barchette di carta nel vasto mare
dei giorni, nel maelstrom di ogni autunno,
messaggi dentro bottiglie di vetro
abbandonate a oceani di destini.
Il bolide che infiamma per un attimo
il cielo buio di agosto si porta
le mie speranze nella nuova notte.
Dire sbadato il tuo nome alla sera
e abbandonarsi stanco alla poltrona…
Essere sempre il tuo passo, l’ombra,
sapere il tuo dolore come il mio.
Ma se è il tuo nome che viene dal buio
allora nulla è accaduto o cambiato:
rimango fermo alla malinconia
e ascolto i treni passare, pensandoti.
Fotografia © DR
2000
Il lago si racchiude dentro l'occhio,
il mare ha vie di fuga all'orizzonte:
come prendere una circonferenza
e trasformarla in una linea retta.
Così adesso dall'argine boscoso
guardo l'acqua incresparsi nello specchio
e sogno onde che giungano a una spiaggia:
il desiderio nel calmo mattino
trabocca nel petto come l'amore.
Fotografia © HolidayCheck
2010
“Ricordato,Indovinare te nel cono d'ombra
l'amore vero resta più lontano”.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Pietra e cielo, II
Una corona di nuvole avvolge
il mattino e le solite parole,
piccoli gesti di rito da compiere
tra il caffè e la lettura del giornale.
Tu spingi avanti il giorno e la tua borsa:
guardando la foschia che vela i colli
provi a immaginare ciò che sarà.
Nulla leggiamo nelle tazze vuote,
le lavi e con l'acqua bagni i fiori.
Fotografia © Piebird
2010
L'estate ride dalla spiaggia d'oro,
il mare onda su onda l'accarezza
come un amante dolce e delicato.
Nell'aria salsa dell'alba una donna
raccoglie le conchiglie e le ripone
in un secchiello rosso - sono sveglio
o sono precipitato in un sogno?
La bellezza del momento mi scava
brividi lungo la schiena: la sindrome
di Stendhal è un mattino in riva al mare.
Fotografia © 123RF
2010