venerdì 7 febbraio 2014

Un’uguale tempesta

Il vento che batteva le murate
disegnava peonie bianche in mare.
L’estate si spegneva nei suoi gorghi
come un tizzone ardente e sfrigolante.

Nel cuore avevo un’uguale tempesta
e grandinavi tu, mi lapidavi
avvinghiandoti a lui, facendo scherno
del mio amore più di una carta straccia.

Se penso all’inferno, forse è quel mare,
quel lungo viale di alberi sferzati
dove nel temporale camminavi
straziando un sogno con le bianche mani.

 

Shape

JACK VETTRIANO, “THE SHAPE OF THINGS TO COME”

 

2005

4 commenti:

Asia ha detto...

Un plauso e un caro saluto. Asia

DR ha detto...

grazie, Franca... ricambio il saluto

Vania ha detto...

...emozioni ben descritte!!
ciaoo Vania:)

DR ha detto...

la sofferenza ricordata è ancora sofferenza