’amore che io ti ho portato:
risplende in questi giorni senza fine
del riverbero soave dei ricordi,
infiamma il gusto etereo dell’incanto
come le torri nell’ultimo sole.
Sarà breve la notte: scenderà il fresco
dalle colline a sollevare l’afa.
E il sogno caduto sugli occhi stanchi
spegnerà la mia sete d’amore.
illumina di sé le vaste lande
dell’occidente - tinge d’oro e rame
nuvole gonfie di luce riflessa.
Così è l’amore che io ti ho portato:
risplende in questi giorni senza fine
del riverbero soave dei ricordi,
infiamma il gusto etereo dell’incanto
come le torri nell’ultimo sole.
Sarà breve la notte: scenderà il fresco
dalle colline a sollevare l’afa.
E il sogno caduto sugli occhi stanchi
spegnerà la mia sete d’amore.
Wendy Puerto, "Solstizio d'estate"
2006
domenica 22 giugno 2008
Pomeriggio caldo
Indovinare il gusto delle siepi
dal colore improvviso delle bacche,
dal subitaneo frullo di un passero.
E interpretare il tempo che trascorre
dal soffio del vento sulle bandiere,
da un colpo di tosse lungo la via.
Così svapora il pomeriggio caldo
come una bottiglia di birra aperta
e sparge il suo aroma sul balcone.
Sulle colline, sui monti lontani
stesi ad acquarello dalla foschia,
nell'ombra lo scoiattolo starà
aprendo già le prime pigne secche.
dal colore improvviso delle bacche,
dal subitaneo frullo di un passero.
E interpretare il tempo che trascorre
dal soffio del vento sulle bandiere,
da un colpo di tosse lungo la via.
Così svapora il pomeriggio caldo
come una bottiglia di birra aperta
e sparge il suo aroma sul balcone.
Sulle colline, sui monti lontani
stesi ad acquarello dalla foschia,
nell'ombra lo scoiattolo starà
aprendo già le prime pigne secche.
Fotografia © Daniele Riva
2006
Argomento:
estate,
pomeriggio
sabato 21 giugno 2008
Sera di pioggia
Ascolto il picchiettare della pioggia
- cade o è caduta mi chiedo con Borges -
la sera buia sdoppia luci gialle
ed arrovescia sull'asfalto il bar.
Dove gli ombrelli fradici si affollano
esplodono risate come semi,
i fiori di vetro sbocciano al buio
e irradiano riflessi nel parcheggio.
Tornando, mi porto via le scie rosse
degli stop come un nuovo talismano.
- cade o è caduta mi chiedo con Borges -
la sera buia sdoppia luci gialle
ed arrovescia sull'asfalto il bar.
Dove gli ombrelli fradici si affollano
esplodono risate come semi,
i fiori di vetro sbocciano al buio
e irradiano riflessi nel parcheggio.
Tornando, mi porto via le scie rosse
degli stop come un nuovo talismano.
Ando Hiroshige, "Temporale improvviso
sul Ponte Ohashi ad Ataka"
2008
venerdì 20 giugno 2008
Sera sul fiume
Le chiavi tintinnanti della sera
suonano nella gola della gazza
- si porta via il sole, monile d'oro.
La luna appesa al filo del levante
illumina paesaggi senza tempo
- ieri, domani, oggi sono voci
perdute dalle bocche degli uomini.
Dove un filo di fumo alto si leva,
l'estate avvampa tra fragili giunchi.
Il fiume scorre al mare, lentamente.
suonano nella gola della gazza
- si porta via il sole, monile d'oro.
La luna appesa al filo del levante
illumina paesaggi senza tempo
- ieri, domani, oggi sono voci
perdute dalle bocche degli uomini.
Dove un filo di fumo alto si leva,
l'estate avvampa tra fragili giunchi.
Il fiume scorre al mare, lentamente.
Fotografia © Daniele Riva
2008
giovedì 19 giugno 2008
Amore in guerra
"Era una ragazza di Venezia che ogni
estate veniva a villeggiare con i suoi".
