martedì 30 settembre 2008

Mistero d'amore

Se tu sia Musa o gioco della mente
non ho mai domandato - so che fu
nei lampi brevi di poche estati
e nei grigi pomeriggi d'inverno
quando una dilaniante nostalgia
esplodeva nel sangue dei tramonti.

Se tu sia una Sirena oppure dea
non ho considerato mai - mi basta
che ti ascoltai modulare il tuo canto
e tenni la tua voce nella mente,
avvinto dal prodigio dell'amore
- piccolo uomo davanti al mistero.


Armand Point, "Una Musa"


2008

lunedì 29 settembre 2008

Gli abbandoni della memoria

Alla memoria, alle sue braccia calde
di amante appassionata mi abbandono.

Nei gangli del ricordo mi ritrovo
come ritrovo visi e luoghi cari,
minuti come secoli o fulminei.

Ed è un perenne amore che mi donano
i dolci abbandoni della memoria.


Charles Baudelaire, "Ritratto di  Jeanne Duval"


1992

domenica 28 settembre 2008

Colori

Il nido caldo della mia memoria
schiude le uova dolci del ricordo
al nuovo giorno che risplende in cielo.

Che il tiglio si fa d’oro è pura storia,
è il calendario ed io avvinto al bordo
lascio che il tempo scivoli - è un velo.

L’autunno immalinconisce là fuori,
io dentro me riluco di colori.


Fotografia © Daniele Riva


2006

sabato 27 settembre 2008

Nel giorno

Ascolto le parole del mattino
- le orde della notte si ritirano,
fuggono come vampiri alla luce.

Con i capelli pettino i pensieri,
costruisco, metto ordine, riparo.

Per le amarezze basterà lo zucchero
nella conchiglia nera del caffè.


Klaus Mai, "Buongiorno"


2008

venerdì 26 settembre 2008

Bistrot

Dietro le stelle il cielo era di vetro,
il tuo sorriso era un’aspra ferita.
La notte appesa all’ultimo bistrot
mi scrutava dal neon dell’insegna.

Dal bancone la nostalgia gridava,
mi strepitava che non eri tu.
Il piano bar che assecondava il cuore
strappava il velo delle tue carezze.

Quanta strada percorsa per raggiungerti,
il vano navigare si scioglieva
nel ghiaccio del bicchiere, ti perdeva
come le gocce d’acqua sopra il vetro.


André Renoux, "Bistro"


2004

giovedì 25 settembre 2008

Letarghi

Mi avvolge la dolcezza di settembre,
dichiarazione d'amore del cielo
alla terra, me ne lascio coprire.

Le locuste si incollano sui muri,
le giovani lucertole percorrono
il mondo, io mi sento come loro.

Verrà l'inverno sui loro letarghi:
io mi rintanerò in camere calde
aspettando la nuova primavera.


Fotografia © Daniele Riva


2008

mercoledì 24 settembre 2008

A cosa serve la poesia

“È il poema a dire noi”
  OCTAVIO PAZ
Osservavo lo specchio della sera
che disgregava la città in frammenti:
ecco, dicevo, questa è la poesia.

Il pensiero si libera e diventa
un seme che fluttua nell’aria tersa,
tocca altri pensieri, se ne impossessa
e se ne fa possedere, risplende
in modo diverso in ogni mente,
come le luci di queste case
che il lago disperde e ricostruisce.

E allora a cosa serve la poesia?
A cosa servono il lago e la luna?
A cosa serve ogni mio respiro?


Fotografia © Daniele Riva


2003

martedì 23 settembre 2008

Vento di settembre

Settembre porta in dono questo vento
- quasi promessa di una primavera.

Lascio che spettini i capelli radi
mentre mangio acini di uva rosata.

Cerco nella sua scia che va veloce
verso Levante il sentore del mare.


Steven Scott,, "Bouquet con cielo d'argento"


2007

lunedì 22 settembre 2008

Amica malinconia

Ho pedinato a lungo un’illusione
lungo le strade della tua città
nel pomeriggio di tram sferraglianti,
nel traffico nervoso di automobili.

Nell’ombra fresca delle vie più antiche
ho sperato di incontrarti per caso,
vederti uscire da qualche caffè,
da un negozio di moda, da un bazar.

Ma è stato tutto inutile perché
tu eri già in me, con la malinconia.


