lunedì 2 giugno 2008

Lontane sere di giugno

Progettavo orizzonti camminando
al tuo fianco quelle sere di giugno.
Le luci dei negozi erano oasi
gialle, pozze di vita nel deserto:
mi ci perdevo scrutando il tuo viso.

Non lo sapevo allora che il futuro
è un regno senza padrone o monarca,
che il demiurgo ha plasmato già la creta.
Avrei dovuto capirlo guardando
il cielo esplodere di fiori rossi.


Fotografia © Digihoun LLC


2008

6 commenti:

Unknown ha detto...

del nostro futuro ce ne impossessiamo noi stessi, agguantandolo non appena si intravede: non siamo creta morta nelle mani del demiurgo: dalla qualità del nostro impasto lui prende ispirazione.

p.s. lo so che non è più maggio di rose ma stamattina ho incontrato questo pensiero: è l'epitaffio di Rilke, da esso voluto:
"Rosa, o pura contraddizione.Piacere
di essere il sonno di nessuno sotto tante palpebre"

buona repubblica

DR ha detto...

è quando si guarda indietro che a volte si vede che la strada era già tracciata. Avessimo riconosciuto quei prodromi, avremmo potuto (forse) cambiare il futuro.

Rilke morì di meningite, contratta - si dice - a causa del graffio di una spina di rosa... I miei roseti non lo sanno che maggio è passato, sono gonfi di sonno e di pioggia.

ricambio gli auguri per la festa

Lucy ha detto...

bellissime queste lontane sere di giugno...parole e poesia ed emozioni...anche secondo me la strada non è tracciata...siamo noi che plasmiamo...certo ci sono delle vicende che si frappongono...degli elementi di base nelle nostre vite difficili da modificare...questo sì...un abbraccio ...

DR ha detto...

Grazie, Lucy: la poesia racconta un momento di disinganno. Quella creta plasmata dal demiurgo è a nostra disposizione, noi cerchiamo di darle una forma, che non è sempre quella desiderata, per nostra incapacità o per fattori esterni. Guardando indietro, possiamo valutare se la forma è quella che ci eravamo prefissati e quanto differisca.

Unknown ha detto...

e dopo aver fatto questa valutazione? diventi migliore?
è per cambiare il futuro, dirai...ma se poi, nuovamente, la vita ci porta altrove dai piani fatti una nuova inadeguatezza ci assale...

invece seguire la vita così come essa ci conduce è davvero un fuoco d'artificio...di tutti i colori

p.s magnifica la coincidenza di rilke

DR ha detto...

Forse si matura, si fa esperienza. In realtà ci si lascia vivere e degli errori non si fa tesoro. Credo che spesso mi freni una specie di prudenza innata. Almeno così mi dice qualche amico.

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La storia di Rilke l'ho letta in una bella antologia, "Elogio della rosa", Einaudi. Non so se è ancora in catalogo, è un'edizione pescata in un "remainders"