Mi aggiro in quella che fu la tua camera:
gli specchi riflettono la tua assenza,
parlano ancora di te il letto deserto,
quelle boccette di profumo in fila
sulla vetrata del mobile - ho
passato il panno, levato la polvere
come spesso amavi fare tu, mamma.
Mi sento come quei riquadri vuoti
sotto ogni bottiglia, là dove il tempo
non ha potuto posare il pulviscolo.
2016
Di questa nostalgia del futuro
facciamo un manto di felicità
- il fremito dolce che ci attraversa
è amore o il profumo dei lillà?
Tu sai che la luce finta delle stelle
incanta i menestrelli - questo tempo
che non è più ma che ancora non è,
questo presente in cui noi siamo immersi.
2016
Il sole rosso delle otto di sera
precipita leggero oltre le case
in un frusciante volare di gazze
- l’estasi del tramonto si rinnova
ammantandosi del verde rigoglio
dei pioppi e riporta le memorie
di un maggio oramai lontano e perduto.
Allora la luce cadeva rossa
su un vasto piazzale dove garriva
tra il polline lanoso una bandiera.
2016
Ti inseguo come si insegue un sogno,
la luce delle stelle che balena
nel lampeggiare breve delle lucciole
e accende la notte di illusioni.
Quella magia dolcissima aleggia
sospesa, leggera come il filo
di una ragnatela e ugualmente
tanto forte da resistere al tempo.
2016
La felicità è un sapore improvviso,
un bagliore di meraviglia sorto
del tutto inatteso dall’ombra solita.
Una luce che ha il gusto del mattino
in cui ti sorprende la primavera
con il suo verde sotto un cielo azzurro.
O lo scoprire in un rosso tramonto
che finalmente ami e sei amato.
2016
“Anche un viaggio di mille miglia
comincia con un passo”.
LAOZI, Tao-Te-Ching
Le sette del mattino, canta il cuculo
a un cielo incerto - il grigio delle nuvole
si intona a meraviglia con l'azzurro
degli iris. Sorseggiamo caffè,
oramai pronti a partire per la gita.
La frenesia del viaggio è dentro noi,
la dolce euforia di chi si incammina
e compie il primo di svariati passi.
2016
In questo giorno di antiche memorie
rivivo anche i minuti - imbalsamati
ricordi che passo in rassegna, esposti
in un’ala apposita del museo.
Volavano i treni nella pianura
verde di aprile e poi si inerpicavano
tra i meleti - gli anni sono trascorsi
ma l’emozione resta ancora viva.
Quel giorno della mia vita ha il fascino
di un vecchio film, dolce e triste al contempo.
2016