The Fallen, "Il mio colore è il grigio"


1994

domenica 21 settembre 2008

Parole di una vecchia lettera

Le tue parole schiudono ricordi:
dici dell’oro della catenina
e di certi riflessi nei miei occhi;
io rivedo le tue mani leggere,
il gesto bianco dell’abbandonarsi.

Volevi le poesie: adesso le hai avute,
ma il prezzo che ho pagato è troppo alto,
è un coltello confitto nelle carni
dove l’amore vive, cuore o mente
o - come dicono - reazione chimica.

Volevi diventare la regina
di questo regno stopposo di poeta:
ebbene, vi hai regnato, regni ancora
in una incontrastata dittatura
che uccide a sangue freddo oppositori.

Ed io ammiro l’omino con le borse
della spesa parato innanzi ai carri
cinesi, ma non ho identica forza.
Continuo a farmi massacrare, Tantalo
del tuo amore, Fenice che rinasce
da un insistito rogo di illusioni.


Fotografia © Liligraphie/Freepik


2002

sabato 20 settembre 2008

La gomena

Le tue parole sono frecce acute
- non mi lasci dormire, scivolare
nelle paludi del mio disincanto.

Il tempo è l’acqua, il tempo è l’orizzonte
dove una nave appare e s’ingrandisce.

Ed io che non guardo più gli orologi
mi aggrappo al canapo, rimango a galla
in questo torbido braccio di mare.

E tu reggi la gomena, dal molo.


Vladimir Kush, "Arrivo della nave a fiori"


2005

venerdì 19 settembre 2008

Il male oscuro

“Era il male oscuro”.
  CARLO EMILIO GADDA, La cognizione del dolore
La Sicilia risplende nella sera
di fanali infilati come perle
il male oscuro s’è sopito, spento
no, non potrà mai sparire nel nulla
ma lontano dai picchi dello Sciliar
lontano dalle fisime credute
per quanto ritenute non fondate
il mondo ha ritrovato l’equilibrio
lontano dalle capsule che calmano
il dolore e il terrore senza mai
eliminarlo e neppure intaccarlo
lontano soprattutto dagli uomini
che sanno fare così tanto male
lontano guardando il sogno si vive.


[dopo la rilettura del romanzo
“Il male oscuro” di Giuseppe Berto]


Edward Munch, "Malinconia"


1993

giovedì 18 settembre 2008

La donna e il soldato

"Un chevalier va dans la plaine
la jeune fille pense à lui.”

GUILLAUME APOLLINAIRE

LA DONNA

“Io l’ho pensato a ogni cambio di luna
quel volto ovale, sincera e curiosa,
come se quelle sue frasi d’amore
conoscessero una saggezza sacra.
Basta un minuscolo balzo del cuore
per perdersi nella malinconia.”

IL SOLDATO

“Donna, terribile è sempre la guerra,
diffonde nel mondo l’Apocalisse.
I suoi tratti femminei si confondono
alla luce possente dei mortai.
L’odore acre del sangue mi reclama:
le parole d’amore le ho scordate.”


Alfred Eisenstaedt, "Kissing the war goodbye"


2002

mercoledì 17 settembre 2008

Tarda estate

"Rosso ruggine e grigio cenerino."
ANTONIO MACHADO, Soledades, LVI
Canta alla tarda estate la cicala,
ignara delle nubi che si addensano
su montagne e colline come gala
nefasta di medusa. Si condensano

le nebbie mattutine sopra i fiumi,
sopra i laghi di questa dolce Brianza:
eccoli lì sopra i colli, tra i fumi
levati dalle stoppie, quasi danzano

nel vento che soffia fresco e cattivo,
fusi con il sentore della pioggia
reclusa negli oscuri nembi. Tace

adesso la cicala e un merlo schivo
sul melo vigila il cielo di brace
dal ramo infido dove il nido poggia.


Darko Topalski, "Alba sul fiume"


1999

martedì 16 settembre 2008

Pagliaccio timido

Inventavo parole per vedere
il tuo sorriso: facevo il buffone
ma non ero che un pagliaccio timido
- il mio coraggio era stare con te
ed incendiare il mare come un gioco
di prestigio nell'alba solitaria.
A quell'ora dormivi nel tuo letto
con la camicia da notte ed i segni
del lenzuolo sulle gambe abbronzate.
Sollevavo in alto le mani e il sole
usciva dall'acqua al mio comando:
era per te, per te, amore mio.