MARIO RIGONI STERN, Quota Albania
1. Asiago
La guerra è un gelo sospeso nell'aria:
i larici , gli elmetti, le esplosioni,
l'artiglieria francese sui ghiacciai.
Ed ora sei qui, altera e incantevole,
bella come un mattino in piena estate,
ad ascoltare la banda al mio fianco,
a domandare di com'è lassù.
Dei colpi di mitraglia, dei mortai,
dei muli che salgono tu vuoi sapere,
di come si vive, come io ci vivo.
E l'emozione mi stringe la gola,
quasi non oso guardarti, parlarti.
Domani la guerra riprenderà
e non so credere alla tua promessa
che verrai alla stazione a salutarmi.
2. Korça
Terra straniera, terra inospitale:
pallottole, granate, minareti.
Nello zaino fangoso l'Odissea,
una fotografia nelle sue pagine.
E in quel riquadro sorride altera
una ragazza di Venezia: tu.
Ho parole da dirti: dal mio cuore
sgorgano come una fonte, parole
che non ho mai osato pronunciare.
Ma non ci sono fogli o cartoline,
nessun postino le può consegnare:
soltanto guerra e infinita stanchezza.
3. Colle del Mushkes
Una cartolina ha poche parole
da dire. E come raccontarti che
il ghiaccio ci gela le dita e la fame
ci prosciuga le idee: ho mangiato ghiande
e pannocchie di mais rubate a un campo.
Come parlare d'amore a matita
con la gavetta che fa da scrittoio?
Una cartolina solo per dire
che sono vivo, che mi lascio vivere.
4. Tegia Duskut
Neanche le fiamme riescono a scacciare
il freddo, neanche la grappa bevuta.
Ci prova quella lettera azzurrina
con la calligrafia tonda e minuta
che dice con eleganza la vita
che continua di là dal mare, a casa.
E vedo la Laguna, quei balconi,
la tua stanza, le tue mani aggraziate.
Ma poi uno schiocco del fuco mi desta
dal sogno, mi riporta qui e le fiamme
non riescono a tener lontano il freddo.
5. Tegia Duskut, Natale 1940
È Natale, la neve cade fitta
e la malinconia mi stinge l'anima.
Una lettera, sogno una tua lettera
che mi riscaldi, che mi dica di te,
di Venezia, i mosaici e le candele,
l'atmosfera che respiri a San Marco,
che dica di ragazze, delle amiche,
di come passi il tempo in questi giorni.
È Natale, la neve cade fitta
e la malinconia mi stringe l'anima,
la posta non è neppure arrivata.
6. Valle del Devoli
Non scriverai più. Le buste azzurrine
non spiccheranno liete tra la posta.
Pressioni, le stupide convenzioni
per sempre ti allontanano da me.
Dicono che sei malata e non sai.
Ma sparano, di là dal bosco sparano
ed io con il fucile e le granate
mi inoltrerò tra gli alberi e vedrò
un'altra vita nascere dal fuoco
che arde le lettere di quell'amore.
Cartolina in franchigia italiana - dal web
2001
Argomento:
amore
mercoledì 18 giugno 2008
Etna
Dalla lava di secoli riemerge
la vita sotto forma di carrubo.
La natura è paziente, non ha fretta.
Un uomo, sul margine della strada,
vende pistacchi - ne ha sacchi nel baule
della sua centoventisette verde.
I negozi di souvenir qui vendono
il liquore rosso fuoco dell'Etna:
zucchero, alcol e peperoncino.
E bere il vino aspro della memoria.
la vita sotto forma di carrubo.
La natura è paziente, non ha fretta.
Un uomo, sul margine della strada,
vende pistacchi - ne ha sacchi nel baule
della sua centoventisette verde.
I negozi di souvenir qui vendono
il liquore rosso fuoco dell'Etna:
zucchero, alcol e peperoncino.
A me basta portare via il ricordo
di questi crateri che ancora fumano,
delle case inghiottite dal vulcano.
di questi crateri che ancora fumano,
delle case inghiottite dal vulcano.
