Leggo le tue parole in una vecchia
lettera ed è la tua voce che sento,
quel dolce scorrere di consonanti
e di vocali – più non so chi disse
che in Italia abbiamo il miele in bocca.
Sono come chi lucida gli ottoni,
chi fa brillare preziosi cristalli
ora che inseguo il filo del discorso
– io, piccolo Teseo tra i miei ricordi.
E ho cancellato il tempo ch’è trascorso,
come si passa il panno sopra il gesso
di una lavagna: leggo quella lettera
come se fosse giunta poco fa.
FOTOGRAFIA © PETR KRATOCHVIL/PUBLIC DOMAIN PICTURES
2006