Danhui Nai, "Surfside"


2007

lunedì 15 settembre 2008

Sera di settembre III

Ho lasciato i riflessi verdeggianti
nel lago e le oche bianche cui una bimba
gettava piccoli pezzi di pane.

Ora nel cielo risplende la luna
quasi piena di settembre, signora
incontrastata della bella notte.

La mia stanchezza è un truciolo di vento,
leggero come il pane che la bimba
gettava ai becchi gialli del Segrino.


Dorothea Sharp, "Dando da mangiare alle oche"


2007

domenica 14 settembre 2008

Autunno senza primavera

Muori ogni giorno nella mia memoria,
svanisci come le foglie sul ramo
in un autunno senza primavera.

L’ombra che si stampò sulla mia retina
è un anello di fumo che si squaglia,
è un giornale ingiallito dalla luce.

E fino a quando ricorderò il passo
lieve della tua andatura, il leggero
elevarsi del piede nella danza?

Fino a quando saprò ridisegnare
il sorriso evocato da una frase,
la camminata triste dell’addio?


David Lorenz Winston, "Sogni passati"


2002

sabato 13 settembre 2008

Primo mattino

Le pozzanghere azzurre del mattino,
il velo lieve di foschia nel sole
come un pulviscolo tra terra e cielo.

E cerco l'equilibrio dentro me
per evitare le preoccupazioni,
per essere nel centro di me stesso.

La prua della mia nave fenderà
i ghiacci, solcherà i mari, sicura.


George Birrell, "Porto di primo mattino"


2007

venerdì 12 settembre 2008

L'amore, l'amore

L'amore nudo, questo amore biondo,
l'amore nero che scuote le chiome
e poi torna contrito con le mani
in grembo e un velo rosso sopra i seni.

L'amore vero che si esaurisce in sé,
l'amore crudo che diventa pianto
e poi finisce nel pozzo dei sogni
come una pietra scagliata nell'acqua.

L'amore, l'amore è quello che cerco
come il bambino che tende le mani.


Kirsty Wither, "Uscendo"


2007

giovedì 11 settembre 2008

Viaggiatore in un ricordo lacero

“In un tempo che non balza né affonda.”
  ALESSANDRO PARRONCHI, Lido
Attraverso la porta che conduce
a mondi inesplorati che di te
parlano come rifulge una luce
nello specchio annebbiato di un caffè.

Mi chiedo se è un riflesso che traluce
o un’ombra scivolata sul pavé,
non so decidere se sia più truce
soprassedere e scacciarti da me

o seguire l’impulso di cercarti,
viaggiatore in un ricordo lacero:
e se fa troppo male abbandonarti

perderti sarebbe anche doloroso.
In questo dubbio da sempre mi macero,
resto vivo in questo giro vizioso.


Fotografia © Hulton Collection


2007

mercoledì 10 settembre 2008

L'estate finisce

Del tempo che passa è testimonianza
l’assottigliarsi del tubetto bianco
e azzurro del dentifricio. Di te
ho soltanto fermagli per capelli
e una matita verde mordicchiata.

Ma l’estate finisce e mi rivolto
in quell’ultimo sole appiccicoso
come un cane tra steli d’erba secca.


Barbara Benedetti Newton, "Fine dell'estate II"


2004

martedì 9 settembre 2008

Notte a Pozzallo

Sul lungomare soffia forte il vento
e sa di sale e d’alghe nella notte
che spinge le onde lungo i contrafforti.
Le antiche palme della piazza muovono
gli ampi ventagli con suono di legno,
lugubre xilofono in contrappunto.

Non ho nessuna voglia di dormire,
desidero solo sentirmi parte
di questo lembo sperduto d’Italia,
assaporarne l’odore di mare
e cercare nel lunghissimo viale
illuminato l’ultimo caffè.


Fotografia © Daniele Riva


2003

lunedì 8 settembre 2008

Orti spogli

“In quel mattino chiuso io salii
  tra i vigneti già spogli.”

  GUIDO GOZZANO, “La Signorina Felicita”
Gli orti spogli del mese di settembre
hanno qualcosa di triste e perduto.
Gozzano probabilmente li amava,
con quelle rondini pronte a partire
e i pomodori maturi sui rami
secchi che già hanno dato profitto.

Se rimpiango l’estate non lo do
a vedere: questa malinconia
è una maschera che mi cela il viso
nel Carnevale che chiamano Autunno.