E bere il vino aspro della memoria.
Fotografia © Daniele Riva
2008
martedì 17 giugno 2008
La promessa della felicità
Una crepa nel muro, una fessura,
un covo nella corteccia di un rovere
la tua assenza che si fa presenza.
E come notte avvolge il planisfero,
i monti cupi e i fiumi di cobalto,
le pinete che sono la mia vita.
Guardo lontano con la mia lucerna:
in ogni momento spero di scorgere
il balenare della tua bellezza.
un covo nella corteccia di un rovere
la tua assenza che si fa presenza.
E come notte avvolge il planisfero,
i monti cupi e i fiumi di cobalto,
le pinete che sono la mia vita.
Guardo lontano con la mia lucerna:
in ogni momento spero di scorgere
il balenare della tua bellezza.
Ignat Ignatov, "Lanterna"
2008
lunedì 16 giugno 2008
Plasmando la sostanza del tempo
“Di ciò che fu rimaneScendi verso la spiaggia, lentamente:
una voce sospesa.”
ALESSANDRO PARRONCHI
i miei ricordi ti vogliono lì.
E nelle ciabattine bianche i piedi
falli danzare con dolce apatia,
gemelli al dondolio della tua borsa
che poggia sulla spalla come il tempo.
Prosegui sotto le chiome dei pini,
ritrova il luogo dove ci dicemmo
la prima volta amore mio e per sempre
(per sempre almeno nella mia memoria,
simile a lastra impressionata, quelle
delle antiche macchine fotografiche).
Poi con un gesto vago delle mani
scompiglia le nuvole sul pontile,
aggiorna le bandiere al vento caldo
e fai in modo che il mare sia un po’ mosso
- come piace a me, sembri quasi oceano,
mi simuli l’amata California.
Ed una volta giunta lì, fai pugni
di sabbia e lasciali cadere al vento
per valutarne il senso ed il tuo tempo
(c’è sempre un po’ di vento nel ricordo,
anche se non saprei dire da dove
soffi, se sia il libeccio o sia il grecale).
Ascolterò le tue parole attese
come se io fossi lì e la tua voce
giungesse nell’eco della risacca.
Saprò già prima che tu apra la bocca
che cosa udranno le mie orecchie stanche:
il mio nome scivolerà nell’aria.
Ed io - da molto lontano, nell’ombra,
un voyeur rintanato nel passato -
mi muoverò per venirti incontro.
E sbatterò nel vetro del ricordo,
ridestandomi con nuove ferite,
riducendo in frantumi tutto il sogno.
Jack Vettriano, "Il dolce uccello della gioventù"
2003
domenica 15 giugno 2008
È la poesia
Tormento è la poesia, ragionamento,
filo che si dipana e si districa
- ogni poeta è Teseo nel Labirinto.
filo che si dipana e si districa
- ogni poeta è Teseo nel Labirinto.
Il dubbio è la poesia, la sofferenza,
luce che fora il buio tra le rocce
- chi scrive versi emerge dalla terra.
luce che fora il buio tra le rocce
- chi scrive versi emerge dalla terra.
Ma dolcezza è alla fine la poesia,
quando diffonde l’emozione intorno
come un soffione disperso nel vento.
quando diffonde l’emozione intorno
come un soffione disperso nel vento.
Fotografia © Daniele Riva
2008
Argomento:
poesia
sabato 14 giugno 2008
Notte di guardia
sorvola i pinnacoli e le caserme
pallide con la medesima grazia.
Sul lungofiume le ragazze in festa
rideranno leggere al vento caldo,
scuoteranno i capelli nella sera.
Ora che scende il buio, le colline
cambiano colore, si fanno piombo
alla luce metallica di luna.
Osservo il vuoto per passare il tempo,
sento i caricatori nelle tasche
bruciare come ferite di lama.
Poi, d’incanto, le colline si accendono,
fuochi lontani disegnano croci
e cuori sui pascoli del Tirolo:
fiammeggiano nel buio tremolanti,
sembrano dirmi “In hoc signo vinces”
come all’imperatore Costantino.
