“Pour l’enfant, amoureux de cartes et d’estampes”
CHARLES BAUDELAIRE
Mi documento, seguo sulle mappe
il filo rosso dei percorsi che
farò - sono già il viaggiatore, immobile
su questo comodo divano cremisi,
sono il ragazzo di Baudelaire, amante
di carte e stampe, e la città è già mia
nella sua scala uno a diecimila,
tutta mia come non lo sarà mai.
2014
È tutto semplice, è tutto più chiaro
camminando tra bacche di sambuco
e roveti in cui fiorisce l'alchechengi
sul sentiero avvitato dentro il bosco.
C'è solo il cielo, e la voce del fiume
quasi grida infilando la centrale
- certe volte è necessario smarrirsi
per ritrovare il cammino perduto.
2014
La viaggiatrice ha casa nei blue-jeans
e due scarpette rosse che la portano
lontano - dei calzari di mercurio
con la suola di gomma e lacci bianchi.
Abbandona tutto quello che è certo
e rincorre un mondo che non conosce.
Insegue i suoi sogni, insegue la vita
e non sa dove conduce la strada.
Ha nei piedi la via verso se stessa.
2014
L’Autostrada del Sole scorre in fianco,
un nastro grigio tra il verde e l’azzurro
- nuvole bianche come aironi perse
nei laghi che chiazzano le colture.
Il Centro d’Italia passa leggero,
indossa già livree di primavera,
tra torri e casali disseminati
come greggi ai lati della strada.
2014
I biglietti già pronti nella busta
bianca e azzurra, i documenti, la macchina
fotografica... Viaggiare è un'impresa
del cuore, si parte con il bagaglio
ben chiuso e con la mente aperta: riempi
gli occhi di meraviglia e di stupore
il cuore, le pagine di un taccuino
attendono la bellezza in versi.
2013
Scorre la Muzza e abbevera campagne
- la strada un fiorire di sambuchi,
sotto la luce di maggio che cretta
la terra e ne fa sorgere papaveri.
La torre di Rivolta è meridiana
al nostro giorno, l’ombra segna i bar
nella piazza, gioca con i dragoni
medievali della chiesa romanica.
Partiamo con le campane del vespro
come le rondini scese nel sole.
2013
La città nel sole e fiocchi di nuvole
sui cavalli dei Farnese - il barocco
è già nelle criniere che si arricciano.
Maggio fiorisce le aiuole e le bandiere
e le ragazze al sole nella piazza,
sparge luce sul palazzo del Comune.
Il vino bianco che riempie il calice
mischia i suoi riflessi ai bagliori d'oro.
2013
Non è l'approdo il punto cui tu miri
- nel chiarore dell'alba finalmente
giungere a una terra di miele e vento.
Il percorso è il giogo cui sottometti
il capo, il desiderio di partire,
il sogno di un seno vellutato.
E la tua nave solca arditi mari
vagheggiando non la meta ma il viaggio.
2012
Ho negli occhi la poesia del crepuscolo
che abbandona la pianura lasciando
l'ultimo lembo della sciarpa d'oro.
Guido verso te, guido verso il sogno
mentre alberi di Natale scintillano
nelle astronavi degli ipermercati.
Da qualche parte Nausicaa mi attende
e le Sirene mi tendono trappole.
La prima stella mi condurrà a te.
2012
Analizzi i tuoi dati di fatto,
metti insieme emozioni e le discerni
con scientificità - intanto dietro
il finestrino scorre l'Autobrennero
e il rosso dei papaveri risveglia
ricordi da tanto tempo sopiti.
Non sei più quel ragazzo che tornava
a casa, eppure stai tornando a casa
ancora, in questa sera di maggio
che brucia nuvole di rame e fuoco
sulle montagne vinte dal tramonto.
2012
Chiudi gli occhi. Trattieni sulla punta
della lingua l'aroma di caffè.
Ci sono porti d'oltremare dove
fiorisce la vaniglia e le golette
navigano tra case colorate.
