danzavano leggere come fiocchi
di neve o la lanugine dei pioppi.
Sembravamo ebbri ma eravamo solo
giovani e innamorati, ignoravamo
che il tempo sa colpire come lama.
È il tuo ricordo che con le labbra rosse
viene a tentarmi, a torturarmi ancora
come un'acuta vergine di ferro.
«L'amore» mi grida, «sono l'amore,
sono io l'unico amore, ricorda».
Il bacio che fiorisce sulle labbra
è un piacere come un dolore dolce.
Immagine dal web
2010
Nella pioggia camminando si va,
spiando nei giardini Primavera
che lentamente esce dalle coltri,
divina femminile Madre Terra.
Ci sono gemme turgide di ortensie
e forre dove ardono le primule,
le zolle d'orto che attendono il seme,
i prati che si tingono di verde.
C'è l'amore nell'aria, nella pioggia,
c'è l'amore nel passo della donna
che va al treno sotto un ombrello viola.
Fotografia © Jacek Szmaglinski
2010
Al nero che borbotta hanno da dire:
quel tipo tracagnotto crede preghi
ma lui sta solo recitando versi
di Prévert, “Il concerto non riuscito”.
La donna che insegnava l'italiano
al liceo classico: «Lo lasci stare»
dice, «ignorante, e si vergogni almeno».
Allegro il nero sorride e continua
la sua strada, “Je vous souhaite une bonne
nuit... Dormez... Rêvez... Moi je m'en vais...”
Glynn Warren Philpot, “Negroin profile”
2010
Prendesti le mie mani per cavarne
il senso del tempo nei pomeriggi
lunghi di noia a seguire la sabbia
che rendeva visibile il grecale.
E così ogni mio gesto rivelava
l'amore, ogni parola, ogni contatto:
erano la traccia vivente di esso.
Ora tu sei lontana. Quella sabbia
continua a scorrere nel vento freddo.
Salvador Dalì, “Senza titolo”
2010
Il tramonto accende fiamme viola
che ardono rami ancora nudi - presto
si accenderà la prima stella ad Ovest
e Saffo mediterà sull'amore.
Dove l'inverno lento si ritira
già le legioni della primavera
spiegano alla brezza vessilli gialli.
Un'unghia di luna li accoglierà.
Fotografia © DR
2009
“Dove acque fresche
serpeggiano intorno al muschio”.
EMILY DICKINSON
Nuvole nella specchiera dell'Adda
franta da piccole onde della brezza,
dalle V disegnate dai germani
che dalla riva si spostano al largo.
Il cigno che veleggia in mezzo al fiume
sopra i riflessi bruni delle sponde
ancora nude di febbraio regna
come un sovrano con la sua bellezza.
2001