mercoledì 1 luglio 2009

Il tempo che si avvolge su se stesso

Ho bevuto un caffè nel nostro bar.
Non hanno più quei tavolini rossi
ma poltrone coperte di damasco.

Ero lì in piedi davanti al bancone
e sono tornato indietro nel tempo,
oltre le rose gialle dell’ingresso
e il pavimento a scacchi bianchi e neri.

Sedevi lì e riempivi un cruciverba
davanti avevi una tazza di tè,
sul tavolino di plastica rossa...


M.C: Escher, “Relativité”, 1953


2004

3 commenti:

Vale ha detto...

E ti guardava negli occhi?
molto belli questi versi

DR ha detto...

Ci guardiamo sempre negli occhi, dal giorno che ci siamo incontrati. Almeno nel ricordo. Gli addii sono solo fisici, non mentali.

Vale ha detto...

Hai ragione!