Arriva il capoposto per il cambio
e gli brillano negli occhi quei fuochi,
li guarda ipnotizzato, si dimentica
di far avanzare la sentinella.
Una notte così avrebbe fermato
due eserciti sul campo di battaglia.
Fotografia © Südtirolerland
2008
NOTA: in Alto Adige è tradizione che la seconda domenica dopo il Corpus Domini si accendano fuochi in ricordo dei Tirolesi caduti nelle aspre battaglie contro le truppe degli invasori napoleonici.
Argomento:
notte
venerdì 13 giugno 2008
Così scende la notte senza amore
“Non si ama bene che una sola volta:Così scende la notte senza amore
La prima.”
JEAN DE LA BRUYÈRE
e fuochi fatui di malinconia
divampano azzurri nella memoria.
E il tempo passa sugli anniversari
sacca di plasma nelle mie ferite,
la linfa che rinnova l’emozione.
Il cielo replica quel pomeriggio,
ogni anno rimpiango, mi abbandono
al sogno, che è gemello del ricordo.
George Birrell, "Paesaggio blu"
2004
giovedì 12 giugno 2008
Ricordi e sogni
Inargento pacchetti che regalo
al mio mattino - questi giorni grigi
e soffocanti come un solleone -
non sono doni ma i ricordi soliti
vestiti a festa senza alcun motivo.
al mio mattino - questi giorni grigi
e soffocanti come un solleone -
non sono doni ma i ricordi soliti
vestiti a festa senza alcun motivo.
Coccolo la mia vecchia solitudine
- tu sei lontana come una canzone,
e forse piove dove vivi tu,
magari avanzi per strade di ombrelli.
Continuo a fondere ricordi e sogni,
la fantasia si nutre del passato
- come l'olio e l'aceto si emulsionano
ma non si mischiano, ieri ed oggi.
James Hamilton, "Perso nei sogni"
2006
mercoledì 11 giugno 2008
Città amata dai poeti
“Forse qui la mia diletta
rifiorirebbe all’antico piacere
di vivere.”
UMBERTO SABA, Tre Vie
della tua città amata dai poeti.
E non porterai in te il mio ricordo
per le strade che salgono dai moli
e conducono ad antiche osterie.
È sbiadito oramai come una stampa
lasciata al sole: se vi penserai,
sarà solo per caso, per istanti.
Il vento che soffia sovrano almeno
lo portasse via: sarebbe più facile
sapere l’ultimo filo reciso.
Il tempo è un farmaco, nel senso greco:
è il mio veleno, è la mia medicina.
Risana la ferita, la rimargina
e poi con un coltello la tortura.
Il pozzo non ha fondo e vi precipito,
ne perdo l’orizzonte, è un labirinto...
Camminerai pensando ai versi amati,
li reciterai con la bocca chiusa,
mormorandoli come una preghiera.
E non ti sovverrà di quando dissi:
“Un giorno tu mi dimenticherai”.
Paul Cummings, "Strada francese"
2003
martedì 10 giugno 2008
Di notte
“La notte, amata, ormeggiaÈ di notte, amore, che fai ritorno.
il tuo cuore al mio.”
PABLO NERUDA
È di notte che risuona il tuo nome
e l’eco dei tuoi passi tutt’intorno
si spande lieve, perché tu sei come
la nave che circumnaviga il giorno
per approdare lanciando le gomene
a questo mio porto aspro e disadorno
avvolgendo al mio sogno le tue chiome.
E mi abbandono al sonno con speranza,
mi immergo nella liquida passione
che come nutrimento risolleva.
Attendo la tua visita, la danza
delle immagini con la devozione
d’assetato che finalmente beva.
Vladimir Kush, "Passaggio a Occidente"
2007
lunedì 9 giugno 2008
Dove il mare
Dove il mare diventa te riflette
l'azzurro luminoso del bikini.
Ed ogni notte ugualmente rispecchia
il disco bianco latte della luna.