Quel gusto di caramello e di miele
è uno squarcio sulle spiagge dei Tropici:
c'è il mare azzurro, ci sono le palme,
c'è tutta la memoria dei romanzi
d'avventura che hai letto da ragazzo.
2012
Bergamo, mia città gonfia di traffico,
scopro di amarti sempre più, attirato
a te dalle intricate ali del Fato.
Guardo le cupole che da lontano
si annunciano e il tempo è cancellato:
sono il ragazzo che andava al liceo
con il libro di greco nella borsa.
Guido nel pomeriggio sconfinato
e ti porto in cuore, cara più di allora.
2010
Il cielo di Torino è un lenzuolo
azzurro di bucato appena steso
ad asciugare al vento sulla Mole.
Lontano le Alpi cantano sommesse
e il loro mormorio a bocca chiusa
è questa brezza che increspa la Dora,
che attraversa i ponti sul Po.
Sotto i portici di Piazza Castello
Guido Gozzano ancora passeggia
con la sua «piccola attrice famosa».
Il mimo bianco a un angolo di strada
probabilmente nemmeno lo sa:
nel suo cappello ha spiccioli di nichel,
negli occhi il rosa di Palazzo Madama.
Fotografia © Daniele Riva
Torino, 8 maggio 2011
Tornando a casa, il tempo è sospeso.
Siedo su questo comodo vagone
guardando scorrere l'Italia sotto
un cielo di nuvole minacciose.
È la Campania adesso che trascorre
con le colline nere e il primo autunno,
poi verrà Roma, verranno i cipressi
toscani, la pianura bolognese.
Verrà, a tarda sera, la nostalgia.
In treno tra Napoli e Roma, 17 novembre 2010
Roma Termini © Daniele Riva
2010
In treno tra Roma e Napoli, 16 novembre 2010
Ho viaggiato con la pioggia e le nuvole,
le viti che si tingono di giallo,
i cipressi toscani in triste fila.
Ho viaggiato con i pini di Roma,
le periferie, gli sfasciacarrozze,
ho visto il Po, l'Arno, il Tevere biondo.
E Napoli bellissima mi aspetta
con un cielo di cirri e di meduse.
Napoli, Via Chiaia © Daniele Riva
2010
I biglietti di viaggio sono pronti
e già il paesaggio dietro i finestrini
scorre come un corpo di donna steso
sotto il cielo perlaceo del mattino.
Ma sono ben puntati sulla solida
tavola della scrivania i miei gomiti.
Ancora una volta a d occhi socchiusi
eccomi qui: io, viaggiatore immobile.
Rob Gonsalves, “In search of sea”
2010
Le catenelle della pioggia legano
i pensieri - domani sarò a Napoli,
la borsa è già pronta nel corridoio.
Altro non è la cronaca di oggi,
l'odore del mare, la città stesa
tra il porto e il cielo, il sole e la passione.
Ruscella l'acqua con foga, disperde
gli uccelli di novembre - torno qui:
la stanza è fredda, Napoli è lontana.
2010
Ho cavalcato i leoni del Duomo
con la luce che scendeva a svegliare
i negozi e a illuminare i souvenir.
In Piazza Stradivari risuonavano
concerti di violini e biciclette,
i merli del Palazzo Comunale
tagliavano il cielo di Lombardia.
Bevevo il mio caffè e la meraviglia.
Fotografia © Daniele Riva
2010
Risalgo antiche scale senza il peso
del tuo ricordo, posato per gioco
sul sedile di un treno e là perduto.
Dalle ringhiere panorami nuovi
si spalancano ai miei occhi: radure
e valli di conturbante bellezza,
colline biancheggianti sotto il sole.
Cammino senza fardelli, leggero
randagio attento al corso delle nuvole.
Divido il pane bianco con i cigni
e non ho più bisogno del tuo amore.
B. Smith, “Early morning trip”
2002
