Quella che ti racconto è la poesia
del domani, come raggi di sole
che forano le nuvole o la luce
che appare all'improvviso nella nebbia.
Tu chiamala sogno oppure rivestila
con i broccati della fantasia,
intessila con il refe dorato
di tutti i tuoi desideri, abbelliscila.
Quello che conta è che nella sua trama
i nostri fili ancora si intreccino.
VASILIJ KANDINSKIJ, “SUCCESSION, 1935”
2013