E ne sono geloso un po', guardandoti
nuotare dove il mare si fa cielo,
invidio questa sua capacità
di averti tutta intera, anche i colori
del costume minuscolo che indossi.
l'azzurro luminoso del bikini.
Ed ogni notte ugualmente rispecchia
il disco bianco latte della luna.
E ne sono geloso un po', guardandoti
nuotare dove il mare si fa cielo,
invidio questa sua capacità
di averti tutta intera, anche i colori
del costume minuscolo che indossi.
Eric Zener, "Specchio"
1999
Argomento:
mare
domenica 8 giugno 2008
More
Raccolgo more lungo il verde fiume
che scivola leggero verso il mare,
e come ti somigliano: sanguigne
sotto la scorza morbida e pulita,
lasciano tracce rosse sulle mani
amare e dolci nello stesso tempo,
come l’amore, proprio come te.
E con le spine come mi feriscono!
che scivola leggero verso il mare,
e come ti somigliano: sanguigne
sotto la scorza morbida e pulita,
lasciano tracce rosse sulle mani
amare e dolci nello stesso tempo,
come l’amore, proprio come te.
E con le spine come mi feriscono!
Fotografia da Pinterest
2001
Argomento:
amore
sabato 7 giugno 2008
Se viaggi
Se viaggi per strade che non conosci
ogni segnale ti conduce altrove
- sofférmati a guardare i monti in quinta,
il teatro solitario della spiaggia.
Lascia i tuoi passi su quella battigia,
su quello spiazzo erboso che digrada.
Osserva il volo lieve dei gabbiani,
copia la libertà delle loro ali.
Ascolta la conchiglia silenziosa:
quel rombo di onde è la voce del cuore
che ti dice di sorbire la vita,
di cogliere il giorno come una mela.
ogni segnale ti conduce altrove
- sofférmati a guardare i monti in quinta,
il teatro solitario della spiaggia.
Lascia i tuoi passi su quella battigia,
su quello spiazzo erboso che digrada.
Osserva il volo lieve dei gabbiani,
copia la libertà delle loro ali.
Ascolta la conchiglia silenziosa:
quel rombo di onde è la voce del cuore
che ti dice di sorbire la vita,
di cogliere il giorno come una mela.
Fotografia © Daniele Riva
2008
Argomento:
mare
venerdì 6 giugno 2008
Un punto cieco
C’è un posto dove la memoria svolta
lasciando di sé solo un punto cieco
- lì s’annida il cecchino come vipera,
l’oblio che s’incarna nel mai accaduto.
Ma tu che conoscevi le sue forme
le mormoravi quasi in litania,
ne facevi breviario nel salire
le strade ripide e curve del giorno.
E adesso quell’assenza che sconfina
nel nulla ti sgomenta più del tempo,
acuminate punte che tu sfiori
con la mano sentendone già l’aspro
sapore denso di sangue e di ferro.
s"
lasciando di sé solo un punto cieco
- lì s’annida il cecchino come vipera,
l’oblio che s’incarna nel mai accaduto.
Ma tu che conoscevi le sue forme
le mormoravi quasi in litania,
ne facevi breviario nel salire
le strade ripide e curve del giorno.
E adesso quell’assenza che sconfina
nel nulla ti sgomenta più del tempo,
acuminate punte che tu sfiori
con la mano sentendone già l’aspro
sapore denso di sangue e di ferro.
s"
Stephanie Schlatter, "Giorni più luminosi"
2006
Argomento:
ricordo
giovedì 5 giugno 2008
La scia di un aeroplano
Seguo la scia di un aeroplano, bianca
gugliata che cuce il cielo serale.
Se sogno di partire non lo mostro,
se negli occhi ho le Maldive o Bangkok.
Dove ribolle il crogiolo di nuvole
pulsa il cuore nero della città.
Il graffio candido è svanito subito,
come il mio sogno di isole lontane.
gugliata che cuce il cielo serale.
Se sogno di partire non lo mostro,
se negli occhi ho le Maldive o Bangkok.
