lunedì 30 giugno 2008

Rileggendo mie vecchie poesie

Ti presagivo. In qualche modo avevo
coscienza di te, sapevo che un giorno
saresti stata il turbine che avrebbe
sconvolto la mia vita. Ora lo dico,
ora che dai segni di mie remote
poesie divino questa tua presenza
in tempi in cui ancora non eri in me.

Quei versi parlano come le carte
dei tarocchi, il destino era già scritto:
ti aspettavo, io ti ho sempre aspettata,
eri la squaw dei giochi di bambino,
eri la Musa ferma dietro l’angolo.

E ti incontrai in una strada di sole,
come se tutto accadesse per caso.



Maxwell Doig, "Figura che legge II"


2004

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