Timothy Easton "Finestre d'autunno"


2003

domenica 7 settembre 2008

Sera di settembre

Lontano un cane abbaia alla luna
che bagna gli orti spogli di settembre.
Anche il mio cuore è una spiaggia deserta
e scava nell’abisso dei ricordi
in cerca di una parola di vita.

La tua immagine sbiadisce ogni giorno:
e le fotografie lasciate al sole
sono piccoli fogli calcinati.
La radio mi dice che è giunto il tempo
di tornare, ma non ti ho mai lasciata.

Adesso guarderò fuori, trarrò
come un augure le mie previsioni
dall’orlo sfilacciato delle nuvole.


Fotografia © BrettSayles/Pexels


2003

sabato 6 settembre 2008

Un sogno fatto da sveglio

Ti aspetterò davanti alla finestra
sognando i gesti della tua presenza.
I monti azzurri cadranno nel buio
con la leggerezza delle piume.

Mi siederò a contare i miei rimpianti,
a sfogliare album di fotografie,
e cercherò nell’aria il tuo riflesso
un attimo prima di addormentarmi.


Fotografia © Rakatz/Pixabay


2003

venerdì 5 settembre 2008

Una goccia d'ambra

“Che dirò dell'Amore? È il nome che si dà al dolore per consolare coloro che soffrono.”
  PIERRE LOUYS, Afrodite
E se l’amore è umano avrà inizio
- come il vagito del bimbo che nasce -
e avrà una fine con tutto il suo strazio.
Non puoi dimenticare quella folgore
che appiccò il fuoco un giorno senza lampi,
Non puoi dimenticare come sembrò
diverso all’improvviso il cielo a giugno.
Non puoi dimenticare il suo sorriso
appiccicato al buio degli specchi.
Vorresti affidare all’oblio il dolore,
quel lentissimo cadere nel vuoto
lacerante più dello stesso morire.

Vorresti abbandonare quell’amore
come deponi la camicia bianca,
o lo zaino tornando da una gita.
Non puoi, perché l’amore non è umano:
viene dal tempo, viene dagli dèi,
e ingloba in sé la tua vita - ogni vita -
come un insetto in una goccia d’ambra.



Fotografia © Jacek Abramowicz/Pixabay


2003

giovedì 4 settembre 2008

Luminoso mattino di settembre

Luminoso mattino di settembre,
ti rispecchi azzurro nelle pozzanghere
abbandonate dalla notte estiva.

Sulle colline risplendono chiare
le chiese ed i filari delle viti
si gonfiano della dolcezza dell'uva.

Cammino assaporandoti nell'aria:
sei quel gusto più aspro e più frizzante
rimasto quando il cielo si è aperto.


Françoise Persillon, "Settembre in Provenza"


2008

mercoledì 3 settembre 2008

Settembre

Vola l'estate giorno dopo giorno
come gli insetti, come le farfalle,
come le rondini nel cielo basso.

Settembre è un grumo di calore esploso
nell'aria limpida del pomeriggio,
lieto ricordo che ti riempie il cuore
ma che la sera ti lascia soltanto
una lacrima di malinconia.


David Jackson, "Settembre in Toscana II"


2007

martedì 2 settembre 2008

Cronaca di un addio

Che l'amore finisca, che si sgretoli...
Ma intanto pompa il cuore senza requie,
le valigie rigonfie di vestiti
attendono nel vuoto della porta.

Le parole potrebbero ferire,
acuminate lance nei costati.
Meglio il silenzio, quella vacuità
così vicina al nulla, al non esistere.

Solleva il suo volo biondo e sottile
dall'alcova perduta del divano.
Muove l'azzurra mano inanellata,
disegna una carezza d'inquietudine
abbandonando nell'aria già fredda
la curva parabola dell'addio.


Dipinto di Sally Storch


2001

lunedì 1 settembre 2008

Pioggia nel mattino

Scivola come pioggia nel mattino
sul bordo delle tue ciglia una lacrima
e ti sorprende la forza crudele
di quel ricordo giunto all’improvviso.

Non ti assomiglia più ormai, adesso che
il tempo si è chiuso come conchiglia
attorno a un piccolo grano di sabbia,
adesso che il vento ti porta aromi
stranieri e ti senti molto lontana,
nello scrigno dorato del ricordo.


Richard Osbourne, "Londra - Il sole dopo la pioggia"


2008