Dove ribolle il crogiolo di nuvole
pulsa il cuore nero della città.
Il graffio candido è svanito subito,
come il mio sogno di isole lontane.
Fotografia © Daniele Riva
2008
mercoledì 4 giugno 2008
Mattino di giugno
Il vento muove le foglie dei tigli
e i fragili steli di camomilla.
Il mattino di giugno si condensa
nel volo dei passeri sui papaveri,
è un'aspra voce giunta da lontano,
smorzata dal passaggio di automobili.
Il miele dei ricordi non è dolce:
ha il gusto amaro di quelle parole
di donna urlate al cielo da un giardino.
Ma resto qui seduto ad osservare
la macchina che pulisce le strade:
il passato così non si cancella.
e i fragili steli di camomilla.
Il mattino di giugno si condensa
nel volo dei passeri sui papaveri,
è un'aspra voce giunta da lontano,
smorzata dal passaggio di automobili.
Il miele dei ricordi non è dolce:
ha il gusto amaro di quelle parole
di donna urlate al cielo da un giardino.
Ma resto qui seduto ad osservare
la macchina che pulisce le strade:
il passato così non si cancella.
Suzy Dudley, "Papaveri"
2005
martedì 3 giugno 2008
In questo mare che tu sei
In questo mare che tu sei io entro,
in questo salso vivere d’amore,
e mi sembra di esistere per te.
in questo salso vivere d’amore,
e mi sembra di esistere per te.
Di questo fuoco che tu sei mi nutro,
di brace che cova sotto la cenere,
rossa come la fiamma delle labbra.
di brace che cova sotto la cenere,
rossa come la fiamma delle labbra.
E l’erba cresce lungo le scarpate,
e l’acqua scorre tra le verdi sponde,
il tempo passa ed ha la tua voce.
e l’acqua scorre tra le verdi sponde,
il tempo passa ed ha la tua voce.
Katsushika Hokusai, "La grande onda di Kanagawa"
2007
lunedì 2 giugno 2008
Lontane sere di giugno
Progettavo orizzonti camminando
al tuo fianco quelle sere di giugno.
Le luci dei negozi erano oasi
gialle, pozze di vita nel deserto:
mi ci perdevo scrutando il tuo viso.
Non lo sapevo allora che il futuro
è un regno senza padrone o monarca,
che il demiurgo ha plasmato già la creta.
Avrei dovuto capirlo guardando
il cielo esplodere di fiori rossi.
al tuo fianco quelle sere di giugno.
Le luci dei negozi erano oasi
gialle, pozze di vita nel deserto:
mi ci perdevo scrutando il tuo viso.
Non lo sapevo allora che il futuro
è un regno senza padrone o monarca,
che il demiurgo ha plasmato già la creta.
Avrei dovuto capirlo guardando
il cielo esplodere di fiori rossi.
Fotografia © Digihoun LLC
2008
Argomento:
giugno
domenica 1 giugno 2008
Sognante
E se socchiudi gli occhi ti riscopro
sognante - guardo l'armonia del viso,
il naso ben disegnato, le labbra.
È una foglia di menta la memoria,
la mastico e ne sento il gusto forte,
nella mia mano racchiudo la tua
come un ricamo di felicità.
La lavanda, la pioggia, il mattino
aprono un orizzonte nuovo fuori.
Ancora sogni, sei lontana adesso,
altri mondi, altre avventure vivi.
Ma ti mescoli a questo vento di maggio
e mi doni il tuo profumo di rosa.
sognante - guardo l'armonia del viso,
il naso ben disegnato, le labbra.
È una foglia di menta la memoria,
la mastico e ne sento il gusto forte,
nella mia mano racchiudo la tua
come un ricamo di felicità.
La lavanda, la pioggia, il mattino
aprono un orizzonte nuovo fuori.
Ancora sogni, sei lontana adesso,
altri mondi, altre avventure vivi.
Ma ti mescoli a questo vento di maggio
e mi doni il tuo profumo di rosa.
John Godward, "Reverie", 1910
2008
Argomento:
sogno
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