Il vento che batteva le murate
disegnava peonie bianche in mare.
L’estate si spegneva nei suoi gorghi
come un tizzone ardente e sfrigolante.
Nel cuore avevo un’uguale tempesta
e grandinavi tu, mi lapidavi
avvinghiandoti a lui, facendo scherno
del mio amore più di una carta straccia.
Se penso all’inferno, forse è quel mare,
quel lungo viale di alberi sferzati
dove nel temporale camminavi
straziando un sogno con le bianche mani.
JACK VETTRIANO, “THE SHAPE OF THINGS TO COME”
2005